L’esercitazione Stella Alpina 24 costituisce per l’Esercito Italiano un importante opportunità di confronto con le esigenze tattiche e operative dei nuovi scenari operativi
La conclusione dell’esercitazione Stella Alpina 24, che ha coinvolto oltre seicento unità provenienti da corpi diversi dell’Esercito ed è durata due settimane, costituisce un importante momento di confronto con le esigenze tattiche e operative dei nuovi scenari di conflitto. Grande la soddisfazione del ministro della Difesa, Guido Crosetto, che, rivolgendosi ai militari, ha affermato “In pochissimi mesi avete fatto passi da gigante. Alcune delle attività che abbiamo visto oggi, fino a poco tempo fa, non esistevano. Non potevamo nemmeno parlare di ‘bolla tattica’, cioè la capacità di difenderci nello spettro elettromagnetico, e ora possiamo farlo. Oggi avete dimostrato capacità che ci mettono ai primi posti nel mondo, e questo è stato possibile grazie al lavoro congiunto tra l’Esercito e le aziende italiane. È infatti cruciale avere catene di approvvigionamento interne e affidabili. Questo ci dà un’autonomia strategica che è essenziale per il nostro futuro”.
L’esercitazione
Stella Alpina 24 ha permesso alle Forze Armate di cimentarsi in un’attività addestrativa complessa e multi-dominio, che ha incluso l’impiego di mezzi e tattiche convenzionali affiancati da sistemi di ultima generazione. La simulazione ha permesso di sperimentare nuove complementarietà tra i reparti coinvolti — tra cui unità della brigata alpina Julia e del 185° reggimento paracadutisti ricognizione ed acquisizione obiettivi della brigata Folgore — e di testare nuovi sistemi, tra cui il nuovo Aw249 “Fenice” di Leonardo, un elicottero all’avanguardia in grado di svolgere operazioni multi-dominio. Lo scenario operativo prevedeva l’assalto a un’infrastruttura critica, una diga in questo caso, in contrapposizione a un avversario di pari livello tecnologico e capacitivo. Il fulcro dell’esercitazione è stato rappresentato dalla predisposizione di una “bolla tattica” da parte del 9° reparto sicurezza cibernetica Rombo, la quale ha realizzato una rete di combattimento capace di schermare le unità amiche da attacchi e azioni condotti nello spettro elettromagnetico e nel dominio cyber. In un’epoca in cui la guerra elettronica (Ew) gioca un ruolo preponderante nella conduzione di operazioni atte a seminare panico e disorganizzazione tra le fila nemiche, nonché a proteggere le proprie unità dalle medesime, queste capacità possono rivelarsi cruciali per raggiungere gli obiettivi operativi. Parimenti, il mantenimento di un’architettura cyber, protetta e disponibile, risulta fondamentale per mantenere comunicazioni, superiorità informativa e per coordinare le azioni portate avanti dalle unità umane con quelle unmanned. Infatti, durante Stella Alpina sono stati impegnati anche sistemi d’arma a pilotaggio remoto o automatizzato, a loro volta supportati da tecnologie satellitari per l’acquisizione di bersagli assistite da intelligenza artificiale. Con queste attività addestrative, le Forze Armate italiane tengono il passo con i tempi che cambiano e si assicurano di essere pronti agli scenari operativi del futuro.
Le implicazioni per il futuro della Difesa
Il capo di Stato maggiore dell’Esercito, generale Carmine Masiello, ha ben definito quali siano le caratteristiche principali dei nuovi scenari operativi, e quali sfide si pongono oggi dinanzi alle Forze Armate: “le operazioni di combattimento odierne hanno mutato forma e schemi sul campo. Da un lato abbiamo capacità e sistemi d’arma che ben conosciamo e sappiamo impiegare, ma che vent’anni di operazioni di supporto alla pace avevano messo nei depositi: carri, artiglierie, mezzi blindati; a questi si aggiungono forme di conflitto quasi dimenticate, come il combattimento in trincea e i campi minati. Dall’altro lato ci sono l’impiego di tecnologie avanzate come droni, missili ipersonici, munizioni intelligenti, sistemi d’arma che operano nello spazio elettromagnetico, nel dominio cibernetico e attraverso quello spaziale”. La capacità di unire organicamente passato e futuro in una coerente strategia di difesa costituiranno il metro di giudizio sul quale misurare le Forze Armate di domani, senza mai trascurare la tecnologia che è “il collante della cooperazione fra moderne unità di combattimento per il conseguimento degli obiettivi militari attraverso, a parità di altri fattori, una superiore capacità di ingaggio e di difese”.