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Geopolitica e diplomazia ambientale verso la Cop29

Cosa si è detto alle Giornate dell’Energia e dell’Economia Circolare di Trevi 2024. Un’occasione per condividere con istituzioni, università, mondo della ricerca, imprese energetiche e del riciclo “le strategie per accelerare la trasformazione dei modelli di sviluppo economico” e non solo per raggiungere gli obiettivi della Cop28 da rilanciare per la Cop29. Senza lasciare indietro nessuno

Le ricorrenti contrapposizioni e relative polemiche sui cambiamenti climatici e le politiche ambientali in genere sono riemerse in maniera prepotente in occasione delle recenti alluvioni nell’Europa centrale e nel Nord dell’Italia, e dei vari eventi estremi sparsi nel pianeta (siccità, bombe d’acqua, tornado, ecc.). Fino a prese di posizioni piuttosto nette da parte del governo e degli imprenditori di casa nostra con la richiesta di rivedere tempi e modi per l’attuazione del Green Deal europeo, tanto caro alla rieletta presidente della Commissione. Nel frattempo, comunque, il mondo va avanti e si moltiplicano gli appelli di scienziati e addetti ai lavori, così come di organizzazioni internazionali, prima fra tutte le Nazioni Unite,  che sollecitano interventi urgenti e non più rinviabili per contrastare un fenomeno che, al di là di posizioni e schieramenti politici, è sotto gli occhi di tutti e non può essere più ignorato.

E tutti si preparano a quello che è senza dubbio l’appuntamento più importante del 2024: la Cop29, la Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti climatici, che si terrà a Baku, la capitale dell’Azerbaigian, dall’11 al 22 novembre. I temi chiave saranno la biodiversità (proteggere e ripristinare gli ecosistemi è essenziale per mitigare il cambiamento climatico), l’acqua (gestione, accesso e conservazione delle risorse idriche), la transizione energetica (abbandonare i combustibili fossili è fondamentale per limitare il riscaldamento globale). Ma soprattutto la finanza: il ruolo cruciale degli impegni finanziari nell’affrontare il cambiamento climatico. Un importante impegno finanziario darà ai Paesi in via di sviluppo il potere di investire in energia pulita, rafforzare la loro resilienza contro i disastri climatici e proteggere le comunità più vulnerabili.

Di questo e non solo si è parlato alle Giornate dell’Energia e dell’Economia Circolare di Trevi 2024. Un’occasione per condividere con istituzioni, università, mondo della ricerca, imprese energetiche e del riciclo “le strategie per accelerare la trasformazione dei modelli di sviluppo economico, realizzare le infrastrutture necessarie alla transizione ecologica, rafforzare le iniziative di ricerca e sviluppo delle nuove filiere energetiche e dell’economia circolare e strutturare politiche industriali competitive e sostenibili dal punto di vista ambientale e sociale per raggiungere gli obiettivi della Cop28 da rilanciare per la Cop29”. Senza lasciare indietro nessuno.

Le indiscrezioni che filtrano da Bruxelles parlano di un impegno pressante dell’Unione Europea nei confronti degli altri Paesi, Cina e Pesi Arabi in primis, affinché rispettino il loro impegno ad abbandonare i combustibili fossili e accettino di impegnare più fondi per aiutare le nazioni più povere a far fronte ai cambiamenti climatici. Tutti i Paesi dovrebbero impegnarsi su nuovi obiettivi nazionali “allineati con l’obiettivo di 1,5°C e con gli obiettivi di transizione energetica concordati a Dubai (nel 2023)”,  abbandonando i combustibili fossili e aumentando la capacità di energia rinnovabile entro il 2030. Gli stessi Paesi dovranno presentare alle Nazioni Unite nuovi piani nazionali sul clima già nei primi mesi del 2025.

“Mi auguro cha da Trevi possa arrivare ai governanti europei un segnale molto chiaro – ha evidenziato Massimo Milani,  segretario della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati – e cioè che l’ideologismo che abbiamo visto nell’esercizio della precedente Commissione sia finito. Mi sembra di capire che c’è un’attenzione diversa rispetto a quello che è il reale assetto produttivo europeo, non solo italiano, e quindi che si possa affrontare il tema della transizione ecologica  ed energetica in  maniera più pragmatica e meno ideologica. Mi sembra che vi siano spiragli positivi e spero che l’intervento di Draghi sulla competitività abbia  dato una scossa importante che, mi auguro, venga accolta dalla nuova Commissione”.

