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Liguria, Bucci in vantaggio e campo largo a rischio deflagrazione. Gli scenari di Cianfanelli (YouTrend)

Il candidato di centrodestra Marco Bucci sembra in vantaggio rispetto al competitor, Andrea Orlando espressione del campo largo. In Liguria si giocano diversi equilibri, perché nel centrosinistra – se le cose andassero male – si rischierebbe di riaccendere conflitti pesanti mai sopiti. In particolare tra Movimento 5 Stelle e centristi. Il commento del sondaggista di YouTrend, Francesco Cianfanelli ai primi risultati delle regionali

Mentre scriviamo, a scrutini ancora abbondantemente in corso, in Liguria si profila una vittoria – seppur di misura – del candidato governatore, Marco Bucci espressione della coalizione di centrodestra. I punti di distacco rispetto al principale competitor di centrosinistra Andrea Orlando, al momento, sembrano pochi in effetti. Ma tanto basterebbe per rafforzare ulteriormente la coalizione di governo e indebolire un campo largo “sempre più litigioso, provvisorio e instabile”. A commentare su Formiche.net i primi dati parziali delle regionali liguri è Francesco Cianfanelli, sondaggista di YouTrend.

Sono numeri ancora parziali, ma cosa ci dicono su risultato e dinamiche elettorali?

L’andamento di affluenza sembrava essere tendenzialmente positivo per il centrosinistra ma direi che i primi risultati – seppur incompleti – fotografano una situazione nella quale il candidato del centrodestra è in vantaggio anche se di pochi punti. Non è ancora uscito un exit poll favorevole a Orlando, per cui è ragionevole che i risultati finali possano rispecchiare quelli attuali.

Guardiamola dalla prospettiva del centrosinistra. Cosa prevede che possa accadere?

Considerando che era ritenuta una regione “in bilico”, sarebbe un grosso problema e aprirebbe ferite mai del tutto sopite all’interno del campo largo, che rischia di deflagrare.

A cosa si riferisce in particolare?

Le trattative per giungere alla candidatura di Andrea Orlando sono state serrate e molto complesse, con una serie di veti incrociati in particolare tra il Movimento 5 Stelle e i centristi di Matteo Renzi. Al momento non abbiamo dati disponibili sui voti di lista, ma qualora le cose non dovessero andare bene i malumori e le accuse incrociate sarebbero destinate a moltiplicarsi. Tanto fra centristi e pentastellati, quanto internamente al Movimento 5 Stelle che sta attraversando un momento molto complesso.

Tradizionalmente nelle elezioni regionali e più in generale territoriali, il Movimento 5 Stelle non riscuote molto successo. 

Vero, le dinamiche storicamente sono queste. A questo punto si pone il tema delle alleanze soprattutto per il Partito Democratico che resta il più consistente in termini elettorali nella coalizione progressista.

Su queste elezioni regionali c’erano tantissime aspettative da parte di entrambi gli schieramenti anche per i prossimi appuntamenti elettorali nelle due regioni. Un risultato piuttosto che un altro potrebbero condizionare gli altri due?

Penso che sia più che altro una questione di entusiasmi. Una vittoria in un senso o in un altro potrebbe portare a una mobilitazione delle basi elettorali, magari estendendole verso un tipo di preferenza piuttosto che un altro. Credo comunque che l’Umbria possa essere ritenuta contendibile, mentre in Emilia-Romagna lo schieramento progressista parte in vantaggio.

Non abbiamo le specifiche sulle liste, al momento. Ma, nel caso in cui prevalga – come sembra – il centrodestra, pensa che ci possano essere dei riverberi sugli equilibri nazionali?

È difficile dirlo, ma comunque tenderei ad escluderlo. In entrambi gli schieramenti – come ci hanno detto molto chiaramente le ultime elezioni europee – gli equilibri sono abbastanza definiti. Fratelli d’Italia resta il partito egemone, il Pd poco sopra il 20% mentre gli altri sostanzialmente annaspano. Con percentuali variabili ma di base – al netto del Movimento 5 Stelle – sotto il 10%.


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