Per rendere consistente tale strategia, Fabrizio Bozzato, recentemente audito dal Comitato Indo-Pacifico della Commissione Affari esteri della Camera, propone anche una roadmap distinta in cinque fasi: la valutazione degli interessi nazionali, il forcing diplomatico, la cooperazione multilaterale (anche per la sicurezza marittima), l’integrazione economica, e infine la fase di adattamento e monitoraggio
“L’Indo-Pacifico rappresenta una regione di cruciale importanza per l’Italia, offrendo opportunità significative in termini di commercio, sicurezza e cooperazione diplomatica. Tuttavia, per sfruttare appieno queste opportunità, l’Italia deve sviluppare una strategia coerente che combini diplomazia, economia e sicurezza. C’è una roadmap individuabile per fornire un percorso chiaro per l’Italia, con l’obiettivo che diventi un attore chiave nella regione e contribuisca alla sua stabilità e alla prosperità”, spiega Fabrizio Bozzato, direttore della Division of Ocean Vision and Action Ocean Policy Research Institute della Sasakawa Peace Foundation.
Indo-Pacific Salad, la newsletter settimanale di Formiche.net che racconta cosa accade nell’Indo Pacifico, parla in questa edizione con il docente da Tokyo nei giorni in cui Nave Cavour, l’ammiraglia della Marina, “lascia i mari orientali e si dirige sulla via del rientro”, come dice la Marina stessa, risalendo – con la fregata Alpino, il Multipurpose Combat Ship Montecuccoli, e scortata dal cacciatorpediniere Andrea Doria — il Mar Rosso dal Golfo di Aden, lungo lo stretto di Bab el Mandeb, verso il Canale di Suez. Ossia gli assetti navali italiani hanno transitato dalla porta di accesso che l’Italia può usare per la proiezione nell’Indo-Pacifico: il corridoio indo-mediterraneo, che va dal Mediterraneo in senso stretto alle coste orientali dell’Africa e meridionali della Penisola Arabica, le quali in definitiva sono le acque occidentali dell’Oceano Indiano, ossia mettendo il Mediterraneo Allargato in continuità di facies geopolitica con appunto l’Indo-Pacifico.
A fronte delle sfide e delle opportunità presenti nella regione, e anche come passaggio di sintesi ed elevazione del grande lavoro di studio, analisi e approfondimento fatto dal Comitato Indo Pacifico, sarebbe essenziale che l’Italia sviluppasse una strategia coerente e integrata per l’Indo-Pacifico. Per Bozzato, che fa notare come ci siano già 14 strategie regionali formulate anche da attori internazionali di minor rilievo nell’area, tale necessità “imperativa” potrebbe basarsi su alcune proposte. “Innanzitutto aumentare la presenza militare e navale, perché l’Italia deve incrementare la propria partecipazione alle operazioni navali e di sicurezza nella regione, collaborando con alleati come Australia, Giappone e India per garantire la sicurezza marittima e la libertà di navigazione. Poi dobbiamo rafforzare le relazioni economiche, promuovendo accordi di libero scambio e sviluppando partenariati economici nei settori della tecnologia, delle infrastrutture e dell’energia verde”.
Qui, la cooperazione con l’India e con i Paesi dell’Asean “dovrebbe essere una priorità”, spiega Bozzato anticipando l’importanza del vertice tra l’Italia e l’Associazione delle nazioni del Sud-Est asiatico (che ci sarà tra il 5 e il 6 novembre). Secondo l’esperto della Sasakawa Peace Foundation, un altro elemento della strategia è certamente l’espansione della diplomazia culturale e scientifica, “attraverso la promozione degli scambi accademici e culturali per rafforzare i legami bilaterali e promuovere la cooperazione”. Infine, è più in generale, la necessità di muoversi tramite un approccio multilaterale: “L’Italia dovrebbe lavorare all’interno di quadri multilaterali come l’Unione europea e le Nazioni Unite per promuovere la stabilità e la cooperazione nella regione, sostenendo il diritto internazionale e la risoluzione pacifica delle dispute”.
Per rendere consistente tale strategia, Bozzato propone anche una roadmap distinta in cinque fasi: la valutazione degli interessi nazionali, il forcing diplomatico, la cooperazione multilaterale (anche per la sicurezza marittima), l’integrazione economica, e infine la fase di adattamento e monitoraggio. “Identificare le priorità economiche, militari e diplomatiche dell’Italia nella regione – spiega – è la parte a monte, possibile conducendo un’analisi dettagliata delle opportunità nei mercati chiave. Da qui, sviluppare una campagna di diplomazia culturale e commerciale mirata per rafforzare i legami con i Paesi dell’Indo-Pacifico, e organizzare sempre più missioni diplomatiche di alto livello, con focus su Giappone, India, Australia e membri dell’Asean.
Questo potrebbe servire anche per incrementare la partecipazione italiana alle esercitazioni navali e alle operazioni di sicurezza nella regione, mostrando l’interesse del nostro Paese nel sostenere la libertà di navigazione e il rispetto del diritto internazionale nelle dispute marittime. Tali condizioni di sicurezza generale sono anche alla base dello sviluppo di partenariati, che andrebbero privilegiati nei settori delle tecnologie verdi e delle energie rinnovabili, in linea con gli obiettivi globali di sostenibilità. Passaggio questo utile per spingere anche sul promuovere la cooperazione scientifica e tecnologica attraverso programmi di ricerca congiunti e scambi accademici. Attivato l’intero quadro della road map è fondamentale la quinta fase, ossia valutare periodicamente i progressi della strategia e adattare le politiche in base ai cambiamenti geopolitici ed economici”.
(La conversazione con Bozzato è contenuta nella newsletter Indo-Pacific Salad. Per iscriversi basta seguire il link)