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Perché il nucleare è un passaggio obbligato per l’IA. Il commento di Buono (newcleo)

Le Big Tech hanno sottoscritto accordi con aziende energetiche per produrre gli small modular reactors, i reattori di nuova generazione che andranno ad alimentare data center sempre più grandi. “Negli Stati Uniti il numero di nuovi progetti di data center è triplicato nel 2024 rispetto all’anno precedente, guidato principalmente da aziende che sviluppano soluzioni AI all’avanguardia, le quali richiedono una grande potenza di calcolo”, spiega a Formiche.net Stefano Buono, ceo della startup italiana newcleo

Prima Amazon, poi Google. Le Big Tech sembrano aver trovato un nuovo alleato per accelerare il progresso tecnologico: il nucleare. A distanza di pochi giorni entrambe hanno siglato accordi con compagnie americane, tracciando una via che potrebbe essere perseguita anche da altri. I consumi e quindi i costi energetici richiesti dall’intelligenza artificiale sono sempre più alti, visto che devono far funzionare data center sempre più grandi, motivo per cui occorre dare una sterzata sostenibile. Una svolta che avverrà con gli small modular reactors, i reattori di nuova generazione.

Alphabet, controllata da Google, li produrrà collaborando con la Kairos Power. Le due hanno infatti sottoscritto il primo accordo al mondo in questo campo. La prima fornitura di pochi pezzi dovrebbe arrivare entro la fine del decennio, ma la produzione dovrebbe crescere entro il 2035 per soddisfare i progetti di IA di Big G. Bisognerà prima studiare bene come realizzarli, visto che l’azienda californiana ha ricevuto il via libera dalla Nuclear regulatory commission solamente lo scorso anno. “Riteniamo che il nucleare possa svolgere un ruolo importante nel contribuire a soddisfare la nostra domanda in modo pulito e 24 ore su 24”, ha affermato il direttore senior di Google per l’energia e il clima, Michael Terrell.

Ne è convinta anche Amazon, a quanto pare. La società di Jeff Bezos ha annunciato tre partnership con altrettante società energetiche che costruiranno smr, investendo direttamente nella start-up X-energy per cui ha lanciato una raccolta fondi da 500 milioni di dollari, che ha già raccolto il favore di Citadel, Ares Management Corporation, la società di private equity NGP e l’Università del Michigan. Stessa cifra pattuita negli altri due accordi siglati: uno con Energy Northwest, un servizio pubblico che opera nello Stato di Washington, che garantirà la produzione di 4 smr con una capacità complessiva di 320 megawatt (come 250.000 abitazioni); l’altro con Dominion Energy, che ha già una centrale elettrica in Virginia. La necessità di Amazon non riguarda la sua piattaforma di e-commerce, quanto piuttosto le attività di cloud computing relative ad Amazon Web Services che dispone di un gran numero di data center.

A fine settembre, era stata Microsoft a presentare un accordo con il gruppo statunitense Constellation Energy, prevedendo la riapertura di un reattore della centrale di Three Mile Island, in Pennsylvania, dove nel 1979 si era verificato il più grave incidente nucleare.

Per Stefano Buono, ceo della startup italiana newcleo, quello al nucleare appare un passaggio obbligatorio: “Negli Stati Uniti il numero di nuovi progetti di data center è triplicato nel 2024 rispetto all’anno precedente, guidato principalmente da aziende che sviluppano soluzioni AI all’avanguardia, le quali richiedono una grande potenza di calcolo”, spiega a Formiche.net. “Questi data center necessitano di un approvvigionamento di energia costante, economico e decarbonizzato, esattamente ciò che offrono gli Smr. Inoltre, questi possono essere utilizzati in soluzioni off-grid, senza connessione alla rete, riducendo significativamente i tempi di messa in funzione delle nuove centrali elettriche. Gli annunci di questa settimana, che si aggiungono all’accordo tra Constellation e Microsoft, hanno messo in chiaro che il nucleare sta diventando il partner energetico delle big tech. Anche con newcleo, nella recente tranche del nostro aumento di capitale, abbiamo accolto l’investimento di player che sono attivi nello sviluppo dell’IA e dei data center”, conclude Buono.

Non a caso, anche il governo americano ha puntato l’accento sulla necessità di appoggiarsi sugli smr, investendo miliardi di dollari ma pur sempre riconoscendo che si tratta di una tecnologia del tutto nuova e costosa, per cui serve tempo per convincere gli investitori a dare i propri soldi. Ma non sembra esserci tanta alternativa se si vuole continuare a puntare sulla tecnologia.



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