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Harris o Trump? Anche Robinhood si apre alle scommesse elettorali

La piattaforma di trading senza commissioni ha investito nel settore che è in forte crescita. Come lei, tante altre. Ci sono tuttavia dei problemi legati alla sicurezza nazionale che allarmano molti esperti: chi vuole interferire nel voto, affermano, così avrebbe gioco facile

Chi vincerà tra Kamala Harris e Donald Trump? La domanda rimbalza ovunque, senza trovare risposte certe. Al massimo, si scommette su chi sarà il prossimo presidente d’America. E Robinhood ha deciso di investire proprio in questo settore, preannunciando una sorta di rivoluzione. Così come altre realtà simili, l’app di trading senza commissioni permetterà ai suoi utenti americani di scommettere su chi uscirà trionfante dalle urne il prossimo martedì, per fornire “alle persone uno strumento per prendere decisioni in tempo reale, sbloccando una nuova classe di asset che democratizza l’accesso agli eventi mentre si svolgono”. Sostanzialmente, si scommette su un evento futuro al prezzo deciso in quel momento dal mercato.

La notizia ha fatto lievitare le azioni di Robinhood, cresciute del 3%. Segno che è un qualcosa di apprezzato dal mercato, che vede di buon occhio l’iniziativa. A inizio mese l’azienda aveva introdotto altre funzionalità di trading di futures e opzioni su indici, dando dimostrazione di volersi evolvere a fornitore di servizi finanziari a tutto campo. Che ci riesca è da vedere, ma con una base di partenza da 23 milioni di utenti sarà interessante comprendere dove porterà questa scelta.

Anche perché le scommesse legate alla politica stanno prendendo piede. Soprattutto dopo che a settembre una Corte federale ha stabilito la loro liceità, sconfessando la Commodity Futures Trading Commission (CFTC) che aveva vietato alla piattaforma Kalshi di operare in questo senso per la sicurezza pubblica. Ma, sebbene abbiano una rilevanza maggiore rispetto a quelli sportivi, le elezioni sono un evento come qualunque altro. Tuttavia ci sono state critiche per la pronunciazione. Come ha spiegato la giudice che ha emesso la sentenza, “questo caso non riguarda il fatto che alla Corte piaccia o meno il prodotto di Kalshi o che pensi che commercializzarlo sia una buona idea. L’unico compito della Corte è quello di determinare che il Congresso ha fatto, non c’è che potrebbe o dovrebbe fare. E il Congresso non ha autorizzato a condurre l’esame di interesse pubblico che ha condotto in questo caso”.

Kalshi è una delle piattaforme che vede Trump favorito per la corsa alla Casa Bianca. A pensarla allo stesso modo sono anche PredictIT e Polymarket. Quest’ultimo ha visto gli scommettitori propendere più per il tycoon, dato al 60% di vittoria, e nelle ultime settimane avrebbe ricevuto introiti per 30 milioni di dollari da quattro conti bancari differenti. Un’enormità che secondo il Wall Street Journal potrebbe risalire ad un unico scommettitore. Ma potrebbe anche trattarsi dell’opera di persuasione per cercare di spingere The Donald verso la vittoria finale: non appena saputo dei movimenti su Polymarket, Elon Musk ha informato su X i suoi 200 milioni di followers.

Ad ogni modo, le antenne rimangono molto dritte. Il timore delle autorità riguarda coloro che cercano di intrufolarsi maldestramente all’interno delle elezioni, per cercare di manipolarle. A mettere in allerta è stato il senatore democratico Jeff Merkley: “Volete che le persone possano scommettere sull’esito delle elezioni e spendere ingenti somme per diffamare il candidato che vogliono far perdere, trasformando le elezioni dalla fine di guidare il nostro paese in un semplice gioco d’azzardo per arricchire coloro che non solo possono fare grandi scommesse, ma possono anche influenzare l’esito di tali scommesse? Assolutamente no ed è per questo che la legge è stata scritta in questo modo”.

Investire grandi somme su un candidato potrebbe portare il mercato a darlo come favorito, quando in realtà non lo è. Ad oggi né il repubblicano né la democratica hanno la vittoria in tasca, quindi se si vogliono investire un po’ di soldi è meglio seguire le proprie sensazioni che non il mercato.


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