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Convergenze europee. Feijoo a colloquio da Meloni

Cresce la consapevolezza che proprio il rinnovato dialogo tra popolari e conservatori, stimolato negli ultimi mesi da una serie di autorevoli personalità continentali, come il capo del Ppe Manfred Weber, è la chiave per affrontare sia il mutato quadro politico sia le nuove sfide che attendono l’Ue

Dopo Londra, anche la Spagna promuove il governo Meloni sui migranti per bocca del leader del Partito Popolare Alberto Nu’nez Feijo’o, oggi a Roma. Segno di un dialogo tra popolari e conservatori (valoriale e sulle nuove politiche da attuare) non più solo mera ipotesi sul tavolo.

Modello Italia

“In Italia la lotta all’immigrazione irregolare funziona ed è efficace, in Spagna no”, ha osservato Feijoo, che ha incontrato la premier Giorgia Meloni a Palazzo Chigi e in seguito ha visitato la Stampa estera con il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. “Sono chiaramente contrario all’immigrazione irregolare e molto rispettoso nei confronti di coloro che arrivano in Spagna o in Italia con un contratto di lavoro regolare e rispettano le leggi ma dobbiamo evitare che prosperino le mafie che trafficano con le persone e dobbiamo incentivare la immigrazione regolare. Rilevo che nell’ultimo anno in Italia il numero dei migranti irregolari è diminuito del 60% mentre nel mio Paese è aumentato del 60%. In questo senso la politica italiana è molto efficace”.

Il modello italiano, frutto degli accordi con i Paesi sensibili e di una lunga e costante interlocuzione in Europa (che nel recente passato ha portato alle visite strutturate in Tunisia, Libia ed Egitto) registra un altro pollice in su, da un Paese che si sta confrontando sempre di più con i flussi che giungono da Gibilterra.

I temi sul tavolo

Due i temi sul tavolo tra Meloni, Tajani e Feijoo: lo stretto rapporto politico da tessere con Madrid e il modus con cui sta iniziando l’avventura della nuova governance europea.

Sul primo c’è l’impegno delle parti a rafforzare le relazioni politiche, economiche, geostrategiche e sociali tra l’Italia e la Spagna. Il presidente del Partito popolare spagnolo ci ha tenuto a ringraziare il premier italiano per “aver mostrato interesse nell’incontro e aver confermato il carattere europeista della sua politica” e la “fraternità con la Spagna”. “Grazie anche a Tajani”, “uno dei leader politici più grandi della nostra generazione”.

L’incontro di oggi, inoltre, mette l’accento sul nesso che esiste con tutte le componenti politiche di centrodestra in Spagna, già avviato nel rapporto datato tra FdI e Vox, “che non è venuto meno dopo la scelta di Santiago Abascal di aderire a un altro gruppo parlamentare a Bruxelles”, come spiegano fonti vicine a Palazzo Chigi, secondo cui “l’auspicio del premier è che, come in Italia, si possano creare sempre più esperienze vincenti di centrodestra unito”.

Sul secondo cresce la consapevolezza che, proprio il rinnovato dialogo tra popolari e conservatori, stimolato negli ultimi mesi da una serie di autorevoli personalità continentali, come il capo del Ppe Manfred Weber, è la chiave per affrontare sia il mutato quadro politico (con il centrodestra avanti in quasi tutti i paesi europei) sia le nuove sfide che attendono l’Ue: una possibile via di uscita per le due guerre in corso a Kyiv e Gaza, la transizione ecologica da attuare in modo pragmatico e non ideologico, il tema della competitività legato al debito comune, la regolamentazione dell’intelligenza artificiale, la difesa comune europea e le relazioni con il Fronte Sud.

Scenari

Una linea, quella di Giorgia Meloni sullo scenario europeo, che è stata celebrata anche dall’inglese Guardian, (dopo vari riconoscimenti della stampa internazionale) che l’ha definita una premier che “ha lavorato duramente per raggiungere la rispettabilità che è sfuggita ad altri partiti di destra come il Rassemblement National di Marine Le Pen, è stata ricevuta alla Casa Bianca da Joe Biden ed è stata accettata dai partiti centristi all’interno dell’Ue. Ciò è ancora più sorprendente date le origini apertamente neofasciste della sua carriera”, ha aggiunto il quotidiano inglese. Che ha poi ricordato come, a capo di un partito tradizionalmente ostile all’Unione europea, “Meloni ha invece lavorato a stretto contatto con la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, e ha fatto le necessarie concessioni per ottenere finanziamenti Ue per la sua agenda interna”.



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