L’esercito francese si prepara per l’esercitazione del prossimo anno in Romania, un test cruciale per dimostrare la capacità di risposta rapida verso l’Eastern Flank. E per valutare i progressi degli ultimi anni
Il 2025 sarà un anno cruciale per l’esercito francese, che si prepara a dimostrare la sua capacità di fronteggiare minacce concrete come quella rappresentata dalla Russia. In primavera, le forze armate francesi parteciperanno in Romania all’esercitazione su larga scala “Dacian Spring 2025”, un test strategico per verificare la rapidità di mobilitazione verso il fianco orientale dell’Alleanza Atlantica, una capacità fondamentale per reagire efficacemente nel caso di un eventuale attacco russo a un Paese membro della Nato.
Secondo il generale Bertrand Toujouse, comandante delle forze terrestri francesi in Europa, l’esercitazione rappresenta un vero e proprio cambio di paradigma. “Non stiamo più simulando guerre astratte. Ora abbiamo un nemico designato, e ci addestriamo con i nostri veri alleati, quelli con cui combatteremmo in caso di conflitto” ha dichiarato l’ufficiale francese.
Negli ultimi anni, l’esercito francese ha avviato un processo di trasformazione profonda, puntando atta aumentare la propria readiness per un conflitto ad alta intensità simile a quello che si sta svolgendo da più di due anni in Ucraina. Questo sforzo si inserisce all’interno delle direttive della Nato, nei cui piani è previsto che entro il 2027 Parigi disponga di una divisione completa pronta ad entrare in combattimento entro trenta giorni. Si tratta di un obiettivo ambizioso, che richiede una logistica impeccabile, con munizioni e rifornimenti sufficienti per sostenere operazioni militari prolungate. L’esercitazione della prossima primavera rappresenta un passo intermedio verso tale traguardo: Dacian Spring consiste nel dispiegare una brigata di circa 5.000 soldati in Romania entro soli dieci giorni
Tuttavia, ci sono degli ostacoli da superare lungo la strada. Uno dei più difficili da superare è quello riguardante la logistica del trasporto militare in Europa, ancora ostacolata da lungaggini burocratiche e infrastrutture non adatte alle esigenze di un rapido dispiegamento. Il generale Pierre-Eric Guillot, vice di Toujouse, ha rimarcato il fatto che non esista ancora una “Schengen militare” in Europa, evidenziando la necessità di migliorare la mobilità militare all’interno dell’Unione.
Quello di Dacian Spring non sarà il primo dispiegamento di truppe francesi in Romania. Già nel 2022 aveva avuto luogo un’esercitazione simile, grazie alla quale si erano rivelate diverse problematiche legate alla burocrazia e all’inadeguatezza dei treni per il trasporto di equipaggiamenti pesanti. Ma negli ultimi anni sono stati fatti progressi significativi, ad esempio con la diversificazione delle rotte di trasporto che ora includono, oltre ai treni, anche camion e navi.
Il generale Toujouse si è detto fiducioso nella capacità dei soldati francesi di superare il test del 2025, ma ha anche avvertito che il raggiungimento dell’obiettivo del 2027 dipenderà fortemente dal mantenimento degli investimenti previsti dalla legge di programmazione militare della Francia.
In questo contesto, il generale Pierre Schill, capo di stato maggiore dell’esercito francese, ha espresso preoccupazione riguardo alle possibili pressioni sul bilancio della difesa. Con il governo francese impegnato a ridurre il deficit nazionale, potrebbero verificarsi tagli o riduzioni dei fondi destinati alla difesa. “Se ci fossero cambiamenti significativi, potremmo dover posticipare l’obiettivo del 2027,” ha avvertito Schill, aggiungendo però che, per ora, questa rimane solo un’ipotesi remota.