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Thales Alenia Space e Argotec rivoluzionano l’osservazione terrestre con Iride

Thales Alenia Space e Argotec guidano l’Italia a consolidare la propria posizione di leadership nell’osservazione della Terra, combinando innovazione, velocità produttiva e impatto su scala globale. Il successo di Iride non è solo una questione di hardware spaziale, ma rappresenta la capacità del sistema Paese di rispondere a sfide globali con soluzioni di alto livello tecnologico e con un impatto significativo sull’economia spaziale

Momento cruciale per il settore spaziale italiano, con l’annuncio di nuovi contratti da parte di Thales Alenia Space e Argotec per la fornitura di satelliti destinati alla costellazione di osservazione della Terra Iride. Questo ambizioso progetto, finanziato dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e gestito congiuntamente dall’Agenzia spaziale europea (Esa) e dall’Agenzia spaziale italiana (Asi), mira a lanciare la più grande costellazione europea dedicata all’osservazione del nostro pianeta. Ma le implicazioni vanno ben oltre la tecnologia: questi sviluppi rappresentano un punto di svolta non solo per l’industria italiana, ma anche per il ruolo strategico del Paese nello scenario spaziale internazionale.

Thales Alenia Space, leader nelle tecnologie radar, ha ottenuto un contratto per la costruzione di sei satelliti basati sulla piattaforma Nimbus, rafforzando ulteriormente le proprie competenze in questo segmento. Il contributo di Thales non si limita all’ingegneria di alto livello, ma si inserisce in un contesto più ampio che vede la combinazione di sensori radar e ottici per garantire un monitoraggio continuo e accurato del territorio italiano e non solo. Secondo Giampiero Di Paolo, amministratore delegato di Thales Alenia Space Italia, “la tecnologia radar a bordo di Iride sarà un pilastro cruciale della nostra soluzione all-in-one“, una dichiarazione che sottolinea l’integrazione tra diverse piattaforme di osservazione per migliorare l’efficacia del monitoraggio.

Argotec, d’altra parte, continua a dimostrarsi un partner chiave per il progresso dell’innovazione satellitare in Italia. Con un nuovo lotto di 15 satelliti ottici annunciato lo stesso giorno, l’azienda guidata da David Avino si posiziona come un protagonista fondamentale della New Space Economy italiana. Non è solo questione di numeri, ma di capacità di risposta alle esigenze del settore: Avino ha infatti dichiarato che Argotec è in grado di “produrre, validare e consegnare prodotti eccellenti in tempi record”, una dimostrazione della flessibilità e dell’affidabilità dell’azienda. Il nuovo SpacePark vicino a Torino, che ospiterà la produzione di questi satelliti, rappresenta un tassello importante per il consolidamento del distretto spaziale piemontese, rafforzando così la posizione dell’Italia come hub di eccellenza nella manifattura satellitare.

Un successo riconosciuto anche da Teodoro Valente, presidente dell’Agenzia spaziale italiana (Asi), che ha commentato: “I contratti relativi alla costellazione satellitare Iride, firmati durante il Congresso Astronautico Internazionale, sono di fondamentale importanza, per la loro rilevanza nel completamento di questa iniziativa”.

L’ecosistema Iride, tuttavia, è molto più di un progetto di successo tecnologico. Esso dimostra il potenziale delle sinergie tra settore pubblico e privato nel raggiungere obiettivi strategici di lungo termine. Il programma, destinato a diventare operativo entro il 2026, rappresenta un’opportunità unica per far crescere le competenze nazionali e attrarre nuovi talenti nel settore spaziale, creando oltre 400 posti di lavoro solo nella fase iniziale. In un periodo di incertezze economiche globali, l’Italia dimostra che il suo settore spaziale ha la capacità di raddoppiare la produzione di mini-satelliti in orbita bassa, garantendo competitività su scala globale.

Inoltre, l’impatto di Iride non si ferma ai confini italiani. I dati raccolti dai satelliti, che spaziano dall’osservazione radar a microonde fino a quella ottica, avranno un ruolo cruciale nella protezione dell’ambiente e nella gestione di risorse critiche. Questi dati potranno essere utilizzati per affrontare sfide come il dissesto idrogeologico, la protezione delle coste, il monitoraggio delle infrastrutture critiche e persino per migliorare la precisione delle previsioni meteo.

 


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