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Vega chiude un’era con successo. Cosa c’è nel futuro dell’industria spaziale italiana

Il volo finale del Vega, e il successo del lancio del satellite Sentinel-2C, non rappresenta solo la fine di un’era, ma anche l’inizio di una nuova fase con l’Europa e l’Italia pronte a posizionarsi in prima linea nel futuro dell’esplorazione e osservazione spaziale. Con il passaggio al Vega C e le future versioni, l’industria spaziale europea dimostra di essere pronta ad affrontare nuove sfide tecnologiche, garantendo continuità e innovazione nel campo dei lanci satellitari

Il 5 settembre 2024 ha segnato un importante traguardo per l’industria spaziale europea con il lancio del satellite del programma Copernicus Sentinel-2C, portato in orbita dall’ultima missione del razzo Vega. Il lancio, avvenuto dallo spazioporto europeo di Kourou, nella Guyana francese, alle 3:50 ora italiana, è stato inizialmente posticipato di un giorno a causa di un problema elettrico con i sistemi a terra. Tuttavia, una volta risolto, il razzo Vega ha portato a termine con successo il suo compito, rilasciando il satellite in orbita a un’altitudine di circa 775 chilometri, poco meno di un’ora dopo il decollo.

La partenza del vettore italiano è stata celebrata come un successo significativo. Per Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy: “Il lancio di stanotte del vettore Vega, realizzato dalla nostra Avio, conferma la leadership dell’Italia nell’assicurare l’accesso autonomo dell’Europa allo Spazio, compiendo un altro passo decisivo nel progresso dell’osservazione della Terra”. Il ministro ha elogiato il ruolo dell’Italia e dell’Europa in questo settore, descrivendo il lancio come un trionfo che riempie di orgoglio l’intera nazione.

Il lancio del Sentinel-2C segna la conclusione di un capitolo per il razzo Vega, che aveva iniziato la sua carriera nel 2012. Questo è stato il 22esimo e ultimo volo del Vega nella sua configurazione originale, che nei suoi anni di servizio ha messo in orbita vari satelliti per missioni critiche. “A dodici anni di distanza, oggi il razzo Vega ci saluta e lascia il campo alle future versioni già pronte che molto presto saliranno sulla rampa di lancio”, ha commentato Teodoro Valente, presidente dell’Agenzia spaziale italiana, durante una dichiarazione riguardante il lancio. Valente ha sottolineato come il piccolo lanciatore si sia evoluto in un sistema di lancio maturo, aprendo la strada per il posizionamento di nuove classi di satelliti in orbita bassa.

Il Vega ha registrato un percorso relativamente senza problemi, con solo due incidenti alla fine del 2019 e nel novembre 2020. Nonostante questi ostacoli, il Vega ha continuato a essere un pilastro fondamentale per il lancio di satelliti di piccole e medie dimensioni.

Con l’ultimo volo del Vega, si apre una nuova fase per l’industria spaziale europea. Il razzo verrà sostituito dalla versione potenziata Vega C, che ha fatto il suo debutto nel luglio 2022. Un problema nell’ugello del motore Zefiro-40, la cui versione ridisegnata sarà testata a ottobre, ha rallentato un po’ il suo ingresso in campo, ma come confermato da Toni Tolker-Nielsen, direttore dei trasporti spaziali dell’Esa, i test dovrebbero portare la prossima missione del Vega C è pianificata per novembre. 

Nonostante il passaggio al Vega C, l’eredità di Vega continua a essere motivo di orgoglio per l’industria spaziale italiana. Giulio Ranzo, amministratore delegato di Avio, la società italiana che ha sviluppato il razzo, ha dichiarato: “Siamo fieri del lavoro svolto negli anni da tutto il nostro team con questo lanciatore a supporto del programma europeo Copernicus. Questo è stato l’ultimo volo del Vega, ma la sua eredità continuerà con Vega C e il futuro Vega E.” Ranzo ha anche ringraziato tutti i partner coinvolti nel progetto, tra cui Esa, Asi, Cnes e Arianespace, sottolineando come Vega rappresenti una capacità fondamentale per l’Europa di accedere autonomamente allo spazio.

Il passeggero del Vega è stato il satellite Sentinel-2C, di 1.143 chili costruito da Airbus Defence and Space per il programma di osservazione della Terra Copernicus della Commissione europea e dell’Agenzia spaziale europea (Esa), è dotato di una potente fotocamera che cattura immagini multispettrali in 13 bande visibili e nell’infrarosso a una risoluzione di dieci metri. Le informazioni fornite da questo satellite saranno fondamentali per una vasta gamma di applicazioni, tra cui il monitoraggio delle risorse naturali, l’agricoltura di precisione e la gestione di disastri naturali come incendi e inondazioni. Come ha spiegato Simonetta Cheli, direttrice dei programmi di osservazione della Terra dell’Esa, il satellite era inizialmente progettato per rispondere alle esigenze del settore agricolo e forestale, ma negli anni ha trovato numerose altre applicazioni, tra cui la batimetria e il monitoraggio del metano.

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