“Il rinnovato interesse sui temi della cooperazione si deve all’approvazione del Piano Mattei per l’Africa – ha ricordato Giuseppe Moles, amministratore delegato di Acquirente Unico – un progetto strategico di diplomazia, spinta allo sviluppo e investimento dell’Italia che ha il pregio di dare organicità a tutte le iniziative rivolte all’Africa. Il nostro Paese è il vero connettore geografico dell’Europa con l’Africa e il Piano fornisce una soluzione ad un problema strategico reale: uno sviluppo condiviso attraverso una cooperazione strutturale. E’ indispensabile approfondire il tema di come affrontare il rapporto sempre più stretto fra geopolitica, sicurezza energetica e transizione verde”.

L’economia circolare è uno dei pilastri del Green Deal europeo e della Missione 2 del Pnrr “Rivoluzione verde e transizione ecologica”. L’obiettivo è di “colmare le lacune strutturali che ostacolano il raggiungimento di un nuovo e migliore equilibrio fra natura, sistemi alimentari, biodiversità e circolarità delle risorse”, in linea con gli obiettivi del Piano d’azione per l’economia circolare dell’Unione europea e la Strategia nazionale per l’economia circolare. Quest’ultima, incentrata su eco-progettazione ed ecoefficienza, intende supportare il raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica, anche attraverso “nuovi strumenti amministrativi e fiscali” per potenziare il mercato delle materie prime seconde e definire le responsabilità di produttori e consumatori.

Fabrizio Penna è il Capo del Dipartimento Unità di Missione per il Pnrr del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Partecipando ai lavori dell’edizione 2024 delle Giornate di Trevi ha aggiornato la platea sullo stato dell’arte  dei progetti e dei finanziamenti relativi alla Missione. “Un anno fa – ha detto Penna – avevamo testimoniato come si stava svolgendo il negoziato con l’Unione europea per la rimodulazione del Pnrr e per l’implementazione di questo capitolo con il Repower Eu. Oggi il nuovo Piano, con la settima missione riservata alla sicurezza, all’indipendenza e alla resilienza energetica, è attivo. Come Italia e come Ministero dell’Ambiente, sotto la guida del Ministro Pichetto, abbiamo rispettato i tempi del cronoprogramma e siamo molto soddisfatti dei risultati raggiunti, soprattutto su tematiche importanti come quella dell’economia circolare, la cui attuazione ha creato un fondamentale lavoro sinergico tra tutti i soggetti in campo: il sistema consortile con Conai, Comieco, Corepla e altri soggetti consortili”.

Sulla stessa linea Fabio Costarella, vice direttore del Conai, il consorzio best performer in Europa sul riciclo degli imballaggi. “Continueremo a rispondere a quelli che sono obiettivi sempre più sfidanti – ha detto Costarella – ma serve un cambio di passo sulla governance, soprattutto nelle regioni che sono in ritardo sulla raccolta differenziata rispetto alle aree che hanno implementato negli anni un sistema di gestione industriale di valorizzazione dei rifiuti. L’organizzazione delle raccolte differenziate e la realizzazione di nuovi impianti per il riciclo anche al Sud diventa cruciale. Conai, insieme ai Consorzi di filiera e ANCI, ha di recente lanciato un piano straordinario per le Città metropolitane del Centro-Sud per una gestione più efficace ed efficiente dei rifiuti di imballaggio. Questo vuol dire maggiori corrispettivi riconosciuti ai Comuni, maggiori opportunità di sviluppo e incremento dell’occupazione”.

“Il ministero dell’Ambiente – gli ha fatto eco Laura D’Aprile, capo dipartimento per lo sviluppo sostenibile del MASE – è impegnato nella transizione ecologica e sui temi dell’economia circolare portando avanti le eccellenze che ci sono nel nostro Paese, ed anche per la transizione energetica sulle rinnovabili. Il regolatore deve accompagnare lo sviluppo tecnologico e di settore senza ingessarne il progresso con regole che siano di freno allo sviluppo. È la linea che stiamo cercando di seguire da anni basata sulla conoscenza tecnologica e la competenza”.

“L’ottava edizione delle Giornate – ha detto Matteo Favero, presidente di Globe Italia, organizzatore della manifestazione, chiudendo i lavori – si è concentrata in particolar modo sul ruolo dell’Italia nel nuovo contesto europeo e mediterraneo di fronte alle sfide del nostro tempo: la decarbonizzazione, il riciclo e il riuso dei materiali, la mobilità a basse emissioni, la buona economia, per costruire un futuro più giusto e valorizzare le eccellenze dei territori”

“Questo appuntamento rappresenta sempre più – ha concluso Favero – un laboratorio concreto e permanente in cui le eccellenze italiane del riciclo e dell’efficienza energetica si incontrano, fornendo al decisore pubblico dati e strumenti efficaci per promuovere un quadro normativo coerente con le sfide che il nostro Paese ha davanti. La tripla transizione ha bisogno di tutte le migliori energie per coniugare sostenibilità, innovazione tecnologica e attenzione all’impatto sociale di questa rivoluzione”.


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