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Chi sono i tre premi Nobel per l’Economia 2024

Il prestigioso riconoscimento assegnato dall’Accademia reale svedese è stato assegnato congiuntamente a Daron Acemoglu, turco naturalizzato statunitense, Simon Johnson e James A. Robinson. Ecco perché

Il premio Nobel per l’Economia 2024 è stato assegnato congiuntamente a Daron Acemoglu, turco naturalizzato statunitense, Simon Johnson, britannico statunitense e James A. Robinson, britannico. Tutti e tre insegnano presso università statunitensi. E, come annunciato dall’Accademia reale svedese per le scienze, sono stati premiati per i loro studi sulla comprensione delle differenze di prosperità tra Paesi. Lo scorso anno il Nobel all’Economia era stato assegnato alla statunitense Claudia Goldin, per i suoi studi sul mercato del lavoro (l’unico italiano a ricevere questa onorificenza è stato Franco Modigliani, nel 1985).

I tre studiosi insigniti del premio Nobel all’economia “hanno dimostrato l’importanza delle istituzioni per la prosperità di un Paese. Società con uno stato del diritto debole e i istituzioni che sfruttano la popolazione non generano crescita o miglioramenti. I tre studiosi ci hanno aiutato a capire il perché”, recitano le motivazioni lette durante l’annuncio. Acemoglu è nato nel 1967 a Istanbul e insegna al Massachusetts Institute of Technology, mentre Johnson è nato nel 1963 a Sheffield, in Gran Bretagna e insegna a sua volta al Mit. Robinson, invece, classe 1960 insegna alla University of Chicago.

“Quando gli europei colonizzarono ampie zone del mondo, le istituzioni di quelle società cambiarono. Questo cambiamento è stato a volte drammatico, ma non si è verificato ovunque nello stesso modo. In alcuni luoghi l’obiettivo era sfruttare la popolazione indigena ed estrarre risorse a vantaggio dei colonizzatori. In altri, i colonizzatori hanno creato sistemi politici ed economici inclusivi per il beneficio a lungo termine degli immigrati europei”, si legge nella nota a dell’Academy che spiega la ricerca dei tre economisti.

“I vincitori hanno dimostrato che una spiegazione delle differenze di prosperità dei Paesi è data dalle istituzioni sociali introdotte durante la colonizzazione. Le istituzioni inclusive sono state spesso introdotte in Paesi che erano poveri al momento della colonizzazione e, nel tempo, hanno portato a una popolazione generalmente prospera. Questo è un motivo importante per cui le ex colonie un tempo ricche sono ora povere e viceversa. Alcuni Paesi rimangono intrappolati in una situazione di istituzioni estrattive e bassa crescita economica. L’introduzione di istituzioni inclusive creerebbe benefici a lungo termine per tutti, ma le istituzioni estrattive garantiscono guadagni a breve termine per le persone al potere. Finché il sistema politico garantisce il mantenimento del controllo, nessuno si fiderà delle loro promesse di future riforme economiche. Secondo i vincitori, questo è il motivo per cui non si verificano miglioramenti”.

“Tuttavia, questa incapacità di fare promesse credibili di cambiamento positivo può anche spiegare perché a volte si verifica la democratizzazione. Quando c’è una minaccia di rivoluzione, le persone al potere si trovano di fronte a un dilemma. Preferirebbero rimanere al potere e cercare di placare le masse promettendo riforme economiche, ma è improbabile che la popolazione creda che non si tornerà al vecchio sistema non appena la situazione si sarà stabilizzata. Alla fine, l’unica opzione potrebbe essere quella di trasferire il potere e instaurare la democrazia”.

 



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