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Tbilisi sempre più lontana dall’Ue. Dopo l’adesione, congelati anche i fondi

L’Unione Europea ha annullato finanziamenti per 121 milioni di euro destinati al Paese del Caucaso. Dietro a questa scelta, il continuo spostarsi verso posizioni filo-russe da parte di Tbilisi

L’Unione Europea ha confermato la cancellazione di centoventuno milioni di euro di finanziamenti destinati alla Georgia per lo sviluppo economico e il sostegno al percorso di adesione all’Ue, a causa della crescente repressione del dissenso da parte del governo georgiano. Lo ha affermato la delegazione Ue in Georgia, con una dichiarazione martedì 8 ottobre, sottolineando che la nazione del Caucaso meridionale perderà l’accesso ai fondi “come conseguenza del regresso democratico”.

La decisione segue l’annuncio di luglio, quando l’Ue aveva congelato il processo di adesione della Georgia dopo l’approvazione di una controversa legge d’ispirazione russa da parte del governo georgiano, legge che etichetta come “agenti stranieri” le Ong e i media sostenuti dall’Occidente.

Stando a quanto affermato dalla delegazione Ue, la cancellazione dei fondi riguarderà anche quelli non spesi assegnati nel 2022 e nel 2023. La Georgia aveva ottenuto lo status di candidato per l’adesione all’Unione Europea a dicembre e ha ricevuto miliardi di dollari in aiuti sia dall’Unione Europea che dagli Stati Uniti. I finanziamenti sono stati utilizzati per rafforzare la società civile e per investire in settori cruciali come agricoltura e turismo, che rappresentano il sostentamento per decine di migliaia di persone.

Secondo “Sogno Georgiano”, il partito al governo nel Paese caucasico, le Ong finanziate dall’Occidente starebbero minando la “storia, le tradizioni e l’identità uniche” della Georgia. Tuttavia, durante tutto l’iter di approvazione della legge in questione si sono verificate massicce proteste popolari, talvolta represse con il ricorso alla violenza da parte delle forze di sicurezza. Quasi in parallelo con la legge sugli agenti stranieri, i legislatori georgiani hanno anche approvato una legge che vieta ogni riferimento pubblico alla comunità Lgbtq+ e proibisce le manifestazioni del Pride. Anche questa norma è stata oggetto di proteste da parte della popolazione.

Il 26 ottobre si terranno le elezioni parlamentari in Georgia, con il partito “Sogno Georgiano” in testa nei sondaggi. Il partito ha promesso di vietare l’opposizione e di impedire ai deputati rivali di occupare i loro seggi se otterrà una maggioranza sufficiente. Un’evoluzione che potrebbe segnare un’ulteriore, importante rottura con la comunità occidentale, rafforzando ancora di più il pivot to Moscow che il governo georgiano sta perseguendo negli ultimi mesi.

Lo scorso mese, un portavoce della Commissione Europea ha dichiarato a Politico che “tutte le opzioni sono sul tavolo” se il Paese continuerà su questa traiettoria, compresa la possibilità di cancellare un accordo preferenziale che consente ai cittadini georgiani di visitare l’Ue senza visto. Nel frattempo, gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni a funzionari di polizia di alto livello e politici del partito “Sogno Georgiano” a seguito dell’approvazione della legge sugli “agenti stranieri” e degli attacchi contro i manifestanti.


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