I rendimenti dei titoli a 10 anni continuano a scendere, deprezzando i portafogli di debito sovrano in pancia alle banche. E aprendo la strada a una possibile valanga di perdite per gli istituti
Uno spettro si aggira per la Cina. E non sarebbe il primo, visti i tanti acciacchi del Dragone. Questa volta il problema è il prezzo dei titoli di Stato, che sta lentamente scivolando verso il basso, aprendo le porte a una pericolosa svalutazione dei portafogli bancari, dal momento che gli istituti, da quando Pechino ha lanciato il suo piano da mille miliardi di bond, lo scorso maggio, hanno fatto man bassa di debito sovrano. Ma forse a Pechino non avevano previsto la scarsa tenuta dei rendimenti, nonostante gli sforzi della Pboc, la banca centrale cinese, nel sostenere gli acquisti di titoli, nel tentativo di stabilizzarne il prezzo.
Negli Stati Uniti la svalutazione dei portafogli, anche se lì c’erano di mezza prodotti retail e non titoli di Stato, ha portato al crack della Silicon Valley Bank. Un canovaccio che ora potrebbe ripetersi in Cina. La prova, come sempre, è nei numeri. Il rendimento delle obbligazioni sovrane a 10 anni più attivamente negoziate è sceso infatti al 2,065%, un livello mai visto da quando sono diventati disponibili i dati ufficiali, nel 2002. E questo anche a fronte del fatto che le autorità, in primis la Pboc, siano diventate sempre più attive nella vendita di obbligazioni a lunga scadenza sul mercato secondario negli ultimi giorni.
Ma niente da fare, il rally volge al negativo. “La Pboc interverrà in modo più aggressivo per vendere obbligazioni e aumentare i rendimenti di tanto in tanto, ma i rendimenti continueranno probabilmente a scendere con un minimo del 2%”, ha affermato Gary Ng, economista senior presso Natixis, interpellato da Bloomberg. “Ci vorrà un grande miglioramento nell’economia e negli utili aziendali per ridurre il sentiment ribassista”.
L’ultimo appello del presidente cinese Xi Jinping ai funzionari a tutti i livelli per raggiungere l’obiettivo di crescita annuale del paese di circa il 5% ha offerto una nuova spinta al rally, aumentando lì per lì i rendimenti. I quali poi, assunte le sembianze di una bolla, hanno cominciato a ripiegare. Per alcuni, ciò significa che Pechino dovrà allentare la sua politica monetaria per sostenere la crescita. Era lo scorso maggio quando il governo cinese aveva cominciato a emettere obbligazioni sovrane speciali a lunghissima scadenza. Un test lungo, quasi una maratona obbligazionaria, dal momento che il collocamento terminerà a novembre. E potrebbe anche finire male.