Le forze armate giapponesi hanno denunciato una violazione del loro spazio aereo da parte di un velivolo militare russo, a cui hanno per la prima volta risposto con il fuoco (di segnalazione). Ma l’episodio avviene in un contesto più ampio
Lunedì 24 settembre, le Forze Armate giapponesi hanno registrato tre violazioni dello spazio aereo nazionale al largo della costa nord-occidentale del Paese, tutte ad opera dello stesso velivolo militare russo. Yoshimasa Hayashi, segretario di gabinetto del primo ministro Fumio Kishida, ha dichiarato che l’aereo ha sorvolato l’isola di Rebun, nella prefettura settentrionale di Hokkaido, tra le 13 e le 15 di lunedì. “Questa violazione del nostro spazio aereo è estremamente deplorevole. Abbiamo presentato una protesta molto forte al governo russo attraverso i canali diplomatici e lo abbiamo esortato con forza a evitare che simili episodi si ripetano”, ha affermato Hayashi, sottolineando inoltre che il Giappone non conosce le “intenzioni e gli obiettivi” degli aerei militari russi. Il segretario ha aggiunto che il Giappone “prenderà tutte le misure possibili per garantire la massima vigilanza e sorveglianza”.
In risposta a queste incursioni, il ministro della Difesa Minoru Kihara ha dichiarato che sono stati inviati caccia F-15 e F-35 per lanciare un avvertimento radio e, per la prima volta, è stato utilizzato un razzo di segnalazione per dissuadere il velivolo russo.
Non è la prima volta che un aereo militare russo viola lo spazio aereo giapponese. Secondo il ministero della Difesa giapponese, i voli di lunedì rappresentano la quarantaquattresima incursione nota di un velivolo russo (o identificato come tale) dal 1967. Tuttavia, un episodio simile non si verificava dal giugno del 2019. Inoltre, è la prima volta che l’aviazione giapponese ha impiegato un razzo di segnalazione per intimare a un aereo straniero di allontanarsi.
Ciò che rende significativo questo episodio è il contesto di crescente assertività da parte delle potenze revisioniste nell’Indo-Pacifico, in particolare nei pressi del Giappone. L’infrazione dello spazio aereo da parte del velivolo russo avviene infatti a un mese di distanza da un’altra incursione, questa volta ad opera di un aereo da ricognizione Y-9 dell’aviazione della People’s Liberation Army cinese, che ha sorvolato lo spazio aereo giapponese. In quell’occasione, il governo ha dichiarato che si trattava della prima incursione di questo genere da parte dell’esercito cinese.
Inoltre, solo una settimana fa la portaerei cinese “Liaoning”, accompagnata da due cacciatorpediniere, ha navigato tra l’isola più occidentale del Giappone, Yonaguni, e la vicina Iriomote, entrando nella cosiddetta “zona contigua” del Paese, un’area di mare che si estende per 24 miglia nautiche oltre le acque territoriali, in cui il Giappone mantiene un certo controllo sul traffico marittimo.
La rinnovata assertività di Russia e Cina si manifesta anche attraverso una cooperazione sempre più stretta tra i due Paesi. Navi sia cinesi che russe hanno attraversato lo stretto di Soya, tra Hokkaido e l’isola russa di Sakhalin, nell’ambito di un’esercitazione congiunta delle loro flotte. Il ministro Kihara ha anche evidenziato la possibilità che i movimenti degli aerei russi e l’esercitazione navale siano collegati.