Quando Giorgia Meloni osserva che con con Starmer c’è l’obiettivo comune della lotta al traffico di essere umani, segue la traccia strutturale degli altri tavoli sull’immigrazione aperti con i vertici dell’Ue e alcuni Paesi, che nel recente passato hanno portato ad esempio agli accordi con la Tunisia. “C’è un dialogo continuo in materia di politica estera e di difesa, su energia, scienza, innovazione, sicurezza e lotta al crimine, contrasto all’immigrazione di massa: è un fenomeno che interessa tutta l’Europa, siamo d’accordo che la prima cosa da fare è intensificare la lotta al traffico di essere umani e farlo unendo di più gli sforzi, lavorando a una maggiore cooperazione e puntando al cuore di questo traffico”
Promuove Giorgia Meloni e studia il modello Italia. Sull’immigrazione sir Keir Starmer a Roma ha parlato di successi “straordinari” dell’Italia sugli sbarchi, a dimostrazione di una tematica ultra sensibile che travalica steccati ideologici. Al di là degli altri aspetti discussi nel bilaterale (leggi qui l’articolo di Gabriele Carrer), a Villa Pamphilj è andata in scena una traccia significativa delle future dinamiche europee, con una convergenza ideale e valoriale sottolineata anche dai media inglesi. Bbc e Sky News danno conto delle parole del numero uno di Downing street sui progressi della strategia italiana per affrontare “i fattori migratori all’origine e contrastare gli scafisti”.
Londra guarda a Roma
Il governo inglese ha promesso impegno assoluto sul punto, non solo per la contingenza (Germania su tutti), ma anche in vista delle future politiche della nuova Commissione Europea: per questa ragione Starmer, dopo l’ipotesi Ruanda immaginata dal suo predecessore, pensa a come frenare il flusso degli sbarchi attraverso soluzioni praticabili, prima che ideologiche: e il modello rappresentato dall’accordo italo-albanese siglato da Meloni e Rama è lì sul tavolo in evidenza.
La Manica, dunque, come il Mediterraneo, non fosse altro perché, come precisato dal premier italiano, la filiera messa in piedi dai trafficanti di esseri umani è lunga e merita una risposta di insieme, che poggi proprio su accordi tra più Paesi, sulla falsa riga di quanto fatto dall’Italia con il Paesi africani della sponda meridionale del mare nostrum. Anche il Guardian mette in risalto “l’interesse” confermato da Starmer rispetto all’accordo fra Italia e Albania.
Obiettivo comune
Quando Giorgia Meloni osserva che con Starmer c’è l’obiettivo comune della lotta al traffico di essere umani, segue la traccia strutturale degli altri tavoli sull’immigrazione aperti con i vertici dell’Ue e alcuni paesi, che nel recente passato hanno portato ad esempio agli accordi con la Tunisia. “C’è un dialogo continuo in materia di politica estera e di difesa, su energia, scienza, innovazione, sicurezza e lotta al crimine, contrasto all’immigrazione di massa: è un fenomeno che interessa tutta l’Europa, siamo d ‘accordo che la prima cosa da fare è intensificare la lotta al traffico di essere umani e farlo unendo di più gli sforzi, lavorando a una maggiore cooperazione e puntando al cuore di questo traffico”.
Il riferimento dunque è ad una visione diversa rispetto al passato della sfida sull’immigrazione: viene definita non a caso una “sfida condivisa” quella dell’immigrazione irregolare, perché “prevenire la partenza delle persone è molto meglio che gestire gli arrivi”. E quando il laburista torna sul concetto di pragmatismo, aggiunge un elemento estremamente significativo dal momento che può essere adottato altrove: Italia e Regno Unito “possono condividere esperienze e informazioni” e “la necessità di non avere timore ad esplorare soluzioni nuove”. Per cui Londra sull’immigrazione promette di studiare il modello Italia.