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Il testa a testa tra Pechino e Washington visto dal Lowy Institute

Il rapporto del think thank rileva un significativo cambiamento negli equilibri di potere nell’Indo-Pacifico. Pechino riduce il divario militare con Washington, mentre la Russia declina e potenze emergenti come Giappone e Indonesia guadagnano influenza

Il Lowy Institute, think thank australiano specializzato sulla politica internazionale, ha rilasciato la nuova edizione del Asia Power Index, rapporto annuale sulle capacità militari degli attori presenti nel continente asiatico. Un’edizione molto particolare, che evidenzia un cambiamento significativo negli equilibri di potere militare nell’Indo-Pacifico: gli Stati Uniti non sono più la potenza militare dominante incontrastata nella regione.

Secondo gli autori del rapporto (Susannah Patton, Jack Sato e Herve Lemahieu) la Repubblica Popolare Cinese ha infatti ridotto in modo considerevole il divario con gli Stati Uniti, riuscendo dal 2018 a ridurre di oltre il 25% il vantaggio che Washington deteneva riguardo alla potenza militare. Per la prima volta da quando è iniziata la sua pubblicazione, il rapporto suggerisce che la Cina potrebbe essere meglio posizionata rispetto agli Stati Uniti per schierare forze militari rapidamente e mantenerle operative a lungo in caso di conflitto interstatale in Asia.

Nonostante la crescente potenza militare di Pechino, il rapporto evidenzia però anche segnali di stabilizzazione del suo potere complessivo. Rallentamento economico e sfide strutturali a lungo termine, (come ad esempio debito crescente e crisi nel settore immobiliare), stanno pesando sulla capacità della Cina di continuare a crescere. Anche se il paese rimane una potenza dominante, il ritmo della sua crescita sembra essersi rallentato, con conseguenze sulle sue capacità di power projection. E gli Stati Uniti rimangono comunque davanti rispetto alla Cina in sei degli otto indicatori dell’Asia Power Index, mantenendo una posizione preminente in ambiti come l’influenza diplomatica, la forza militare “pura” e la capacità di innovazione tecnologica.

Un altro aspetto rilevante del rapporto è il declino dell’influenza della Russia nella regione indo-pacifica: Mosca è stata superata dall’Australia, scivolando al sesto posto nell’indice. Questo calo è attribuito principalmente alla guerra in Ucraina, che ha sottratto risorse e attenzione, indebolendo il peso globale del Paese. Secondo il rapporto, le visite condotte dal presidente russo Vladimir Putin in Asia nel 2024 sono apparse come sforzi per mantenere una rilevanza in calo, piuttosto che segnali di forza strategica.

Il Giappone emerge come uno degli attori regionali in maggiore ascesa, sia sul piano militare che diplomatico. Il paese ha rafforzato notevolmente le sue capacità di difesa, stringendo accordi di sicurezza, come quello di accesso reciproco firmato con le Filippine, e consolidando le sue relazioni con gli Stati Uniti, l’Australia e la Corea del Sud. Il rapporto definisce la trasformazione del Giappone da una potenza economica e culturale a una potenza regionale di sicurezza come una delle tendenze più significative nell’Asia Power Index del 2024.

L’India, pur mantenendo il terzo posto nella classifica, rimane limitata nella sua capacità di proiettare potenza oltre lo Stretto di Malacca. Nonostante le sue enormi risorse, che includono una popolazione vasta e una delle più grandi economie mondiali in termini di parità di potere d’acquisto, Nuova Delhi non riesce ancora a esprimere appieno il suo potenziale di grande potenza. Tuttavia, il rapporto lascia intendere che l’India ha ampi margini di crescita futura, soprattutto se riuscirà a sfruttare meglio le sue risorse economiche e demografiche.

Tra le altre potenze secondarie della regione, l’Indonesia è quella che ha registrato il maggiore aumento di potere dal 2018, con una crescita del 2,9 punti nel solo 2024, segnando un aumento dell’11% rispetto al punteggio di sei anni fa. Anche le Filippine hanno migliorato la loro posizione, superando il Pakistan e raggiungendo il quindicesimo posto nell’indice. Questo avanzamento è stato in gran parte attribuito ai legami più stretti di Manila con gli Stati Uniti e con altri partner regionali, al di fuori del tradizionale ambito dell’Asean. Le Filippine hanno migliorato soprattutto la loro influenza diplomatica, grazie a una strategia più proattiva sul piano internazionale.

L’Asia Power Index dipinge un quadro complesso e dinamico, dove la Cina continua a rappresentare una sfida crescente per la supremazia degli Stati Uniti nell’Indo-Pacifico, ma affronta a sua volta limitazioni interne. Allo stesso tempo, potenze emergenti come il Giappone, l’India e l’Indonesia stanno guadagnando terreno, mentre la Russia sembra destinata a un ruolo sempre più marginale nella regione. Il cambiamento degli equilibri di potere nell’Indo-Pacifico continuerà a plasmare le dinamiche geopolitiche globali nei prossimi anni.



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