Perché l’Asia centrale è una regione-obiettivo? L’Italia di Giorgia Meloni punta a un’area strategica, terra di mezzo tra Occidente e Oriente e con una serie di prospettive interessanti alla voce energia e scambi commerciali. Oggi il presidente Japarov da Mattarella e Meloni e prima il forum Ice
L’Italia, da tempo, guarda all’Asia centrale come prospettiva della sua politica estera e la visita di oggi a Roma di Sadır Japarov, presidente del Kirghizistan, conferma l’attenzione verso relazioni da intensificare anche all’interno di una cornice rappresentata da una strategia di matrice europea.
Japarov è presidente del Kirghizistan dal 2021, dopo essere stato primo ministro ad interim dal 6 ottobre 2020 e presidente ad interim dal 20 ottobre 2020 sino al 14 novembre 2020 in seguito alle dimissioni di Sooronbay Jeenbekov. Oggi è stato ricevuto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dalla premier Giorgia Meloni.
Italia e Kirghizistan
L’interscambio bilaterale tra Italia e Kirghizistan ha toccato 241 milioni di euro nel 2023, di cui 213,7 di export e 27,4 di import, rispetto ai 69 milioni euro fatto registrare nel 2022. Nel primo quadrimestre di quest’anno la fetta di export italiano ha già fatto registrare 100 milioni, con buone prospettive di miglioramento complessivo.
Dal 2020 è stata aperta l’ambasciata kirghiza a Roma, mentre i due Paesi hanno da poco celebrato il 30° anniversario dell’instaurazione delle relazioni diplomatiche. Lo scorso aprile i due Paesi hanno stipulato un accordo per la cooperazione giudiziaria: l’Italia è stata di fatto il primo Paese europeo ad assumere simili impegni con il Kirghizistan, facendo seguito ad analoghe intese stipulate con Kazakhstan e Uzbekistan.
L’Italia è uno dei maggiori produttori mondiali di tessuti, abbigliamento e calzature, e al contempo in Kirghizistan l’industria tessile vanta un grosso potenziale di esportazione, ragion per cui la cooperazione bilaterale presenta prospettive interessanti. Di questo e anche di altro si è discusso in occasione del forum tematico promosso oggi dall’Ice e tarato sui settori bancario, tessile, agroindustria e acqua in bottiglia.
La nuova fase geopolitica del paese
Immediatamente dopo l’inizio della guerra in Ucraina, il Paese centroasiatico ha progressivamente visto mutare il proprio status: dal momento che sorge proprio lungo la Via della Seta, l’antica via tra la Cina e il Mediterraneo, è diventato parte della strategia cinese di penetrazione logistica in Europa. Per questa ragione nel giugno scorso è stato siglato un accordo intergovernativo sul progetto ferroviario Cina-Kirghizistan-Uzbekistan. Punto di partenza Kashgar, nella regione autonoma uigura dello Xinjiang nella Cina nord-occidentale, e in un prossimo futuro raggiungerà l’Asia grazie al Corridoio intermedio.
Questo progetto rientra nella Belt and Road Initiative rafforzerà lo sviluppo socioeconomico del Kirghizistan e secondo Japarov la ferrovia renderà il Kirghizistan “un Paese di transito per il mondo”. Il progetto è di portata geopolitica enorme, dal momento che l’intera Asia centrale non ha uno sbocco quindi le merci kirghise sono costrette a spostarsi in Kazakistan, Russia, Cina. Ma ecco che la nuova ferrovia, il cui progetto ha subito un’accelerazione dopo l’invasione russa dell’Ucraina, presenta finanziamenti poco chiari. Il costo totale del progetto è di 8 miliardi di dollari che senza l’intervento di grandi investitori internazionali saranno impossibili da sopportare.
Inoltre la scorsa primavera il presidente ha firmato una controversa legge ispirata alla cosiddetta “legge sugli agenti stranieri” russa: stabilisce che qualsiasi organizzazione che riceve finanziamenti esteri deve registrarsi come “rappresentante estero”. Al contempo il ministero della Giustizia potrà effettuare ispezioni e verifiche non programmate di tali organizzazioni. La comunità internazionale sul punto ha mostrato non pochi timori circa le libertà dei cittadini nel Paese. Secondo il Dipartimento di Stato americano la legge mette a rischio il lavoro delle Ong, “essenziale per una Repubblica del Kirghizistan più democratica e inclusiva”. Inoltre a giorni si terrà nel Paese un referendum per la costruzione di una centrale nucleare.
Asia centrale regione obiettivo
Perché l’Asia centrale è una regione-obiettivo? L’Italia rafforza la sua proiezione anche verso un altro quadrante strategico come è l’Asia centrale, terra di mezzo tra Occidente e oriente: l’intera regione presenta una serie di prospettive interessanti alla voce energia e scambi commerciali. Va ricordato che l’Italia ha, sin dall’indipendenza del 1991, una forte presenza in Kazakistan grazie a Eni: di fatto Astana rappresenta il principale mercato regionale per l’Italia grazie ad una folta rappresentanza imprenditoriale e ad un interscambio commerciale che ha raggiunto ottimi numeri (4,5 miliardi nel 2022). E nel contesto dell’attuale situazione in Afghanistan, l’Italia guarda con interesse alla cooperazione con i Paesi della macro regione.