Tra i temi centrali del G7 Difesa di Napoli spicca il vertice trilaterale tra Italia, Regno Unito e Giappone, in cui si discuterà del caccia di sesta generazione Global combat air programme (Gcap). L’incontro segna un passo strategico per la difesa e l’industria militare, con l’Italia in prima linea grazie alla recente ratifica al Senato del trattato intergovernativo sulla nuova organizzazione per il Gcap
Napoli si prepara ad accogliere i responsabili della Difesa dei Paesi del G7, nell’ambito della ministeriale dedicata al comparto organizzata dalla presidenza italiana. Il Gruppo dei sette parlerà, naturalmente, delle principali sfide geopolitiche attuali, dalla guerra in Ucraina alla crisi in Medio Oriente, passando per le sfide dell’Africa e dell’Indo-Pacifico. Tra i principali dossier, però, spicca in particolare il vertice trilaterale che domenica vedrà riunirsi i ministri di Italia, Regno Unito e Giappone. Data la composizione, è facile immaginarsi che il tema in agenda sia il programma per il caccia di sesta generazione Global combat air programme (Gcap). L’incontro seguirà di poco la ratifica al Senato del disegno di legge di ratifica ed esecuzione della Gcap inter-governmental organisation (Gigo), presentato dal Consiglio dei ministri di lunedì 22 luglio 2024, su proposta dei ministri degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Antonio Tajani, e della Difesa, Guido Crosetto.
La Gcap inter-governmental organisation (Gigo)
La convenzione costituisce e regola questa nuova organizzazione internazionale, chiamata a gestire e realizzare in maniera unificata ed indipendente il Gcap. La convenzione regola l’organizzazione internazionale e il suo personale, ma non contempla uno specifico impegno finanziario a carico degli Stati membri e non crea alcun obbligo specifico di sviluppo, produzione e supporto logistico di sistemi d’arma. Le parti, pertanto, concorderanno, attraverso intese successive, i termini di contribuzione finanziaria di ogni partner relativamente alle varie fasi del programma (sviluppo, produzione, supporto logistico), che, comunque, non comporteranno implicazioni economico-finanziarie aggiuntive rispetto a quanto già previsto dalle linee di finanziamento dedicate nell’alveo delle allocazioni designate per il ministero della Difesa.
I dettagli della Convenzione
Approvato in prima lettura da palazzo Madama, la convenzione si compone di cinque articoli. I primi due contengono le consuete clausole di autorizzazione alla ratifica e di ordine di esecuzione, l’articolo 3, al fine di evitare asimmetrie di trattamento, prevede che le autorizzazioni delle operazioni effettuate nel quadro della Convenzione, possano assumere la forma di licenza globale di progetto, anche nei confronti di operatori giapponesi. Nella sostanza la normativa di favore prevista dalla legge per gli alleati Nato viene estesa al Giappone. L’articolo 4 valuta le disposizioni finanziarie: sei milioni di euro per il 2024, venti per il 2025, ventisette nel 2026 fino ad arrivare a 27 milioni e mezzo di euro all’anno a partire dal 2027. Non vi saranno implicazioni economico-finanziarie aggiuntive rispetto a quanto già previsto nelle linee di finanziamento dedicate di cui al decreto di approvazione del programma pluriennale di ammodernamento e rinnovamento dello Stato maggiore della difesa del 2021. Il comma 2 del medesimo articolo stabilisce, altresì, che agli oneri per l’eventuale istituzione di una sede secondaria dell’organizzazione in Italia si farà fronte con un apposito provvedimento legislativo. Infine l’articolo 5 dispone l’entrata in vigore dal giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta ufficiale.
