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Cosa aspettarsi dopo il Summit Ue-Golfo

Per Bianco, il joint statement che segna i risultati raggiunti nel summit tra Unione europea e Consiglio di Cooperazione del Golfo è “ambizioso”. Ossia, conferma l’interesse reciproco nel costruire una partnership forte in futuro. Punti in comune su sicurezza della regione, transizione green, commercio. Per ora si è evitato di stressare le distanze

Il primo vertice tra l’Unione europea e il Consiglio di Cooperazione del Golfo (GCC), tenutosi il 16 ottobre 2024, è stato un successo per il formato e il percorso che ha portato a costruirlo, come spiegava Luigi Di Maio, inviato speciale dell’Unione europea per la regione del Golfo Persico, in un’intervista esclusiva a Formiche.net.

“Dopo 36 anni di relazioni tra Europa e Golfo, questo primo summit è stato di fatto un successo, confermato dalla partecipazione di figure di alto livello come il leader saudita Mohammed bin Salman e capi di stato europei come Olaf Scholz o Emmanuel Macron”, sottolinea Cinzia Bianco, esperta della regione presso l’European Council on Foreign Relations (Ecfr).

L’obiettivo di rafforzare le relazioni politiche ed economiche tra le due aree geopoliticamente confinanti è ampiamente raggiunto, spiegano le fonti di entrambi i blocchi, e ora si procede verso la sfida dell’implementazione. Non è un caso se il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha presentato l’evento come un momento di svolta, sebbene per ora i risultati concreti siano circoscritti. Il successo principale, tuttavia, è stato proprio il fatto che il vertice si sia svolto, rappresentando l’impegno dell’Ue a rafforzare i legami con la regione del Golfo Persico – un’area in costante e rapido sviluppo in settori chiave come la transizione energetica e le nuove tecnologie, e con una maggiore volontà di essere coinvolta nel processo di governance delle dinamiche globali. Dall’altra parte, per il Golfo il summit conferma la centralità europea nello scacchiere globale.

Uno dei principali punti trattati è stato il commercio e gli investimenti – d’altronde, l’UE è il più importante blocco commerciale del mondo. Entrambe le parti hanno sottolineato l’importanza di perseguire un accordo di libero scambio, in discussione già da diverso tempo, volto a migliorare l’integrazione economica. È stata sottolineata la possibilità di cooperazione in settori come la transizione digitale, l’energia sostenibile e il fintech, che aiuteranno entrambe le regioni a fronteggiare anche le sfide della transizione green – uno dei grandi punti di contatto. Anche se i risultati immediati non sono ancora tangibili, il vertice ha gettato le basi per future trattative commerciali – che, secondo le informazioni disponibili, arriveranno velocemente.

“Si sta cercando di passare da un approccio blocco-blocco a uno duale, ossia si lavorerà ad accordi commerciali più light tra Ue e GCC, con la possibilità di avere in contemporanea un maggiore approfondimento su questioni bilaterali tra UE e singoli Stati membri del blocco del Golfo”, spiega l’esperta dell’Ecfr. La formula usata nel comunicato parla di “tailor-made agreements supporting trade and investments”.

La cooperazione in materia di sicurezza è stata un altro tema centrale. Per i due blocchi è una priorità condivisa, data la continuità dell’ambiente geostrategico. Per il Golfo, perno centrale di un Medio Oriente attualmente in fiamme, senza un quadro di sicurezza generale è impossibile essere attrattivi per gli investimenti e rilevanti per le dinamiche internazionali. Per l’Europa, l’interesse è diretto, poiché gli effetti di ciò che accade nel quadrante mediorientale impattano direttamente sull’Unione. Il comunicato congiunto ha riaffermato l’impegno a combattere le minacce comuni, tra cui il terrorismo e la sicurezza marittima, attraverso il Dialogo di Sicurezza Regionale Ue-GCC, lanciato all’inizio del 2024. Questo dialogo mira a risolvere questioni urgenti come il contrasto al terrorismo, le minacce cibernetiche e la sicurezza delle rotte marittime, particolarmente importanti data la posizione strategica del Golfo. Inoltre, è stato sottolineato il ruolo del GCC come mediatore nei conflitti regionali, rafforzando la sua funzione di “custode della pace e della stabilità”.

“Si è parlato in modo ampio – aggiunge Bianco – e c’è stata sostanziale condivisione di letture tattiche e strategiche su dossier di cooperazione tecnici e di policy. Ma anche coordinamento geopolitico su temi importanti come la sicurezza regionale, e dunque Israele, Libano, ma anche Iran, Mar Rosso, Siria, Iraq e pure Sudan e Somalia. Non era, per esempio, scontato menzionare il valore di IMEC (il corridoio di connettività tra India, Medio Oriente ed Europa, promosso lo scorso anno al G20 di New Delhi, ndr)”.

Nel settore dell’energia e dei cambiamenti climatici, entrambe le parti hanno espresso l’ambizione condivisa di intensificare la cooperazione, soprattutto nel campo delle energie rinnovabili e delle tecnologie di cattura del carbonio. Il comunicato congiunto ha sottolineato la necessità di lavorare insieme per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, puntando su un futuro energetico sostenibile e diversificato. L’idrogeno e l’elettricità rinnovabile sono stati individuati come settori chiave per la cooperazione futura.

Il vertice ha evitato argomenti controversi come l’evasione delle sanzioni russe, i termini della condanna della Russia per l’invasione su larga scala dell’Ucraina, con particolare attenzione riguardo ai trasferimenti di armi iraniani a Mosca e alle misure europee contro Teheran. Anche sul ruolo di Hamas e, soprattutto, su Israele, si è registrata una certa distanza. “Il linguaggio della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, molto duro con la Russia e molto più cauto con Israele, è stato oggetto di critica per i frequentemente citati ‘doppi standard occidentali’, e a quanto pare per ora si è deciso di evitare di stressare le distanze e cercare un punto di incontro più approfondito in futuro. Resta comunque fermo che l’obiettivo condiviso è la de-escalation per la stabilizzazione in Medio Oriente così come in Ucraina”, analizza Bianco, definendo lo statement condiviso, dunque i risultati dichiarati, “ambizioso”, nel senso positivo del termine.



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