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Anche una parte di élite ha scelto Donald, ora la prova del governo senza caos. Scrive Castellani

Un pezzo di establishment ha scelto di unirsi a Trump. Questa larga coalizione gli ha permesso di vincere, anche grazie all’ecosistema mediatico che senz’altro passava per Musk, per Tucker Carlson, Joe Rogan. Una rete che a lui mancava nel 2016, ma che oggi è risultata determinante per ottenere questa vittoria. Occorrerà comprendere se il neo presidente sarà capace di sfruttare questa élite che si è unita a lui in modo da governare in maniera stabile, evitando i disastri del primo mandato. Il commento del politologo della Luiss, Lorenzo Castellani

Donald Trump ha costruito una coalizione composta da tre gambe. Il suo elettorato tradizionale, più rurale composto nella sostanza dalla cosiddetta “working class”, il tipico elettorato repubblicano a cui si sono aggiunte diverse minoranze etniche che hanno cercato in qualche modo questa volta il sostegno a Trump. È una fetta importante di élite, di cui Musk è solo la punta dell’iceberg ma che ha dietro personaggi come Peter Field, uomini della finanza importanti, il presidente della Jp Morgan e altri esponenti che hanno avuto posizioni di apertura come è accaduto nel caso dei vertici di BlackRock.

Un pezzo di establishment ha scelto di unirsi a Trump. Questa larga coalizione gli ha permesso di vincere, anche grazie all’ecosistema mediatico che senz’altro passava per Musk, per Tucker Carlson, Joe Rogan. Una rete che a lui mancava nel 2016, ma che oggi è risultata determinante per ottenere questa vittoria.

Ora bisognerà capire se questo anti-establishment, che ha rotto in due l’élite americana, di fatto scardinando il monopolio dei democratici sulle alte sfere della finanza e dell’industria si tradurrà in una squadra di governo. Membri del civil service, del governo federale, direttori nelle agenzie, giudici federali.

Occorrerà comprendere se Trump sarà capace di sfruttare questa élite che si è unita a lui in modo da governare in maniera stabile, evitando i disastri del primo mandato in cui ogni settimana se ne andava qualcuno dello staff, in cui c’erano intere posizioni che rimanevano vacanti per anni e nelle quali regnava il caos sia sotto il profilo politico che sul piano amministrativo.

Vedremo se questa strana coalizione sarà in grado di reggere, contemperando le varie sensibilità. All’interno, infatti, troviamo sia persone che intendono accelerare sugli investimenti, sulle nuove tecnologie – basta pensare ai razzi di Musk, alla robotica – ma anche elementi che spingono per un’accelerazione reazionaria.

Nel senso che vogliono essere protetti dagli immigrati, dai prodotti cinesi, che mira a una riterritorializzazione del capitalismo. Se tutto questo Trump riuscirà a tenerlo assieme al governo, evitando il caos politico-amministrativo, penso che ci siano le condizioni per un mandato più tranquillo.

 



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