L’istituzione del Gigo
Alla fine del 2023 Italia, Regno Unito e Giappone firmarono il trattato internazionale per stabilire un programma aereo da combattimento volto allo sviluppo di un caccia di sesta generazione, il Global Combat Air Programme. L’accordo è stato firmato a Tokyo dai ministri della Difesa dei tre Paesi – l’italiano Crosetto, il britannico Grant Shapps e il giapponese Minoru Kihara, in attesa della ratifica dei rispettivi parlamenti. L’Italia partecipa al programma con la stessa dignità (33%) degli altri partner, diversamente, per esempio, da quello che avviene per l’Eurofighter, unico programma paragonabile, nel quale la percentuale italiana è del 22%. Entrambi i quartieri generali del Global Combat Air Program e la sua controparte industriale avranno sede nel Regno Unito. Il primo amministratore delegato dell’organizzazione governativa verrà dal Giappone, mentre il primo leader dell’organizzazione imprenditoriale verrà dall’Italia. Sotto la supervisione dell’organismo di coordinamento, un consorzio formato dall’azienda aerospaziale italiana Leonardo, dalla giapponese Mitsubishi Heavy Industries e dalla britannica Bae Systems Plc punta a completare la progettazione del nuovo velivolo entro il 2027. Si prevede poi che l’Agenzia Gcap necessiterà per la sua fase iniziale di circa 150 unità di personale, divise equamente tra le Parti. A partire da agosto 2025 si immagina un incremento di personale tra le 380 e le 420 unità. La relazione chiarisce anche che il personale italiano impiegato nell’Agenzia sarà prevalentemente personale delle Forze armate.
Il Gcap
Il progetto del Global combat air programme è destinato a sostituire i circa novanta caccia F-2 giapponesi e gli oltre duecento Eurofighter britannici e italiani, e prevede lo sviluppo di un sistema di combattimento aereo integrato, nel quale la piattaforma principale, l’aereo più propriamente inteso, provvisto di pilota umano, è al centro di una rete di velivoli a pilotaggio remoto con ruoli e compiti diversi, dalla ricognizione, al sostegno al combattimento, controllati dal nodo centrale e inseriti in un ecosistema capace di moltiplicare l’efficacia del sistema stesso. L’intero pacchetto capacitivo è poi inserito all’intero nella dimensione all-domain, in grado, cioè di comunicare efficacemente e in tempo reale con gli altri dispositivi militari di terra, mare, aria, spazio e cyber. Questa integrazione consentirà al jet di essere fin dalla sua concezione progettato per coordinarsi con tutti gli altri assetti militari schierabili, consentendo ai decisori di possedere un’immagine completa e costantemente aggiornata dell’area di operazioni, con un effetto moltiplicatore delle capacità di analisi dello scenario e sulle opzioni decisionali in risposta al mutare degli eventi. Le aziende capofila, per i rispettivi Paesi sono Leonardo, Bae Systems (Regno Unito) e Mitsubishi (Giappone).
Le aziende italiane coinvolte
Da parte della Difesa italiana sono stati evidenziati, come risultati del programma, il vantaggio operativo per affrontare le sfide poste dai nuovi scenari attraverso lo sviluppo di un sistema di sistemi, una combinazione di velivoli pilotati e senza pilota, altamente connessi con un numero variabile di altri assetti per aumentare le loro capacità; la sovranità tecnologica e industriale; la prosperità. Infatti, livello industriale, in Italia, il programma è guidato da Leonardo, e vedrà la partecipazione in qualità di responsabili di specifici settori del programma di Mbda Italia (per quanto riguarda gli effettori), Elt Group (per tutta la componente sensoristica e di integrazione dei sistemi) e Avio Aero (sulla propulsione), con l’obiettivo di instaurare un processo di cooperazione che coinvolgerà, oltre alle aziende leader nel settore, piccole e medie imprese, centri di ricerca e università, formando un network di competenze capace di mettere a sistema le eccellenze nazionali attive sia in ambito industriale che accademico. Per via XX settembre, il Gcap realizzerà tecnologie innovative con rilevanti ricadute in termini di occupazione, competenze e know-how per tutto l’eco-sistema industriale nazionale.