Seria e coerente. Sono questi gli aggettivi che il presidente della Commissione Finanze alla Camera adopera per descrivere la Manovra licenziata dal Consiglio dei ministri e che ora inizia il suo iter. Il documento programmatico di Bilancio, ora, è al vaglio della Commissione europea, ma non c’è dubbio che il nostro ruolo a livello comunitario sia più forte. Meloni e Biden? I rapporti sono ottimi. Conversazione con il deputato meloniano, Marco Osnato
Seria e coerente. Sono questi gli aggettivi che il presidente della Commissione Finanze alla Camera, Marco Osnato (deputato di Fratelli d’Italia) adopera per descrivere la Manovra licenziata dal Consiglio dei ministri e che ora inizia il suo iter. Il documento programmatico di Bilancio, ora, è al vaglio della Commissione europea ma non c’è dubbio, dice il parlamentare meloniano a Formiche.net, che il documento economico varato dall’esecutivo “contribuirà a rafforzare il ruolo dell’Italia nell’Unione europea e dà risposte coerenti in termini di politica fiscale sia internamente che sul piano delle regole comunitarie”.
Conti in ordine, stabilità e rafforzamento della posizione italiana in Ue. Tutti i timori sullo squilibrio della finanza pubblica sono stati fugati?
Non hanno senso di esistere e sono i numeri a dimostrarlo. Le normative europee, che spesso non abbiamo voluto noi, sono comunque state pedissequamente rispettate. Il fatto di avere i conti pubblici in ordine conferisce all’Italia una credibilità internazionale che difficilmente ha avuto negli anni scorsi. Una credibilità che si sostanzia anche nella coerenza di aver mantenuto – anche internamente – tutte le promesse che Giorgia Meloni e la coalizione di centrodestra ha fatto all’elettorato.
Partiamo dal taglio al cuneo fiscale. Molti si aspettavano, data l’esiguità di risorse, che non si riuscisse a renderlo strutturale.
Il taglio al cuneo e al costo del lavoro è sempre stato una nostra priorità ed è un punto che noi rivendichiamo con grande orgoglio perché sottende a una visione ben precisa. Chi fa impresa ha il diritto di avere una certezza sia sul piano fiscale che sul piano giuridico. La Manovra infatti, viaggia in parallelo con la riforma fiscale e quella sulla giustizia sul quale il ministro Nordio è instancabilmente al lavoro.
Il rapporto con gli istituti di credito non è stato sempre facile. Come siete usciti dall’impasse iniziale?
L’ingrediente determinante è stato la serietà con cui la premier Giorgia Meloni ha affrontato il tutto. Alla fine, si è arrivati a una soluzione che ha visto il contributo di istituti di credito e assicurazioni senza drammi. Anzi, la risposta anche da parte dei mercati è stata molto positiva.
Oltre tre miliardi alla Sanità. Un terreno di scontro perenne. Quale è stato il vostro approccio?
La sanità universalistica per noi è un valore assoluto. Ma, in quanto tale, ha dei costi altissimi. Da quando ci siamo insediati, il finanziamento al sistema sanitario nazionale ha sempre registrato incrementi: l’anno prossimo arriveremo a 140 miliardi di euro. Poi l’opposizione fa sempre il “giochino” statistico del rapporto con il Pil. Ma i numeri asettici, senza una contestualizzazione, sono utili solo per formulare critiche pretestuose.
Torniamo al piano internazionale, esulando per un attimo dal perimetro della finanza pubblica. Domani il vertice a Berlino con Starmer, Macron, Scholz e Biden sull’Ucraina. È verosimile che Meloni sia stata esclusa?
A parte il fatto che Meloni ha già chiarito che sarà in Libano per evidenti ragioni. Ma, al di là di questo, penso che qualcuno in Europa soffra il protagonismo e lo standing della premier, confermato anche dal fatto che Ursula von der Leyen abbia scelto di affidare la vicepresidenza esecutiva della Commissione al ministro Raffaele Fitto. I rapporti con gli Stati Uniti e con il presidente Joe Biden sono ottimi e non sono mai stati in discussione.