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Escalation Hezbollah-Israele. Cresce la tensione, ma i Caschi blu italiani restano

Con un missile caduto vicino alla base di Mansouri, dove si trovano i Caschi blu italiani della missione Unifil, si riaccende la preoccupazione per i nostri militari nell’intensificarsi della crisi tra Israele e Hezbollah. Per Crosetto la presenza del nostro contingente non è in discussione, e Tajani ha ricevuto le garanzie da Israele sulla sicurezza dei nostri militari, rimanendo tuttavia pronti a un’eventuale evacuazione

Nonostante la criticità della situazione, il contingente italiano di Unifil non è in discussione. A sancirlo è stato il ministro della Difesa, Guido Crosetto, intervenendo sull’evoluzione della crisi lungo il confine tra Israele e Libano, dove in questi giorni si sta intensificando l’offensiva di Tel Aviv contro le postazioni di Hezbollah. Le rassicurazioni del ministro arrivano in un momento delicato, con un colpo israeliano che, secondo una ricostruzione de Il Messaggiero, lunedì sera avrebbe sfiorato di appena cinquecento metri l’entrata della base Onu di Mansouri, dove sono schierati i Caschi blu italiani della missione in Libano.

Crosetto aveva già parlato della possibilità di un “coinvolgimento accidentale” causato da “l’incremento del livello e dell’intensità degli scontri”, tuttavia, ha ribadito il ministro, “Unifil non è l’obiettivo diretto degli attacchi” e “in questo momento la presenza dei nostri militari è un elemento di garanzia che speriamo possa indurre le parti a una de-escalation, creando le condizioni per riaprire il dialogo e avviare la mediazione”. Secondo quanto riferito da via XX Settembre, Crosetto è in contatto continuo con le parti coinvolte nella regione e costantemente informato dal capo di Stato maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone e dal comandante Operativo di vertice interforze, generale Francesco Paolo Figliuolo, sulle condizioni e sull’evoluzione della situazione di sicurezza dei nostri militari.

In seguito all’incidente che ha coinvolto la base italiana, il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha riferito di aver parlato con l’omologo israeliano, Israel Katz, per assicurarsi sull’incolumità del contingente italiano stazionato lungo il confine. “Abbiamo avuto garanzia che Israele presterà grande attenzione ai nostri militari che lì hanno il compito di garantire la pace e non di combattere, non sono attrezzati per questo, e la risposta israeliana è stata positiva”, aggiungendo come la Farnesina sarebbe pronta a effettuare un’evacuazione dell’area qualora si rendesse necessario.

Non è la prima volta che il nostro contingente è bersaglio dei colpi “vaganti” del conflitto tra Hezbollah e Israele. A ottobre dell’anno scorso un missile, deviato, aveva colpito senza nessuna conseguenza il quartier generale della missione Unifil a Naqoura, undici chilometri più a sud rispetto alla base italiana dove si trovano i militari dell’operazione Leonte XXXIV.


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