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Stellantis supererà crisi e concorrenza. Elkann rilancia lo spirito Fiat

Nel giorno in cui Moody’s taglia l’outlook, appesantendo il titolo in Borsa, in un discorso al Lingotto davanti ai dirigenti della casa automobilistica, il presidente e azionista del gruppo prova a scacciare, paure, polemiche e attacchi contro il vertici dell’azienda, rispolverando quella propensione al cambiamento e all’innovazione che ha sempre contraddistinto la Fiat

Ci voleva l’azionista per spegnere l’incendio. John Elkann, che rappresenta il socio più italiano di Stellantis (dall’altra parte c’è lo zoccolo duro francese, nella figura della famiglia Peugeot e dello Stato francese) ha provato a fare il pompiere, dopo i giorni difficili del suo uomo di fiducia, Carlos Tavares, il ceo di ferro del gruppo, che con ogni probabilità nel 2026 passerà la mano, dopo quasi sei anni al timone della casa automobilistica. Il dirigente portoghese che guida il costruttore dal 2021, quando prese il testimone di Mike Manley, dopo la fine dell’era Marchionne, è andato in collisione con il governo italiano.

Prima, la richiesta di incentivi per tentare di ridare fiato al mercato delle auto elettriche, impantanato e apparentemente inerme di rispondere alla concorrenza cinese. Poi la minaccia, più velata che reale, di tagli negli stabilimenti dello Stivale. In mezzo, un calo delle consegne figlio della crisi del settore auto, specialmente tedesco, e un declassamento dell’outlook da parte di Moody’s (che però ha confermato il rating) che ha appesantito il titolo in Borsa nell’ultima seduta, lasciando sul terreno lo 0,9%. Ce ne è abbastanza per prendere la parola, provando ad alzare lo scudo. Ed Elkann, lo ha fatto, dal palco del Lingotto, in occasione dei 50 anni della Fondazione del gruppo dei dirigenti Fiat.

“C’è chi in questi mesi, in questi giorni, sembra poco disposto a riconoscere i meriti di tutti coloro, dipendenti, collaboratori e anche voi, dirigenti, che hanno contribuito, sempre, a superare le sfide e a raggiungere straordinari risultati nei 125 anni di storia del nostro gruppo. Ma noi conosciamo, e voi più di tutti, quale è la realtà: con le polemiche strumentali, i rancori, i protagonismi non si risolve niente. Non si costruisce nulla”, ha esordito il presidente di Stellantis. “Oggi, come è accaduto in ognuno dei momenti difficili della nostra storia, intendiamo affrontare i problemi lavorando seriamente, insieme alle nostre persone e contando sugli elementi fondamentali dello spirito Fiat: coraggio per superare le difficoltà; intraprendenza per costruire il futuro; e senso di responsabilità verso le comunità a cui siamo legati”.

“Conosciamo le sfide che abbiamo davanti, ma sappiamo anche quanto è forte la passione che ci guida. E per questo sono convinto che possiamo guardare al domani con fiducia. Non solo per le nostre capacità professionali e manageriali, ma per lo spirito che ci anima e continua a guidarci. Lo spirito Fiat”. Elkann ha iniziato il suo intervento tornando agli anno dell’esplosione del terrorismo “e dell’anarchia nelle fabbriche, delle minacce alla democrazia. e delle continue visite in Italia dei funzionari del Fondo monetario internazionale, che venivano per capire se il Paese fosse in grado di resistere alla crisi provocata dall`interazione tra shock petrolifero e disordine sociale. Quello che posso dire, per quanto ho saputo da mio nonno (Gianni Agnelli, ndr), è che la sua maggiore preoccupazione era l’incolumità di chi lavorava in Fiat”.

Poi Elkann è tornato a battere su quello spirito Fiat che può essere la risposta alle sfide globali. “Le persone che hanno assunto crescenti responsabilità nelle nostre società sono sempre state dirigenti, capaci di identificarsi con l’azienda, la sua cultura e il suo sistema di valori. Persone, come tutti voi che siete qui, animate da un forte spirito di squadra, competenza e serietà. Persone che si sentono accomunate da un forte senso di responsabilità nei confronti delle comunità in cui vivono. Uno spirito che fa parte della nostra storia, fin dai tempi delle colonie Fiat, della mutua Fiat e dell’assistenza medica Fiat. Così come continua a far parte delle grandi iniziative di responsabilità sociale portate avanti dalle nostre società, soprattutto nell`ambito dell`istruzione”.

Ed ecco la conclusione, dal chiaro sapore di messaggio a chi vuole una Stellantis in crisi e incapace di reagire dinnanzi alla crisi dell’auto in Europa. “C’è il terzo aspetto dello spirito Fiat che vorrei richiamare: il senso di responsabilità e la solidarietà che ci lega alle nostre comunità. Diversi studi indicano che meno dell’1% delle aziende fondate all’inizio del Novecento risultano ancora in vita. Sopravvivono quelli che si sanno adattare meglio ai cambiamenti delle tecnologie, dei mercati, della domanda. Ecco, noi apparteniamo a questo 1% che ha superato 125 anni di cambiamenti. E per arrivare a questo traguardo abbiamo dovuto, abbiamo voluto, cambiare, senza mai perdere il nostro spirito pionieristico. Ed è più che legittimo sentirsi orgogliosi: è la manifestazione più evidente di quello spirito Fiat che non ha mai temuto di confrontarsi col futuro, con l’innovazione, con la concorrenza”.


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