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Dubai apre ancora le braccia ai capitali cinesi. Tutte le piroette

Dopo aver negato alla Russia le transazioni per l’acquisto di beni dal Dragone, ora la Borsa di Dubai fa suoi 400 milioni di dollari di bond emessi dalla Agricultural Bank of China. Mentre Pechino torna ad azzannare l’Africa

Pochi giorni fa, Formiche.net raccontava di come le banche del Golfo avessero improvvisamente interrotto le transazioni da e per la Russia, connesse all’acquisto di componenti elettroniche cinesi da parte di Mosca. In altre parole, uno sbarramento alla possibilità per il Cremlino di approvvigionarsi di beni prodotti nel Dragone. Un danno anche per la stessa Pechino, impossibilitata così a vendere la propria merce al suo alleato russo.

Adesso invece si tratta di mercati, più precisamente della Borsa. Sì, perché il Nasdaq Dubai, il listino tecnologico emiratino, ha annunciato la quotazione di 400 milioni di obbligazioni a tasso variabile da parte dell’Agricultural Bank of China (Abc). Ciò segna la seconda quotazione obbligazionaria della banca su Nasdaq Dubai, il che a sua volta è indice di grande apertura da parte della Borsa emiratina ai capitali cinesi.

“Come principale hub globale per le quotazioni obbligazionarie internazionali, la borsa si impegna a fornire una piattaforma innovativa e solida per gli emittenti globali per accedere agli investitori regionali e internazionali. Non vediamo l’ora di supportare Abc nella sua continua crescita e nel suo successo nei mercati dei capitali internazionali”, ha affermato Hamed Ali, ceo e Nasdaq Dubai. “La nuova emissione (i 400 milioni, ndr) riflette l’espansione strategica dell’Agricultural Bank of China nei mercati globali. Inoltre, potenzia il portafoglio di titoli a reddito fisso quotati al Nasdaq Dubai”.

Negli ultimi anni, la filiale di Dubai dell’Agricultural Bank of China ha finanziato sia gli Emirati Arabi Uniti che la più ampia regione del Medio Oriente e del Nord Africa. Concentrandosi sui progetti con elementi cinesi, la filiale ha promosso attivamente e costantemente l’implementazione della Belt and Road Initiative. Inoltre, ha avuto un ruolo significativo nello sviluppo di progetti di generazione di energia solare, dissalazione dell’acqua di mare, aviazione e spedizione e di energia pulita nella regione.

Tutto questo mentre Pechino torna ad allungare le mani sull’Africa, dopo averne devastato le economie, a suon di prestiti a dir poco vessatori. Cina, Tanzania e Zambia hanno infatti firmato un memorandum d’intesa per la rivitalizzazione del progetto sulla Ferrovia Tanzania-Zambia, un’infrastruttura pensata per rafforzare il collegamento intermodale nell’ambito dell’ambiziosa Iniziativa Belt and Road. La firma, in particolare, è stata apposta dal presidente cinese Xi Jinping, da quello tanzaniano Samia Suluhu Hassan e da quello dello Zambia Hakainde Hichilema nell’ambito del Summit del Forum sulla cooperazione sino-africana Focac, che si sta tenendo a Pechino.

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