Nel giro di un anno le grandi imprese cinesi, molte delle quali a controllo statale, hanno perso il 30% dei loro utili. Segno di un malessere che va ben oltre l’esposizione del Dragone coi mercati. E chissà se il partito ignorerà anche questo
Che la seconda economia del Pianeta sia seduta su una montagna di debito è cosa nota. E se la crescita che proprio a suon di debito si vuole raggiungere, non dovesse arrivare, saranno guai peggiori, per esempio rimborsare 325 miliardi di dollari ai mercati. Ora però c’è un altro problema.
I profitti delle aziende industriali nazionali, quelle grandi e a controllo statale, hanno registrato la peggior caduta dell’anno, in termini di profitti, crollando del 27,1% a settembre, rispetto allo stesso mese del 2023. Questo significa che, nel corso di 365 giorni, le imprese che di fatto tengono in piedi l’economia cinese, hanno perso quasi il 30% degli utili. Attenzione, non è finita. Anche dal confronto mese su mese, ovvero tra settembre 2024 e agosto dello stesso anno, emerge un crollo del 17,8%.
E non ci sono trucchi, visto che i dati vengono direttamente dal National Bureau of Statistics, l’ente statale che monitora i bilanci delle aziende con oltre 2,8 miliardi di fatturato. A questo punto la domanda è: il partito, che dal 4 all’8 novembre prossimo si riunirà a livello di Comitato centrale, parlerà di questo o continuerà a mettere la polvere sotto il tappeto? Non che a Pechino non sia consci dei guai cinesi, anzi, forse lo sono fin troppo. Ma avallare la tesi che le finanze del Dragone non sono mai state così tanto esposte come in questi mesi sarebbe come ammettere che sì, un problema c’è e anche potenzialmente letale.
La prova è nell’ordine del giorno della prossima riunione del Comitato permanente del Congresso nazionale del popolo. Nel quale figurano discussioni sulle risorse minerarie, l’energia, le misure antiriciclaggio, le questioni marittime e altri settori. Il summit esaminerà anche il rapporto di lavoro finanziario del Consiglio di Stato, la gestione dei beni di proprietà statale e un rapporto speciale sugli impegni amministrativi dei beni di proprietà statale dell’anno scorso, ha affermato l’agenzia Xinhua. Ma del debito, nessuna traccia. E lo stesso varrebbe per le grandi imprese e i loro profitti polverizzati.