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Albania, ecco perché Meloni dovrebbe ringraziare i magistrati. Scrive Cangini

Fossimo nella presidente del Consiglio, ci augureremmo pertanto che il braccio di ferro con la Corte di Giustizia europea e, di conseguenza, con l’ordine giudiziario italiano si concluda con la vittoria della controparte. Potrà sempre dire che lei la strada per risolvere una volta per tutte il problema dell’immigrazione irregolare l’aveva trovata, ma che a sbarragliela sono state le sinistre e i magistrati. Un fantastico passepartout per le prossime elezioni, e probabilmente anche per quelle successive…

Nel giorno in cui Giorgia Meloni annunciava trionfante il “confinamento” in Albania di 16 migranti, poi diventati 12, le agenzie di stampa ci informavano che nello spazio di ventiquattr’ore solo a Lampedusa si erano registrati 23 approdi per un totale di 960 immigrati irregolari. E ancora. Nel giorno in cui il Consiglio dei ministri approvava il decreto Cutro esibendo il pugno di ferro contro gli scafisti, Giorgia Meloni condivideva con il ministero degli Interni e con quello dell’Economia l’esigenza di allargare come mai prima nessuno aveva fatto le maglie degli ingressi regolari per lavoro: 452mila immigrati in tre anni.

Aporie del genere, in materia di immigrazione, ne abbiamo viste tante. E ogni volta abbiamo pensato a quanto consistente sia la differenza che, in politica come nella vita, passa tra la teoria e la pratica. La teoria meloniana, a riguardo, è nota: immigrazione zero, maniere forti contro irregolari e scafisti. La pratica ci racconta, invece, dell’impossibilità di attuare il famoso blocco navale che Fratelli d’Italia ha invocato durante l’intero decennio trascorso all’opposizione, della difficoltà di fermare i flussi irregolari via mare, della complessità di stringere accordi bilaterali con i paesi di provenienza, delle necessità di manodopera straniera reclamata a gran voce tanto dal nostro sistema produttivo quanto dai demografi dell’Inps. Problemi, e contraddizioni, che hanno tutti i capi di Stato e di governo occidentali. Anche quelli di sinistra come lo spagnolo Sanchez e il tedesco Scholz, costretti dalla realtà a praticare politiche “di destra”. Politiche che, in ogni caso, non sono sufficienti a rassicurare gli elettori, di destra o di sinistra che siano.

A ben guardare, dunque, come in passato è accaduto a Silvio Berlusconi, la magistratura ha fatto un gran favore a Giorgia Meloni, al suo governo e ai partiti che lo sostengono. È infatti chiaro che, anche se arrivassero a funzionare a pieno ritmo, i centro di accoglienza albanesi non risolverebbero il problema. Mentre è tutto da dimostrare l’effetto spauracchio che la prospettiva di finire confinati in Albania eserciterebbe sulla decine di migliaia di migranti pronti a prendere in largo verso l’Italia dalle coste africane.

Fossimo nella presidente del Consiglio, ci augureremmo pertanto che il braccio di ferro con la Corte di Giustizia europea e, di conseguenza, con l’ordine giudiziario italiano si concluda con la vittoria della controparte. Potrà sempre dire che lei la strada per risolvere una volta per tutte il problema dell’immigrazione irregolare l’aveva trovata, ma che a sbarragliela sono state le sinistre e i magistrati. Un fantastico passepartout per le prossime elezioni, e probabilmente anche per quelle successive…



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