Skip to main content

Sciopero generale, la tazza di brodo di Maurizio Landini. Il commento di Cangini

Ieri, dopo aver incontrato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, il segretario generale della Cgil Maurizio Landini ha tradotto la politica economica del governo in “anni di austerità, sacrifici e tagli”, di conseguenza annunciando che il sindacato “non starà a guardare”. A breve, dunque, la Cgil proclamerà un nuovo, ennesimo sciopero generale

Il neodirettore generale di Confindustria Maurizio Tarquini si fa vanto di aver trovato l’accordo col sindacato al termine ogni trattativa aziendale che ha gestito; nel corso della recente Assemblea generale di Confindustria, il neopresidente Emanuele Orsini ha speso parole di miele nei confronti della controparte sindacale; il governo Meloni ha evitato come la peste ogni contrapposizione ed è reduce da un duro scontro con i “padroni” dell’ex Fiat che minacciavano di smantellare lo stabilimento di Mirafiori. Ma allora, contro chi sciopera Maurizio Landini? Contro tutti e contro nessuno, che tanto, ormai, non fa alcuna differenza.

Nel 2022, la Cgil annunciò la mobilitazione generale contro la prima legge di bilancio del governo Meloni quando ancora la manovra economica era ben lunghi dall’essere presentata. Da allora, quella che sembrava una stravagante eccezione è diventata una regola: ogni anno uno sciopero generale, ogni sciopero generale una chiamata a raccolta delle tribù disperse della sinistra che fu.

Ieri, dopo aver incontrato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, il segretario generale della Cgil Maurizio Landini ha tradotto la politica economica del governo in “anni di austerità, sacrifici e tagli”, di conseguenza annunciando che il sindacato “non starà a guardare”. A breve, dunque, la Cgil proclamerà un nuovo, ennesimo sciopero generale. E c’è da credere che, come sempre, la Uil si accoderà. Chissà se la posizione dialogante e per nulla ideologica della Cisl è dovuta solo al realismo che contraddistingue Luigi Sbarra, o se invece non sia ispirata al ricordo del severo monito lanciato ai primi del Novecento da Filippo Turati.

“Scioperi vani”, fu il titolo, di per sé eloquente, di un tanto coraggioso quanto celebre articolo pubblicato dal leader socialista sulla rivista milanese “Lotta di classe”. Lo svolgimento è perfettamente coerente col titolo: “Lo sciopero è mezzo di estrema difesa, da usarsene con ogni riguardo”. L’articolo fece scalpore ed entusiasmò persino l’allora giovane economista liberale Luigi Einaudi. “Non esito a dire che questo è uno degli articoli più notevoli usciti dalla penna di Filippo Turati”, scrisse l’uomo che con le sue “prediche inutili” non si stancò mai di teorizzare il confronto costruttivo piuttosto che lo scontro distruttivo tra portatori di idee diverse.

Quella di Turati non era una posizione tattica, ma strategica. Il vecchio leader riformista, infatti, ribadì più e più volte il concetto, fino a trasformalo in un monito imperituro: “State attenti con gli scioperi, che rischiare di uccidere la gallina dalle uova d’oro”. Da quella gallina, ormai esausta, Maurizio Landini ricaverà al massimo una tazza di brodo per sé e i propri cari.


×

Iscriviti alla newsletter