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Così Intesa ha rassicurato gli investitori. Messina racconta la storia di un primato

In un’intervista alla Cnbc, il ceo della prima banca italiana rivendica l’eccellenza a livello europeo di una banca ben capitalizzata e capace di distribuire dividendi sempre maggiori. Su Unicredit e Commerzbank i tedeschi sbagliano a usare il populismo contro l’integrazione bancaria

Un primato costruito su anni di buon credito e scelte industriali azzeccate. Oggi Intesa Sanpaolo è non solo la prima banca italiana per rete e capitalizzazione (oltre 70 miliardi), ma anche tra le eccellenze in Europa. A pochi giorni dalla presentazione al mercato dei conti trimestrali e dei nove mesi, Carlo Messina è tornato a raccontare presente e futuro dell’istituto, dai microfoni della Cnbc.

“L’attuale valore di mercato di Intesa Sanpaolo, superiore a quello di altri istituti di credito della zona euro, indica che gli investitori sono rassicurati dalla sua strategia e dalla mancanza di operazioni di fusione o acquisizione. Intesa genererà valore per gli azionisti internamente, attraverso investimenti in tecnologia”, ha subito messo in chiaro il manager, che guida Ca’ de Sass dal 2013. “Siamo oggi la banca di maggior valore nell’area dell’euro, forse concentrarci sul non essere aggressivi nelle fusioni e acquisizioni sta rassicurando un certo numero di investitori”, ha aggiunto Messina riferendosi al fatto che Intesa Sanpaolo ha di recente superato i 72,5 miliardi di capitalizzazione di mercato.  Intesa “è prima in Eurozona per Market Cap grazie al suo modello di business fees&commissions ed è impegnata sul fronte della generazione di sinergie interne”.

Parlando sempre del posizionamento della banca nello scacchiere continentale, “siamo un caso unico in Europa per la distribuzione di dividendi in contanti. Paghiamo il 70% in termini di dividendo in contanti e abbiamo un dividend yield (rapporto tra l’ultimo dividendo annuo per azione corrisposto agli azionisti o annunciato e il prezzo in chiusura dell’anno di un’azione ordinaria, ndr) a rischio zero perché abbiamo zero crediti in sofferenza. Abbiamo capitale in eccesso, quindi siamo pronti anche a proporre un riacquisto di azioni a fine anno”.

Messina si è poi soffermato sull’ingresso in forze di Unicredit in Commerzbank, che in molti leggono come un tentativo di scalata alla seconda banca tedesca. “Il focus di questa transazione è avere la possibilità di crescere in Germania. Se tu hai una banca in Germania hai la possibilità di fare un’operazione in Germania. Ma non è una tipica operazione cross border, è più un’operazione interna che può creare sinergie in Germania. Ed è diverso, se tu acquisti una banca laddove non hai già un’altra banca. Così, invece, è più simile alla nostra acquisizione di Ubi che abbiamo fatto in passato, perché abbiamo potuto creare sinergie tra due aziende”.

Più in generale, secondo Messina, la via maestra per integrare e far crescere il settore finanziario europeo “sono gli eurobond, che rappresentano il primo punto. L’altro punto sono le operazioni cross border, ma quelle realmente cross-border. Quanto ad alcune reazioni allarmate emerse in Germania in merito alle mosse di Unicredit su Commerzbank, “questa attitudine a mettersi contro gli altri fa parte di dinamiche populiste in diversi Paesi. Più hai partiti populisti più sarà difficile creare reale integrazione tra differenti sistemi bancari. Ma, alla fine quello che più conta è creare valore per i tuoi azionisti, rassicurando sulla sostenibilità del tuo business model”.



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