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Al G7 Turismo l’IA protagonista assoluta. Nel futuro lo sarà ancora di più

Da Firenze la ministra Daniela Santanchè rilancia il ruolo della tecnologia nel terzo settore, spalleggiata dagli omologhi delle sette economie più forti al mondo. Il digitale fa già la sua parte e negli anni a venire può dare un contributo ancor più importante. A patto che si investa nella formazione: da quanto emerge, l’Italia è ultima in Europa per laureati in Itc

La ministra del Turismo Daniela Santanchè ne è certa: “L’intelligenza artificiale deve essere uno strumento al servizio dell’uomo e non il contrario”. Un concetto che il governo ha espresso più volte, ribadito dalla ministra nella conferenza stampa al Museo Ferragamo di Firenze, città che ospita il G7 Turismo. “Con le giuste regolamentazioni, potrà dare un forte impulso al settore in cui l’innovazione tecnologica è già ben presente”, ha aggiunto. “Ogni euro investito in IA ha un ritorno triplicato e a livello globale si stimano investimenti da 130 miliardi, di cui 6,3 solo in Italia. Entro il 2030 si prevede che l’IA farà crescere il turismo del 10% e permetterà alle aziende di ridurre i costi operativi fino al 30%”.

Ecco perché al vertice l’IA è stata la grande protagonista. “La vostra presenza qui oggi”, ha affermato Santanchè davanti ai ministri ricevuti, “è un chiaro segno della crescente importanza del turismo globale e della nostra volontà di collaborare per un futuro sostenibile”. Ad ascoltarla c’era il vicesegretario generale dell’Ocse, Yoshiki Takeuchi, la coordinatrice generale e multilaterale nonché consigliere speciale per le Relazioni Internazionali del ministero del Turismo brasiliano Kamila Zardini Grafetti, il ministro del Turismo egiziano Sherif Fathi Attia, il ministro di Stato dell’India Suresh Gopi e la viceministra del Turismo saudita, la principessa Haifa Al Saud. “La collaborazione tra i nostri paesi sarà cruciale per sviluppare soluzioni innovative e condividere le migliori politiche pubbliche”, ha sottolineato Santanchè prima della dichirazione congiunta dei sette ministri: “In linea con il documento dei leader dei Paesi del G7 che si è svolto in Puglia, affermiamo il nostro impegno a offrire opportunità di sviluppo e a perseguire obiettivi condivisi e sostenibili sfruttando i nuovi progressi tecnologici. In un contesto internazionale segnato da molteplici crisi e conflitti, riaffermiamo il ruolo preminente del turismo nella costruzione di ponti tra le nazioni e nella promozione della reciproca comprensione e rispetto tra i popoli e le culture. Il turismo è un veicolo di pace e ha bisogno di pace per prosperare”.

In realtà l’IA è già ampiamente sfruttata nel terzo settore. L’assistenza ai clienti è riservata sempre più ai chatbot, in grado di gestire le loro richieste in ogni momento, riducendo i tempi di attesa e migliorando l’esperienza degli utenti, che possono anche risparmiare sul loro prossimo viaggio grazie all’algoritmo che riesce a selezionare l’offerta migliore paragonando diversi fattori in tempo reale.

Nel prossimo futuro il ruolo dell’IA non potrà che crescere. Da un’analisi di McKinsey & Company è emerso che il 70% delle ore lavorative potrebbe essere svolto dalle macchine. Con una maggiore raccolta di dati si potranno ad esempio fornire indicazioni più precise, mentre in termini di sostenibilità si potranno regolare i flussi di turisti attraverso l’analisi predittiva (riducendo così il fenomeno dell’overturism di cui si lamentano molte città, a cominciare da Firenze). Si potrà anche viaggiare restando fermi, grazie alla realtà aumentata.

Lo scorso giugno è nata poi l’associazione per l’intelligenza artificiale nel turismo, la Turismi.AI, per aumentare ancora di più il dibattito e trovare soluzioni laddove servono – qualcosa di simile già c’era, come la piattaforma Salesforce. “L’industria del turismo ha bisogno di rilanciare costantemente, attraverso l’innovazione e la tecnologia, l’impegno verso l’efficienza, la produttività e una gestione data driven”, ha spiegato Mirko Lalli, vicepresidente di Turismi.AI. “L’IA – ha aggiunto – facendo leva sui dati, è un alleato fondamentale in questo processo. Offre soluzioni che non solo anticipano le tendenze del mercato, ma ottimizzano la produttività, elevando l’efficacia complessiva attraverso decisioni basate su dati concreti. Questo approccio proattivo mantiene la competitività del settore, migliora l’esperienza dei turisti e promuove anche uno sviluppo sostenibile, a partire dalla qualità della vita dei residenti”.

C’è tuttavia un impedimento a tutto questo, il solito oseremmo dire. Quello riguardante la formazione (di cui parlavamo qui). Più della metà della popolazione italiana adulta non ha competenze digitali adeguate, con l’Italia che rimane fanalino di coda in Europa per numero di laureati nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Ict). Tutto è riconducibile alla scarsa implementazione dell’IA, sia nelle aziende sia nelle amministrazioni pubbliche. E questo è il primo problema da risolvere.


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