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Innovazione tecnologica e salute globale. La sanità del futuro all’Healthcare innovation forum

One health e innovazione tecnologica, ma anche prossimità territoriale, integrazione sanitaria e sostenibilità economica. Questi i temi al centro della terza edizione dell’Healthcare innovation forum tenutasi ieri a Roma. Bellantone (Iss): “Fondamentale la collaborazione interdisciplinare per affrontare le sfide di oggi”

“Un incontro per esaminare le grandi trasformazioni e le sfide che sta attraversando la sanità”. Questa la visione alla base dell’Healthcare innovation forum secondo Rocco Bellantone, presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss). Al centro dell’appuntamento, che si è tenuto ieri a Roma, le priorità della sanità del futuro, spaziando fra Intelligenza Artificiale, innovazione tecnologica, health technology assessment (Hta) e value based healthcare (Vbhc). L’evento, organizzato da Core con il coordinamento scientifico di Giuseppe Navanteri, direttore del dipartimento di Ingegneria clinica e Ict dell’Ifo, e con il supporto dei docenti di Sda Bocconi, ha visto la partecipazione di esperti ed esponenti del mondo istituzionale. L’obiettivo? Progettare la medicina del futuro dando nuovo rilievo al benessere del paziente.

ONE HEALTH: L’IMPORTANZA DI UNA VISIONE GLOBALE

“Non si può parlare di salute umana senza parlare di salute animale e salute ambientale”, esordisce Francesca Lecci, professoressa associata presso Sda Bocconi School of management. Bellantone sottolinea che le problematiche possono essere affrontate “solo attraverso una collaborazione fra enti”. Sul tema si esprime anche Giovanni Leonardi, capo del dipartimento per la Salute umana, la salute animale e dell’ecosistema (one health) e dei rapporti internazionali presso il ministero della Salute, secondo il quale “è necessaria un’interazione con tutti gli stakeholder sia all’interno del ministero che con il mondo di agricoltura, ambiente, istruzione e politiche sociali. L’approccio one health – continua – non può esaurirsi in un solo dipartimento”.

CATEGORIE VULNERABILI

“La tecnologia avanzata trova poco spazio per la sua realizzazione in molti Paesi del mondo” afferma Aldo Morrone, direttore scientifico Istituto internazionale Scienze mediche, antropologiche e sociali (Iismas) e professore UniCamillus, che continua: “Per dare un valore aggiunto, l’innovazione deve avere la possibilità di incidere sulla salute delle persone più fragili”. Si è espresso sul tema anche Cristiano Camponi, direttore generale Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti ed il contrasto delle malattie della povertà (Inmp): “Le fasce vulnerabili sono quelle più distanti dall’integrazione fra salute umana, animale e ambientale”.

AURIGEMMA (FDI): RIPORTARE LA SANITÀ VICINO AL PAZIENTE

Ad evidenziare i punti su cui bisogna intervenire è Antonello Aurigemma, presidente del Consiglio regionale del Lazio, secondo cui “per troppo tempo la sanità è stata gestita con compartimenti stagni, con formule matematiche anziché con una visione globale”. Sulla necessità di rafforzare l’ambito territoriale afferma: “Se la maggior parte degli accessi in pronto soccorso sono dovuti a malattie croniche e acute, vuol dire che ci sono delle mancanze sul territorio. Dobbiamo migliorare i percorsi di presa in carico dei pazienti”. A fargli eco, Guido Quintino Liris, capogruppo commissione Programmazione economica e bilancio del Senato, secondo cui “le patologie devono poter essere controllate a domicilio o in strutture più vicine al paziente. Gli strumenti di innovazione tecnologica – continua Liris – possono aiutare a disegnare una sanità sostenibile”. E sugli obiettivi economici, “quello che dobbiamo affrontare è l’abbattimento dei costi, dove possibile, per investire dove possiamo fare la differenza”, conclude il senatore.

IA E INNOVAZIONE TECNOLOGICA

L’intelligenza artificiale è protagonista dell’intero dibattito, mettendo in luce l’importanza di un approccio integrato. “Il legislatore sta dietro alle scoperte e alle innovazioni scientifiche con molto affanno. Bisogna trovare una copertura perché questi strumenti non prendano il sopravvento ed escano fuori dal controllo. Il mio augurio è che territorio, prevenzione, digitale e IA, siano frutto di una combinazione virtuosa”, sottolinea Liris.

DIFFERENZE REGIONALI, HTA E VBHC

Sul divario fra regioni interviene Aurigemma: “Serve uniformare un servizio sanitario regionale che ad oggi ha anche una sperequazione a livello nazionale, da regione a regione”. Da qui l’obiettivo di pensare in ottica Hta e Vbhc. “Il nostro Ssn ha bisogno di evolvere dalla L.502/92 in maniera concreta”, dichiara Navanteri, affermando inoltre: “Innovare assume il significato di migliorare l’outcome del paziente, con impatto diretto sia su esso stesso che sulla società in cui vive”.

SALUTE GLOBALE FRA LE PRIORITÀ DELL’AGENDA G7

In vista della prossima riunione ministeriale G7 di Ancona, al via la prossima settimana, Leonardi sottolinea l’impegno in tema salute della presidenza italiana: “Il G7 è informato e coinvolto quando parliamo di struttura sanitaria globale, di invecchiamento attivo e antimicrobico resistenza”. Fra le priorità del gruppo, infatti, troviamo il rafforzamento dell’architettura sanitaria globale per ridurre il rischio di future emergenze in ottica one health, ma anche il contrasto all’antimicrobico resistenza con iniziative nel campo R&S, anche attraverso l’implementazione di incentivi push and pull.



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