La Nasa ha inaugurato una nuova era nell’esplorazione spaziale con il lancio del sistema avanzato di vela solare Acs3, un’innovazione che sfrutta la luce solare per la propulsione, eliminando la necessità di carburante. Il successo del dispiegamento della vela, confermato dopo quattro mesi dal lancio, apre la strada a missioni spaziali più economiche e durature, promettendo applicazioni tecnologiche avanzate per le future esplorazioni
Lo spazio è ufficialmente il nuovo mare da navigare, grazie alla Nasa che ha compiuto un significativo passo avanti nell’esplorazione spaziale con il lancio della sua tecnologia di vela solare di nuova generazione. Il 24 aprile 2024, un razzo Electron di Rocket Lab ha portato nello spazio l’Advanced composite solar sail system (Acs3), segnando l’inizio di una missione che potrebbe cambiare il modo in cui pensiamo alla propulsione nello spazio.
A distanza di quattro mesi dal lancio, la conferma del successo dell’Acs3 è arrivata. La Nasa ha comunicato il pieno successo del dispiegamento della vela solare, avvenuto il 29 agosto 2024. Questo traguardo non solo rappresenta una conferma delle capacità della tecnologia, ma apre anche nuove possibilità per le future missioni spaziali. Le immagini ad alta risoluzione del sistema, previste per il 4 settembre 2024, offriranno ulteriori dati e conferme delle prestazioni della vela.
La missione proseguirà con una serie di manovre che permetteranno agli scienziati di studiare il comportamento della vela nello spazio, informazioni cruciali per la progettazione di future missioni dotate di vele solari più grandi e performanti. Questi dati saranno fondamentali per lo sviluppo di satelliti di allerta precoce per le condizioni meteorologiche spaziali, missioni di ricognizione di asteroidi e altre applicazioni avanzate.
Le vele solari operano sfruttando la pressione esercitata dalla luce solare. Sebbene i fotoni non abbiano massa, sono in grado di trasferire quantità di moto quando colpiscono una superficie riflettente, come quella di una vela solare. Questa spinta, per quanto piccola, può essere utilizzata per muovere una navicella spaziale attraverso il vuoto dello spazio. La grande innovazione di questa missione risiede nei booms della vela, realizzati con un nuovo composito di polimeri flessibili e fibra di carbonio, che offrono una maggiore rigidità e leggerezza rispetto alle precedenti tecnologie.
Dopo aver raggiunto un’orbita sincrona con il Sole, a circa mille chilometri dalla Terra, il sistema ha cominciato a dispiegare i suoi booms, estendendo una vela polimerica di circa ottanta metri quadrati in meno di mezz’ora. Questo momento critico è stato attentamente monitorato da telecamere montate sulla navicella, che hanno catturato la forma e la simmetria della vela durante il processo di dispiegamento.
Il successo dell’Acs3 rappresenta un passo avanti decisivo verso l’adozione di vele solari più grandi e ambiziose, con potenziali applicazioni che vanno oltre la semplice propulsione spaziale. La capacità di sfruttare l’energia del Sole, una risorsa virtualmente infinita, potrebbe rivoluzionare i viaggi spaziali, eliminando la necessità di massicci serbatoi di carburante e permettendo missioni a lungo termine verso la Luna, Marte e oltre.
Oltre alla propulsione, i booms potrebbero essere utilizzati per costruire strutture abitative su altri corpi celesti, come la Luna e Marte, o per creare antenne compatte per migliorare le comunicazioni tra gli astronauti e la Terra. Con questa tecnologia, la Nasa non solo dimostra la fattibilità delle vele solari, ma apre anche la strada a future missioni che potrebbero ridefinire i limiti dell’esplorazione umana e robotica nello spazio. Come ha sottolineato Rudy Aquilina, project manager della missione, “Questa tecnologia accende l’immaginazione, applicandola ai viaggi spaziali. Dimostrare le capacità delle vele solari è il passo successivo nell’uso di questa tecnologia per ispirare le missioni future”.