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Fitto e Ribera candidati qualificati. Arriva l’endorsement di Monti e Prodi

I vicepresidenti esecutivi designati della Commissione europea attendono ancora il via libera dai comitati competenti dopo le audizioni parlamentari del 12 novembre scorso. Ma, se la Commissione intende entrare nel pieno dell’operatività dal primo dicembre, occorre fare presto e trovare un accordo tra Ppe e S&D. L’audizione di Ribera al Parlamento di Madrid, mentre arriva l’endorsement degli ex premier Monti e Prodi che spingono anche per la designazione di Raffaele Fitto

La chiamano “responsabilità istituzionale”. L’endorsement a Raffaele Fitto e Teresa Ribera arriva da due nomi di peso: Mario Monti e Romano Prodi. Entrambi ex premier e, rispettivamente ex Commissario Ue ed ex presidente della Commissione Europea.

Auspicabilmente, l’appello dei due professori, dovrebbe accelerare le trattative serrate per il via libera definitivo alla nomina di Fitto e Ribera come vicepresidenti esecutivi della Commissione.

Non è più tempo – la tesi alla base della nota congiunta inviata ai quotidiani da Monti e Prodi – dei veti incrociati. È chiaro, in questo senso, il riferimento alle tensioni registrate per le designazioni tra il Ppe e il gruppo dei Socialisti dopo le audizioni del 12 novembre scorso.

“In questo momento, con le enormi sfide che l’Unione europea deve fronteggiare a Est e a Ovest — scrivono i due ex premier — confidiamo che, davanti a candidati qualificati come Teresa Ribera o Raffaele Fitto, non prevalgano le tensioni intestine, in particolare tra i gruppi considerati più europeisti quali i Popolari e i Socialisti”.

“Le tensioni tra Ppe e S&D porterebbero a un grave conflitto tra Parlamento e Commissione, proprio i due fattori di spinta verso un’Europa più unita — sottolineano Monti e Prodi —. Potrebbe addirittura derivarne la caduta della Commissione von der Leyen 2, dopo una gestazione di cinque mesi e, proprio quando i cambiamenti nella politica americana ci obbligano a costruire un’Europa più forte e più coesa. Il mondo intero guarderebbe all’Europa con derisione».

Fare bene e fare presto: i due candidati hanno tutte le carte in regola per ricoprire gli incarichi per i quali sono stati designati da Von der Leyen.

Oggi, politicamente, per Teresa Ribera è stato un giorno molto importante. Infatti, è stata ascoltata dal parlamento di Madrid sull’alluvione di Valencia. A questo punto, il Ppe deciderà se sciogliere la riserva sull’appoggio o meno alla vicepresidente designata.

D’altra parte, il gruppo Socialista si dovrà esprimere su Raffaele Fitto mentre i capigruppo di S&D, Renew e Ppe sono al lavoro per un documento comune che in qualche modo rappresenti una piattaforma comune, riprendendo il programma di mandato di Ursula.

Il “nodo Fitto” è legato alla sua appartenenza al gruppo di Ecr. Non facendo parte della maggioranza che sostiene la presidente della Commissione, il gruppo dei Socialisti (spalleggiato anche dalla componente dei Verdi) ha posto il veto sul suo nome. Nonostante, in maniera trasversale, il suo intervento in audizione sia stato apprezzato.

Tant’è vero che, una parte dei “responsabili” del Pd ha cercato di spingere affinché il veto potesse essere superato. Lo stesso ex vicepresidente del Parlamento Europeo, Gianni Pittella, su queste colonne aveva definito “prioritario” il voto per Fitto e Ribera.

Se l’obiettivo di Von der Leyen è quello di entrare in funzione dal primo di dicembre, occorre fare presto.


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