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Israele entra in Libano. Crosetto rassicura sui caschi blu italiani

Sono oltre mille i militari italiani sotto le insegne della missione Unifil dell’Onu in Libano. Mentre Israele alza il livello delle ostilità, la Farnesina si prepara ad evacuare i civili italiani in loco e la Difesa mantiene i contatti con il contingente nazionale. Crosetto invita alla ragione e alla de-escalation, ma la situazione rimane in evoluzione

L’attesa operazione terrestre di Israele nel Sud del Libano è iniziata. Dopo alcune azioni portate avanti dalle forze speciali nella giornata di lunedì, i reparti regolari dell’Israel defence force (Idf) hanno passato il confine con il Libano intorno alle 22 ora locale, poco dopo il ritiro dell’esercito libanese. L’area delle operazioni, tra la Blue line e il fiume Litani, coincide con l’area di competenza della missione Onu Unifil, che conta oltre mille militari italiani.

Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, sta seguendo da vicino l’evolversi degli eventi e ha rassicurato circa la situazione del contingente di pace: “Il personale  militare italiano ha raggiunto le posizioni protette e al momento si trova precauzionalmente nei bunker. Unifil non è un obiettivo diretto degli attacchi, ma non bisogna sottacere che l’aumento del livello e dell’intensità degli scontri rende la situazione delicata”. Prosegue poi il ministro, circa il coordinamento delle unità e i contatti con le parti coinvolte “Sono in costante contatto con il Comandante del contingente nazionale, con il capo di Stato maggiore della Difesa, con il Comandante operativo di vertice interforze. Ho mantenuto anche costanti contatti con le la parte israeliana e libanese”. Mentre il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, invita tutti i connazionali a lasciare immediatamente il Paese, inizia la mobilitazione degli Stati europei per evacuare i propri cittadini, con il Regno Unito che ha annunciato il decollo di un volo charter nella giornata di mercoledì e la Francia che ha inviato una nave anfibia di classe Mistral. Sull’argomento è intervenuta la stessa presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ha avuto oggi una conversazione telefonica con il primo ministro del Libano, Najib Mikati, e che ha ricordato il ruolo cruciale dei militari italiani presenti nel sud del Libano all’interno della missione Unifil, sottolineando l’importanza della loro sicurezza. La conversazione è servita a Meloni per ribadire la vicinanza italiana al Paese dei cedri, ricordando i primi aiuti immediati alla popolazione civile stanziati ieri dal governo. La linea dell’esecutivo resta quella dell’impegno verso un cessate il fuoco e una soluzione diplomatica del conflitto, che permetta agli sfollati di tornare alle proprie case, alla quale l’Italia intende lavorare anche nella sua posizione di presidente di turno del G7.

La situazione dei caschi blu italiani in Libano

“Da mesi, come governo italiano, abbiamo rappresentato in ogni sede che sarebbe stato necessario dare effettiva ed immediata attuazione alla risoluzione dell’Onu 1701 (che prevede una fascia di territorio a Sud del Litani e a Nord della Blue line in cui siano presenti solo le armi delle Forze armate libanesi e di Unifil), anche modificando regole di ingaggio che non avevano dato i frutti auspicati”, così il ministro sull’aggravarsi della situazione e sulle implicazioni per i contingenti di Pace schierati nell’area che, dal 1978, sono incaricati della stabilizzazione della regione meridionale del Libano e del pattugliamento della Blue line. Benché Israele abbia dichiarato che le operazioni saranno mirate (“chirurgiche”, si diceva una volta) e limitate nel tempo e nella portata, non si può escludere un’ulteriore peggioramento della situazione, specialmente nel caso in cui Hezbollah, al momento ancora tramortita dalla morte di Hassan Nasrallah, inizi a dare battaglia all’Idf. In questa fase la cosiddetta nebbia di guerra è fitta ed è complesso seguire l’andamento tattico delle operazioni, aumentando i timori circa un coinvolgimento accidentale delle truppe Onu. “Tutti ci auguriamo che la ragione prevalga e non si estenda ulteriormente un conflitto già drammatico”, ha affermato Crosetto, “Abbiamo chiesto che le operazioni di Israele siano limitate e mirate ai soli obiettivi militari, evitando di coinvolgere la popolazione, già duramente provata, e il contingente Unifil”. La tensione rimane però alta e, con il protrarsi delle operazioni israeliane, aumenta anche il rischio di un coinvolgimento delle truppe italiane. Garantisce Crosetto: “Ho tenuto informati e terrò informati degli ulteriori sviluppi la Presidenza della Repubblica, il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il collega Tajani”, mentre si continuano a valutare tutte le opzioni.

 


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