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Perché gli Usa mettono sotto accusa le banche cinesi

​In una lettera inviata alla segretaria al Tesoro americana, Janet Yellen, i leader della commissione speciale per la Cina chiedono di rivedere i rapporti con gli istituti dell’ex colonia britannica, accusati di essere una vera e propria centrale globale di pratiche illecite

Mentre il mondo attende la possibile, nuova, tornata di dazi a protezione dell’economia americana, a Washington si fa largo una possibile rottura con un sistema finanziario da sempre considerato troppo opaco. In una lettera inviata al Segretario del Tesoro degli Stati Uniti, Janet Yellen, i leader bipartisan della Commissione speciale della Camera sulla Cina hanno chiesto a Washington un controllo più approfondito sul settore finanziario di Hong Kong, che ospita molte grandi banche statunitensi e rappresenta oltre un quinto del prodotto interno lordo del territorio cinese.

Ma, ecco il punto, Hong Kong è diventata un leader mondiale nelle pratiche illecite, tra cui l’esportazione di tecnologia occidentale, la creazione di società di facciata per acquistare petrolio iraniano e la gestione di navi fantasma che si impegnano nel commercio illegale con la Corea del Nord, si legge nella missiva. “Da quando Pechino ha imposto una legge sulla sicurezza nazionale alla città, nel 2020, “Hong Kong si è trasformata da un centro finanziario globale affidabile a un attore fondamentale nel crescente asse autoritario tra Repubblica Popolare, Iran, Russia e Corea del Nord: Dobbiamo ora chiederci se la politica statunitense di lunga data nei confronti di Hong Kong, in particolare nei confronti del suo settore finanziario e bancario, sia appropriata”.

Nella lettera è citata una ricerca pubblicata quest’anno, secondo cui quasi il 40% delle merci spedite da Hong Kong alla Russia tra agosto e dicembre 2023 erano articoli ad alta priorità che probabilmente alimentano la produzione di beni militari da parte di Mosca, come missili e aerei. I legislatori hanno dunque chiesto ai funzionari del Dipartimento del Tesoro di informare la commissione “sull’attuale stato dei rapporti bancari americani con le banche di Hong Kong, su come le nostre politiche sono cambiate per tenere conto dei cambiamenti nello stato e nella posizione” dell’ex colonia britannica “e sulle misure che il Tesoro stesso intende attuare per affrontare questi rischi”.

Tutto questo quando, versante Russia, pochi giorni fa, l’Office of foreign assets control del Dipartimento del Tesoro americano, ha preso nuovi provvedimenti per limitare l’uso del sistema finanziario internazionale da parte di Mosca. L’azione dell’Ofac include, tra le altre, sanzioni per Gazprombank (la terza banca più grande della Russia e la più grande banca che fino ad ora non era stata sanzionata), oltre 50 banche russe collegate a livello internazionale e 15 funzionari finanziari russi.


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