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Napoli chiama Bruxelles, il Mediterraneo al centro del meeting Ppe

Nel capoluogo campano prende avvio la tre giorni del partito popolare europeo, attesi Weber, Tajani, Metsola. De Meo: “Occasione per evidenziare il ruolo e la centralità del Ppe e di Forza Italia alle ultime elezioni europee e nelle nomine dei nuovi Commissari”. Immigrazione e difesa temi centrali, con il lungo sguardo al dialogo imprescindibile con i conservatori di Giorgia Meloni

L’Europa riconosca la particolare importanza del Mediterraneo. Da Napoli, in occasione delle giornate di studio del Partito Popolare Europeo, parte una nuova sfida al futuro del continente: ovvero scommettere sulla commissione che sta per nascere anche al fine di rimettere al centro dell’azione politica europea il mare nostrum, naturale bacino in cui gravita l’Italia. Gli Study Days targati Ppe, in programma nel capoluogo campano fino al prossimo venerdì, hanno proprio questo obiettivo, impreziosito dal ruolo dell’Italia nello scenario internazionale. Attesi tutti i big del partito come Weber, Tajani, Metsola.

Centralità di Forza Italia

Non sfugge che a Napoli verrà messo in risalto un altro elemento, ovvero quello relativo alla centralità di Forza Italia “per la credibilità dell’Italia in Ue”, così come osservato pubblicamente dall’europarlamentare azzurro Salvatore De Meo, secondo cui la scelta del Ppe di tenere a Napoli il suo appuntamento periodico “conferma quanto sia importante il ruolo dell’Italia nello scenario internazionale e soprattutto il ruolo di Forza Italia quale forza politica moderata e indispensabile per la stabilità e credibilità del governo italiano in Europa”. Immigrazione e difesa sono temi centrali, con il lungo sguardo al dialogo imprescindibile con i conservatori di Giorgia Meloni (che pochi giorni fa ha incontrato a Roma il leader spagnolo Feijoo). 

L’evento si inserisce all’interno del delicato e lungo meccanismo che vede le istituzioni europee impegnate nelle audizioni sui nuovi commissari su temi significativi come la difesa, l’economia, l’immigrazione e l’ambiente, “anche alla luce del recente report presentato da Mario Draghi, e particolare attenzione sarà dedicata ai rapporti con i paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente”.

Il patto per il Mediterraneo

Questa la ragione per cui il Ppe vuole che “l’Europa rinnovi le sue ambizioni nel mondo e riconosca la particolare importanza del Mediterraneo”, ha dichiarato il presidente del Gruppo Ppe Manfred Weber, a poche ore dall’incontro. Uno dei momenti più significativi si svolgerà mercoledì 25 settembre a Palazzo Reale quando i membri del gruppo interverranno su due temi strategici, come il Mediterraneo e la difesa europea. Il giorno successivo si discuterà di emergenza internazionale, crisi i Medio Oriente, guerra in Ucraina e Intelligenza Artificiale. Ci saranno tutti i parlamentari europei del Ppe, tra cui Roberta Metsola, e i vertici di Forza Italia con il Segretario Nazionale Antonio Tajani di ritorno da New York dove ha partecipato all’assemblea delle Nazioni Unite.

I temi sul tavolo

Proprio il mare nostrum sta progressivamente assumendo un ruolo sempre più rilevante, alla luce di due dossier su tutti: l’emergenza immigrazione e la difesa comune. Sul primo punto c’è da registrare il costante lavorìo del governo italiano, fatto di coordinamento con l’Ue e di accordi con i paesi più prossimi (Tunisia, Libia, Egitto) che ha portato al sensibile calo degli sbarchi in Italia. Il modello di gestione dell’immigrazione ideato da Palazzo Chigi è stato pubblicamente elogiato anche da capi di governo con altri colori politici, come i laburista Keir Starmer nella sua recentissima visita a Roma, dove ha incontrato il presidente del consiglio Giorgia Meloni.

Difesa Ue

Sul secondo si materializza una delle novità della commissione Ursula bis, ovvero il commissario ad hoc alla difesa. Per la prima volta infatti un falco anti-Putin, il 68enne lituano Andrius Kubilius, guiderà la difesa europea grazie ad un portafoglio tarato sull’industria militare.

La messa in sicurezza di politiche ad hoc può essere assicurata solo con maggiori investimenti nella difesa, che di fatto è un impegno assunto da tutti i Paesi Nato. Ciò dovrebbe essere implementato ancora di più alla luce dei numeri europei sulla difesa: nel 2023 l’Europa ha investito come acquisizioni di sistema 110 miliardi di euro, mentre gli americani 250. Inoltre i 110 miliardi europei sono stati distribuiti su 30 diverse piattaforme, quelli americani su 12. Ecco il lavoro che aspetta il neo commissario Kubilius.



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