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Cosa aspettarsi dal duello tv tra Vance e Walz. L’analisi di Graziosi

La sfida di martedì sarà dura per i candidati vice di Trump e Harris. Con la situazione in bilico negli Stati chiave, potrebbe essere l’occasione di imprimere una svolta alla campagna elettorale

C’è grande attesa per il dibattito tra i candidati alla vicepresidente degli Stati Uniti. JD Vance e Tim Walz si sfideranno martedì, 1° ottobre, sulla Cbs. Raramente un confronto tra running mate potrebbe rivelarsi decisivo come quest’anno. Sì, perché la situazione negli Stati chiave continua a rivelarsi fondamentalmente in bilico. Ragion per cui, anche un minimo spostamento di voti potrebbe fare la differenza. E di questo sia Walz che Vance sono perfettamente consapevoli.

A prima vista, il governatore dem del Minnesota sembra essere significativamente avvantaggiato rispetto al senatore repubblicano dell’Ohio. Un recente sondaggio dell’Associated Press ha infatti rilevato che Vance ha un grado di impopolarità superiore a quello di Walz (il 57% contro il 32%). Il democratico si mostra, insomma, più forte a livello di gradimento nazionale. A pesare negativamente sul repubblicano stanno d’altronde le sue controverse dichiarazioni sulle “gattare senza figli” e sugli immigrati che mangiano gli animali domestici a Springfield. Ciò detto, bisognerà poi analizzare la situazione negli Stati chiave e nelle quote decisive dell’elettorato. Qui, a ben vedere, il quadro appare più complesso.

Cominciamo dal voto operaio. La ragione principale per cui Donald Trump ha scelto Vance come suo vice sta nel fatto che il senatore dell’Ohio è una figura potenzialmente attrattiva per i colletti blu di Michigan, Wisconsin e Pennsylvania. Il tycoon vuole d’altronde tornare a far breccia nel cosiddetto Blue Wall. Ed è per questo che punta moltissimo sulla conquista della Rust Belt. Sa infatti perfettamente che, qualora riuscisse nell’impresa, Kamala Harris si troverebbe in enorme difficoltà nella corsa verso la Casa Bianca. La domanda a questo punto è: Walz sarà in grado di contendere il voto operaio a Vance? Alcuni analisti ritengono di sì. Anzi, c’è chi sostiene che, sotto questo aspetto, Walz sarebbe l’asso nella manica di una Harris che, con i colletti blu, ha storicamente delle difficoltà. Eppure, se andiamo a vedere più nello specifico, Walz, quando è stato rieletto governatore del Minnesota nel 2022, non ha avuto particolare supporto dal voto operaio. Inoltre, se leggiamo la media sondaggistica di Real Clear Politics a livello storico,  Harris nella Rust Belt sta performando peggio di Joe Biden e di Hillary Clinton rispettivamente a settembre 2020 e a settembre 2016. Questo ovviamente non significa che la candidata dem sia fuori gioco in loco. Significa però che, forse, un vice come Josh Shapiro avrebbe potuto aiutarla maggiormente in quest’area rispetto a quanto sta facendo Walz.

Un secondo nodo riguarda l’elettorato cattolico. Quest’ultimo è spesso decisivo per conquistare la Casa Bianca. E si rivela anche particolarmente importante per quanto riguarda la capacità di espugnare uno Stato cruciale come la Pennsylvania. Trump ha probabilmente puntato su Vance, che si è convertito al cattolicesimo nel 2019, anche per questa ragione. Dall’altra parte, Harris sconta storicamente alcune difficoltà con i cattolici, soprattutto a causa delle sue posizioni energicamente pro choice sull’aborto. Posizioni, queste, che sono sposate anche dallo stesso Walz, il quale, l’anno scorso, ha firmato una legge statale in Minnesota che, secondo l’Associated Press, ha virtualmente eliminato tutte le restrizioni all’interruzione di gravidanza. Da questo punto di vista, difficilmente Harris potrà far leva sul proprio running mate per accattivarsi il voto dei cattolici. Dove Walz potrebbe essere maggiormente d’aiuto alla vicepresidente è semmai negli hinterland benestanti dei grandi centri urbani in Virginia, North Carolina e Georgia. In queste aree, soprattutto l’elettorato femminile non ama posizioni troppo restrittive in materia di interruzione di gravidanza. Qui Trump e Vance riscontrano non a caso maggiori difficoltà ad avanzare. Tuttavia, Harris deve stare anche attenta a non dare l’impressione di aprire all’aborto tardivo, che resta impopolare tra la maggioranza degli americani.

Infine, emerge la questione dell’immigrazione. Walz prevedibilmente criticherà Vance per le sue dichiarazioni, secondo cui gli immigrati haitiani nella cittadina di Springfield in Ohio mangerebbero gli animali domestici: un’affermazione, questa, che è stata effettivamente smentita dalle autorità locali. Dall’altra parte, il democratico dovrà però fare attenzione a non dare l’idea di minimizzare i problemi legati all’immigrazione sia per quanto riguarda gli irregolari sia in riferimento ai ricollocamenti autorizzati dal governo federale. Per molti elettori, il tema migratorio appare infatti centrale e Harris, su questo fronte, sa di avere la strada in salita: non a caso, dopo tanto tempo, ha deciso di visitare la frontiera meridionale il 27 settembre. E anche su Springfield, bisogna fare attenzione. Se Vance è vulnerabile sulle dichiarazioni infondate relative ai gatti, potrebbe comunque avere buon gioco nell’attaccare le politiche di ricollocamento dell’amministrazione Biden-Harris, che, negli ultimi anni, ha inviato tra i 15.000 e i 20.000 immigrati haitiani in questo piccolo comune di 59.000 abitanti senza le risorse necessarie a reggere una simile pressione: a lamentare problemi fu, d’altronde, lo stesso sindaco di Springfield, Rob Rue, appena lo scorso luglio.

Insomma, il duello televisivo si preannuncia duro per entrambi i candidati vice. E, vista la situazione in bilico negli Stati chiave, potrebbe rivelarsi in grado di imprimere una svolta alla campagna elettorale.


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