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Metsola-Tajani, da Napoli a Bruxelles le nuove sfide del Ppe

Europa, Africa, Mediterraneo al centro del meeting Ppe nel capoluogo campano. Metsola: “Voglio ringraziare l’Italia per la sua leadership in Europa come presidenza di turno del G7 e come leader in così tanti settori. L’Italia rimarrà al centro del processo decisionale europeo”. Weber: “Migranti, Italia un esempio positivo dove i numeri si sono ridotti notevolmente nell’ultimo anno”

Europa, Africa e Mediterraneo. Non solo tre perni della geopolitica di oggi, ma soprattutto tre modi di intendere le sfide che la nuova governance dell’Ue dovrà affrontare in maniera più approfondita, anche in considerazione di due elementi. Il primo: rispetto a cinque anni fa il Ppe ha deciso di dialogare con i conservatori di Giorgia Meloni. Il secondo: le problematiche sul tavolo internazionale sono intimamente connesse alle sfide per la sopravvivenza stessa dell’Ue, così come ricordato da Mario Draghi nel suo recente paper sulla competitività. Il Ppe, riunito a Napoli, lo ha compreso e traccia la sua rotta valoriale e politica.

Responsabilità e soluzioni

Il primo tema emerso dal dibattito in corso nel capoluogo campano è quello del legame esistente tra responsabilità e soluzioni alle crisi, fra tutte quella che prende il nome di guerra. Lo ha sottolineato il presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, quando ha osservato che l’Europa dovrebbe capire la responsabilità che ha. “Non possiamo più credere o sperare che altri continenti, altri Paesi, risolvano i problemi per nostro conto. Non possono e non devono”. Per questa ragione propone che l’Ue offra il proprio contributo, mantenendo le promesse agli elettori e individuando le lacune che rimangono per colmarle e progredire su infrastrutture, istruzione, agricoltura, sicurezza alimentare, investimenti. “Ci sono sfide che vanno ben al di là dell’immediato”.

Il gancio con le soluzioni si ritrova alla voce collaborazione: lo ribadisce l’esponente popolare maltese, riconfermata alla guida dell’eurocamera, quando spiega che nel passato forse la “collaborazione in un’area tumultuosa è spesso stata caratterizzata da pregiudizi e rapporti storici, oggi la nostra prosperità si collega a vicini e viceversa, dobbiamo lavorare insieme per consolidare la nostra fiducia reciproca e costruire una collaborazione peer to peer che sia alimentata da un dialogo faccia a faccia”.

Faro Mediterraneo

Il Mediterraneo, dunque, come punto di osservazione privilegiato per decrittare le nuove sfide in corso, in modo particolare legate ai destini di Kyiv e Gaza. Secondo Metsola la creazione di un’area di una zona mediterranea in cui la stabilità e la prosperità possano prevalere, è condizione fondamentale per sfide che ci si pongono davanti, come la transizione verde e digitale, l’immigrazione, la sicurezza alimentare e la salute. Infine mette l’accento sul lavoro svolto dal governo di Giorgia Meloni: “Voglio ringraziare l’Italia per la sua leadership in Europa come Presidenza di turno del G7 e come leader in così tanti settori. L’Italia rimarrà al centro del processo decisionale europeo”.

Un piglio condiviso anche dal capogruppo del Ppe, Manfred Weber, che ha spiegato come all’ordine del giorno del meeting popolare vi siano proprio i temi attualissimi come la crescita economica sulla base del rapporto Draghi, le migrazioni, (alla luce dell’esempio “positivo dato dal governo italiano”), la sicurezza, la Russia. Da Napoli dunque è iniziata la discussione sulle politiche del prossimo quinquennio, a cui si somma il documento sulla difesa, alla presenza del neo commissario europeo.

Balcani e Africa

Secondo Antonio Tajani il Mediterraneo non deve essere cimitero per migranti, ciò anche grazie agli accordi contro i trafficanti che il governo italiano (applaudito per questo dal neo premier inglese Starmer) ha raggiunto con Paesi cardine, come Libia, Tunisia, Egitto. E dal momento che la Cina sta investendo sempre di più, in Africa, l’Europa dovrà gioco forza essere più presente nell’Africa del nord, perché “perdere l’Africa sarebbe un errore politico”. Ma Tajani non si ferma all’Africa, bensì allarga il raggio d’azione ai Balcani “per fare in modo che i Paesi candidati possano entrare a far parte dell’Ue, anche questa rappresenta una priorità per l’Italia”, al fine di dare un chiaro segnale d’attenzione a questa parte d’Europa “che deve riunificarsi all’Europa, cosa che à stata impedita a causa della dittatura comunista”.


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