Due portaerei cinesi manovrano insieme. Mai successo nella storia, è una dinamica che riflette la volontà di Xi Jinping di creare una “super flotta” con cui proiettare la forza militare, politica ed economica di Pechino
Per la prima volta nella sua storia, la Marina dell’Esercito Popolare di Liberazione cinese (PLA Navy) ha fatto manovrare insieme i gruppi da battaglia della Liaoning e della Shandong. È uno sviluppo delle capacità di operatività marittima che rappresenta un importante traguardo nella crescita militare della Cina, segnalando un potenziale rafforzamento del potere navale, nell’ottica di una strategia marittima che si concentra su due obiettivi principali: la difesa delle acque costiere e la proiezione di potenza in mare aperto. Questo approccio mira a proteggere le rotte marittime vitali per l’economia cinese e a estendere l’influenza del Paese nelle acque internazionali.
L’esercitazione, alla fine di ottobre, ha visto i due “gruppi di portaerei” condurre manovre orientate al combattimento nel Mar Cinese Meridionale. La Cina edulcora la definizione “gruppi da battaglia”, utilizzata dal sistema Nato, tuttavia descrive le attività come “combat-oriented far-sea training exercise”. Ma al di là della narrazione (al solito mix di muscoli e armonia) siamo oggettivamente davanti a un’altra pietra miliare per la PLA Navy, che si aggiunge a una serie di manovre significative effettuate dalla Cina negli ultimi mesi. Nel corso dell’estate, per esempio, le portaerei operative sono state dispiegate nel Pacifico occidentale per tre volte nell’arco di tre mesi, un segnale della crescente ambizione marittima della Cina. A settembre, Pechino ha avuto nella regione tre gruppi schierati contemporaneamente, con la Fujian messa in acqua nel Mar Giallo in fase di test marittimi.
Il ministro della Difesa taiwanese aveva fotografato la situazione con queste parole efficaci: “La portata dell’attività sta diventando sempre più ampia, e quindi è più difficile discernere quando potrebbero passare dall’addestramento a una grande esercitazione e da un’esercitazione alla guerra”. Chiaramente Taipei esprime una visione centrata sulle sue preoccupazioni, collegate anche alle dimostrazioni di forza viste nelle ultime settimana con esercitazioni monstre attorno all’isola, tuttavia il senso realistico e generale è chiaro. D’altronde, anche l’ammassamento di truppe russe al confine ucraino nel febbraio 2022 era stato descritto da Mosca come esercitazioni.
“Durante il training, la flotta si è spostata in diverse aree marine e ha svolto esercitazioni su più fronti in un contesto di combattimento reale. Gli ufficiali e i soldati hanno mantenuto un alto livello di allerta e sono stati pronti a rispondere in ogni momento”, ha dichiarato, con un comunicato ufficiale, il Comando del Teatro Meridionale del PLA, aggiungendo che la flotta del Liaoning ha completato con successo il suo addestramento annuale, che si è svolto nel Mar Giallo, Mar Cinese Orientale e Mar Cinese Meridionale.
Sulla esercitazione a doppio vettore tra Liaoning e Shandong, le forze armate cinesi dicono anche che è stata progettata per “affinare e migliorare le capacità di combattimento delle formazioni di portaerei”. Durante una conferenza stampa, il colonnello portavoce del ministero della Difesa Nazionale della Cina, ha aggiunto che “l’esercitazione a doppia portaerei rientra nel piano annuale di addestramento della PLA Navy e mira a migliorare le capacità operative dei gruppi di attacco”.
Un aspetto interessante riguarda anche lo schieramento di supporto, composto da tre cacciatorpediniere lanciamissili guidati Type 055, altri cinque cacciatorpedinieri Type 052D e una fregata Type 054A. L’evento ha incluso anche le due navi di supporto Type 901, destinate a fornire rifornimenti veloci alle forze in mare, evidenziando la sofisticazione logistica della PLA Navy.
Le esercitazioni hanno mostrato anche i progressi della PLA Navy nel campo dell’aviazione imbarcata. Le operazioni hanno infatti svelato l’entrata in servizio operativo delle nuove versioni dei caccia basati su portaerei, i J-15B monosedile multiruolo e probabilmente anche i J-15D biposto per la guerra elettronica. Questi nuovi aerei rappresentano un’evoluzione nella capacità di combattimento aereo della Cina, consentendo al paese di operare una flotta di velivoli più avanzata dalle sue portaerei in rapida espansione.
Tutto in linea con la strategia. La modernizzazione della potenza navale cinese sotto la guida di Xi Jinping riflette d’altronde un impegno strategico volto a proiettare l’influenza di Pechino oltre i confini regionali, rafforzando la sua presenza marittima sul piano globale. Come evidenzia un’analisi del Csis, la Cina ha raggiunto livelli di produzione militare anche superiori a quelli degli Stati Uniti. “La Cina è il più grande costruttore navale del mondo e ha una capacità di costruzione navale che è circa 230 volte superiore a quella degli Stati Uniti. Uno dei grandi cantieri navali cinesi, come Jiangnan Shipyard, ha più capacità di tutti i cantieri navali statunitensi messi insieme”, scrive il Csis.
L’espansione delle capacità militari della Cina non è solo militare e/o motivata unicamente dalla preparazione a un conflitto (magari quello per Taiwan). Piuttosto, la Cina mira a costruire un Pla in grado di proteggere i propri interessi economici e diplomatici su scala globale. Consapevole che la grande partita regionale/globale per l’Indo Pacifico si gioca sul complesso terreno della geopolitica marittima, spinge sulle capacità navali. Questo approccio, spiegava la Rand in uno studio dello scorso anno, va oltre il semplice sviluppo bellico, e riflette l’intenzione di Pechino di consolidare la propria posizione come potenza globale leader senza necessariamente ricorrere a scontri diretti.
Tant’è che la diplomazia militare è un altro elemento chiave della strategia cinese per estendere la propria influenza globale, come illustrato da un report della Carnegie. Attraverso l’uso delle relazioni militari e della presenza civile (ma duale) in porti stranieri, Pechino si assicura accessi strategici che rafforzano la sua posizione diplomatica in regioni cruciali. Questa proiezione di potenza marittima non è soltanto una misura di sicurezza, ma uno strumento diplomatico per consolidare alleanze e accrescere l’influenza politica della Cina in aree di interesse.
Non mancano comunque le prove di forza, e tanto quelle manovre a doppia portaerei, quanto le esercitazioni attorno a Taiwan dimostrano le capacità operative avanzate della marina cinese e un livello di assertività sempre maggiore. In una recentissima analisi, il programma “China Power” del CSIS ha analizzato come la Cina continui a normalizzare l’uso di esercitazioni militari e operazioni di applicazione della legge per rispondere a quelle che vede come attività politiche non militari provocatorie, e come le operazioni cinesi abbiamo dimostrato un crescente coordinamento tra il PLA e le unità di law enforcement marittime (con la crescente importanza della Guardia Costiera Cinese).
Emerge un quadro chiaro del modo in cui la Cina, sotto la leadership di Xi Jinping, miri a costruire una “super flotta” capace di sostenere una strategia geopolitica di ampio respiro del Partito/Stato. La modernizzazione di hardware e software della marina cinese è dunque centrale per garantire a Pechino un ruolo nella sicurezza dei corridoi economici globali e per consolidare la Cina come potenza marittima di riferimento nel contesto delle dinamiche geopolitiche globali.
(Foto: Pla Navy)