Tra pochi giorni scadranno le ultime licenze che tengono ancora in piedi gli scambi monetari tra Dragone e Mosca. E allora sì che i sogni di de-dollarizzazione cinesi saranno definitivamente spenti
C’è una data da cerchiare con il rosso, quella del 12 ottobre. Quel giorno, infatti, scadrà il periodo di proroga concesso alle banche russe per effettuare transazioni in yuan o comprare moneta cinese. Per capire, bisogna guardare allo scorso mese di giugno, quando gli Stati Uniti hanno deciso di stringere ancora un po’ di più la morsa delle sanzioni su Mosca.
In quell’occasione il governo americano decise di avviare l’iter per la sospensione delle licenze che permettono, ancora oggi, alle banche dell’ex Urss, di scambiare rubli con yuan e viceversa. Un’operazione, per la verità, già tecnicamente fallita. Come raccontato da Formiche.net, infatti, molti istituti russi sono finiti a corto di yuan, senza la possibilità di averne altri, per esplicito niet della Banca centrale russa.
Il che ha di fatto posto fine ai sogni di de-dollarizzazione cinesi, che poggiavano proprio sul massiccio e intensivo ricorso della finanza russa alla moneta cinese. Ora però il colpo di grazia potrebbe arrivare proprio tra una decina di giorni, quando, come ha rivelato Reuters scadrà il periodo di grazia relativo alle citate licenze. E allora sì, che potrebbero essere dolori, perché per le banche dell’ex Urss diventerebbe del tutto impossibile approvvigionarsi di yuan.. “La situazione (in Russia, ndr) potrebbe cambiare dopo il 12 ottobre”, ha detto una fonte a Reuters.
“È possibile una carenza improvvisa di yuan o un rifiuto totale di accettare pagamenti dalla Russia da parte delle banche cinesi”. E questo perché tutte le operazioni di conversione, comprese quelle per le filiali delle banche cinesi, verranno interrotte e tutte le posizioni aperte in valuta estera tramite la Borsa di Mosca verranno chiuse.
“Di conseguenza, la situazione relativa all’offerta di liquidità in yuan diventerà ancora più difficile”, ha chiarito la medesima fonte. Ora, la liquidità dello yuan in Russia era già sotto pressione e, di conseguenza, le banche cinesi sono state riluttanti a trasferire yuan alle controparti russe durante i pagamenti del commercio estero, lasciando le transazioni in un limbo per mesi.
Di conseguenza, con l’esaurirsi della liquidità in yuan da parte della Cina, le aziende russe si sono rivolte alla banca centrale per ottenere yuan tramite swap di valuta. Ma la Bank of Russia ha detto di no, affermando che gli swap sono destinati solo alla stabilizzazione a breve termine del mercato valutario nazionale e non sono una fonte di finanziamento a lungo. Il resto è storia.