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Elezioni in Brandeburgo, lo spettro delle urne anticipate. Scholz farà come Macron?

Dopo Turingia e Sassonia, un altro land dovrebbe vedere il crollo dei partiti della coalizione semaforo. Nella sua prima intervista da candidato ufficiale, Friedrich Merz ha spiegato che è positiva la decisione presa dall’Unione un anno prima delle elezioni federali “in modo da poterci preparare adeguatamente alla campagna elettorale, c’è un grande sentimento di approvazione e ottimismo”. Sempre che Scholz non decida di votare prima, come fatto da Macron

Il “partito populista di AfD” potrebbe distruggere la struttura democratica dopo le elezioni di Brandeburgo. Questa la vulgata che accompagna le elezioni regionali nel land tedesco che si terranno domenica prossima, dopo i risultati in Turingia e Sassonia di due settimane fa che hanno consegnato all’AfD una percentuale in doppia cifra. Appare evidente che, al di là del valore localistico attribuito alle urne regionali, la crisi di consensi dei partiti alla guida del governo federale di Olaf Scholz (Spd, Verdi, liberali di Fdp) è sotto gli occhi di tutti e al momento nulla vieta di pensare che potrebbe trasformarsi in una più ampia sofferenza politica, così come accaduto in Francia nel luglio scorso, quando Emmanuel Macron dopo il tonfo alle regionali ha deciso per elezioni anticipate.

Qui Brandeburgo

Secondo l’ultimo sondaggio prima delle elezioni nel land orientale di Brandeburgo AfD è solo un punto avanti rispetto all’Spd, che invece altrove è crollata sotto il 10%. Un testa a testa che vedrebbe al terzo posto la Cdu di Friedrich Merz: buone performance anche per il nuovo centrosinistra di Bsw mentre i Verdi invece potrebbero restare fuori dal Parlamento regionale di Potsdam perché sotto il 5%. Nello specifico il candidato di punta di AfD Hans-Christoph Berndt sarebbe al 28%, al terzo posto segue la Cdu guidata da Jan Redmann con il 14%, al quarto posto il Bsw con Robert Crumbach con il 13%. I Verdi sono al 4,5%, la Sinistra al 4%.

Annuncia un passo indietro il primo ministro del Brandeburgo Dietmar Woidke, che ha confermato la sua intenzione di dimettersi se l’AfD vincerà le elezioni di domenica. Il suo obiettivo, ha spiegato, è anche quello di garantire che il Brandeburgo non riceva un “grande timbro marrone” con riferimento ai dati annunciati per AfD.

I rischi

Secondo il direttore federale per l’antisemitismo Felix Klein potrebbero esserci gravi conseguenze delle elezioni in Brandeburgo del 2024, con il risultato per l’AfD che andrebbe oltre i confini dello Stato federale, ha ammonito: “L’ideologia antisemita non deve entrare nel Parlamento statale tedesco, soprattutto nel Brandeburgo, con i suoi importanti luoghi della memoria come gli ex campi di concentramento di Sachsenhausen e Ravensbrück, ciò sarebbe insopportabile per le vittime del nazionalsocialismo e rappresenterebbe un grave ostacolo per il lavoro di educazione politica degli ultimi decenni”, ha affermato.

Ma l’estrema destra Alternative für Deutschland punta ad un altro buon risultato alle regionali contando sul voto dei più giovani e rispetto agli altri partiti ha molti più seguaci sui social, in particolare su TikTok. Alle regionali in Turingia più di una persona sotto i 30 anni su tre ha votato per l’AfD e anche in Sassonia la situazione è stata pressoché simile.

Gli scenari

Ad di là di come finiranno le regionali, appare che l’esperienza del governo semaforo guidato da Scholz sia alle battute finali, non solo azzoppato dai voti verso AfD ma da scelte specifiche che non hanno dato frutti, si veda il caso Volkswagen e le politiche migratorie. Per questa ragione il candidato cancelliere della Cdu, Friedrich Merz, si dice pronto a raccogliere il testimone e pensa già al suo potenziale paniere di alleanze. Certamente i cristiano democratici guarderanno al centro e non a sinistra (ha aspramente criticato i Verdi). Nella sua prima intervista da candidato ufficiale, ha spiegato che è positiva la decisione presa dall’Unione un anno prima delle elezioni federali “in modo da poterci preparare adeguatamente alla campagna elettorale, c’è un grande sentimento di approvazione e ottimismo in tutta l’Unione”.

Sempre che Scholz non decida di votare prima, come fatto da Macron.


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