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A qualcuno non piace lo yuan. Ecco il report che sbugiarda la de-dollarizzazione

Nonostante le strombazzate di Pechino, i flussi di prestiti in moneta cinese rimangono un affare confinato all’area del Dragone. Segno che la spallata al dollaro, nei fatti, non c’è mai stata. Report della Banca dei regolamenti internazionali

Chissà se Xi Jinping, quando profetizza un mondo con baricentro monetario cinese, crede davvero alle sue stesse parole. Con ogni probabilità, sì. Solo che la verità è ben diversa, la de-dollarizzazione messa in campo dalla Cina e dalla Russia, azionisti di maggioranza del blocco dei Brics, sta fallendo su tutta la linea. Tradotto, nessuna spallata al biglietto verde, lo yuan rimane confinato al Dragone e a qualche suo vicino di casa, nulla più. Basta leggersi un paio di passaggi di un recente report della Banca dei regolamenti internazionali, con sede a Basilea.

“L’uso internazionale dello yuan, fino ad oggi, rimane in gran parte incentrato sulla Cina. Le banche cinesi rappresentano la maggior parte del credito transfrontaliero denominato in renminbi”, si legge nel documento. “Gran parte del credito in yuan rimanente è esteso da banche al di fuori della Cina a mutuatari situati in Cina. Queste posizioni in uscita e in entrata con la Cina rappresentano quindi la maggior parte del credito totale”. Il messaggio è chiaro, se lo yuan circola è solo perché va e viene dalla Cina e non perché gira presso altre economie. E infatti, chiarisce il report, “l’uso dello stesso yuan nelle transazioni offshore, vale a dire per il credito tra banche e mutuatari entrambi situati al di fuori della Cina, rimane limitato”.

Come detto, lo yuan rimane abbastanza forte nelle immediate vicinanze della Repubblica popolare. E infatti, “gran parte del credito in yuan è stato indirizzato a mutuatari nell’Asia-Pacifico emergente: il flusso transfrontaliero di prestiti in renminbi ai mutuatari in Cina e il credito internazionale a quelli di Hong Kong e Macao insieme hanno raggiunto i 550 miliardi nel secondo trimestre del 2024. Tuttavia, il credito internazionale a mutuatari al di fuori della regione, principalmente nel Regno Unito, nelle Isole Cayman e in Australia, ha rappresentato una piccola quota del totale”.

C’è una spiegazione a tutto questo? Sì. Il fatto è che lo yuan continua a perdere colpi nei confronti del dollaro. Pochi giorni fa la moneta cinese ha toccato il minimo degli ultimi due mesi rispetto al biglietto verde. Più nel dettaglio, lo yuan viaggia oggi a 7,1320 per dollaro ed è sceso a un minimo di 7,1367 nelle contrattazioni mattutine, il suo livello più debole da settimane a questa parte. E il dollaro? La valuta americana vive un momento estremamente felice, visto che si aggira vicino al massimo degli ultimi 3 mesi, sostenuto da una solida economia statunitense e con il mercato del lavoro a pieno regime.


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