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Le città del futuro saranno popolate di droni, ma la sicurezza? Il punto di Tripaldi

Quali cambiamenti porterà la proliferazione dei droni commerciali nei tessuti urbani? Come impatteranno sulla quotidianità dei cittadini e quali saranno le garanzie per la sicurezza? In attesa dell’evento HyperTwin, organizzato da Enac con il Dtd, Formiche.net ha intervistato l’ingegnere Carmela Tripaldi per avere delle anticipazioni

L’innovazione e le nuove capacità tecnologiche saranno la chiave per il trasporto aereo commerciale del futuro. Questi temi saranno al centro dell’evento organizzato dall’Enac con il Dipartimento per la Trasformazione digitale dedicato alla mobilità aerea del futuro, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri. L’incontro sarà l’occasione per presentare il progetto HyperTwin, una piattaforma digitale che, integrando in un unico sistema i dati provenienti da fonti diverse, grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale fornirà una visione completa e aggiornata dello spazio aereo italiano, permettendo così ai droni civili e commerciali di integrarsi con il traffico aereo in maniera sicura ed efficiente. Ne abbiamo parlato con l’ingegnere Carmela Tripaldi, Direttore centrale Standard tecnici e Operatività aeronautica di Enac.

Ingegnere, l’integrazione dei droni nei cieli delle città e dei territori rappresenta una sfida complessa. Quali sono i principali ostacoli tecnici, soprattutto per quanto riguarda la sicurezza?

La sfida odierna è quella di mettere in atto una strategia di regolazione aperta alla rapidità dell’innovazione tecnologica volta a creare un ecosistema sicuro in grado di sperimentare e integrare nuove tipologie di servizi per i territori e per i cittadini in piena coerenza con la strategia sulla mobilità dell’Unione europea in materia di sviluppo tecnologico, digitale e di sostenibilità ambientale. Favorire la collaborazione strutturata tra i soggetti istituzionali e quelli industriali è uno degli elementi cardini della nostra visione. L’approccio che stiamo seguendo è di tipo graduale per acquisire confidenza e conoscenza, per poi, sulla base dei risultati, abilitare contesti sempre più complessi come l’integrazione dei droni nei cieli delle città grazie a un processo di autorizzazione basato sulla valutazione dell’affidabilità e della sicurezza delle operazioni.

Certamente esistono ancora alcune barriere di tipo tecnologico, finanziario e sociale da superare. Ce ne può parlare meglio?

Ne cito, a titolo di esempio, solo alcune che ritengo molto importanti. Innanzitutto, la necessità di implementare al più presto, come previsto dalla disciplina europea, un sistema di servizi centralizzati  (Common information service) con elevate capacità di automazione e adeguati standard di sicurezza industriali per permettere ai fornitori di servizi per i droni (Unmanned U-Space service provider) la gestione  in sicurezza  di elevati volumi di traffico in aree determinate dello spazio aereo a bassa quota, denominati U-Space, istituite dall’Enac a protezione delle operazioni. Bisogna poi considerare la limitata capacità di accumulo di energia delle batterie per consentire ai droni di volare su tratte significative e infine la possibile resistenza iniziale da parte delle comunità sull’utilizzo dei droni e di strumenti innovativi per resistenza ai cambiamenti e per il il timore di perdita di posti di lavoro o di atti illeciti.

In che senso?

Nel futuro i temi dell’automazione e dell’intelligenza artificiale giocheranno un ruolo fondamentale sia sull’aspetto della sicurezza sia su quello sociale: se infatti è verosimile nel futuro avere decine di migliaia di droni che operano sulle, e nelle città, non è tuttavia verosimile avere a disposizione decine di migliaia di piloti. Il sistema dovrà orientarsi verso un concetto one-to-many, dove un unico operatore umano controllerà un’intera flotta di Uas in grado di volare contemporaneamente e di separarsi, ma ciò sarà possibile solo mediante il ricorso a tecniche di volo autonomo e intelligenza artificiale. Infine bisogna sottolineare che la safety percepita e i requisiti di cybersecurity, strettamente connessi alla spinta digitalizzazione dei servizi, passano sicuramente dalla capacità delle autorità locali e dell’autorità aeronautica nazionale di promuovere una campagna di comunicazione che rassicuri e aumenti il livello di accettabilità sociale da parte delle popolazioni, dando priorità nella fase iniziale all’applicazione di pubblica autorità. Rimane appannaggio degli Stati il focus sulla tutela della privacy, del trattamento dei dati personali unitamente al disegno dello spazio aereo a bassa, media ed alta quota per la piena integrazione dei nuovi sistemi aerei con quelli più tradizionali. 

Il progetto HyperTwin promette di velocizzare l’integrazione dei sistemi unmanned e non solo nello spazio aereo. Come funzionerà questa piattaforma e quale contributo offrirà in termini di sicurezza ed efficienza?

La piattaforma consentirà a chi intende realizzare un servizio che prevede l’utilizzo di droni, di ottenere una valutazione preliminare della complessità dell’operazione valutata utilizzando dati afferenti a varie macro-aree rilevanti riguardanti l’area a terra sottesa dall’operazione, lo spazio aereo oggetto dell’operazione e gli stakeholders che hanno titolo per motivi di safety o security sull’intera area delle operazioni o una sua porzione. La complessità viene espressa con un indicatore sintetico. Vorrei segnalare che uno degli elementi innovativi è la possibilità di valutare il valore dinamico della densità di popolazione sull’area di interesse dell’operazione di volo attraverso l’ausilio di algoritmi di intelligenza artificiale. Questo dato è di estrema importanza per la definizione del rischio a terra e per abilitare servizi con droni in scenari gradualmente più complessi. HyperTwin apre una finestra sul futuro della mobilità aerea, un futuro in cui innovazione, sostenibilità e sicurezza si fondono per creare un ecosistema nazionale più efficiente, connesso e rispettoso dell’ambiente, dimostrando che la collaborazione e l’utilizzo virtuoso delle risorse tra amministrazioni pubbliche può generare valore per il Paese contribuendo con questo  prodotto, ad oggi inedito, nel contesto europeo a mantenere il vantaggio competitivo acquisito in questo settore dei servizi aerei innovativi  dall’Italia e in particolare dall’Enac.

HyperTwin si basa sull’integrazione di dati provenienti da fonti diverse grazie all’intelligenza artificiale. Come si garantisce l’affidabilità dei dati e il coordinamento tra i diversi attori coinvolti?

Le fonti dati utilizzate sono per lo più di tipo istituzionale, o aperto come previsto fin dal kick-off del progetto su input del Dtd. Il sistema è in grado di interrogare altre banche dati pubbliche leggendo i dati rilevanti di interesse. Per le informazioni non ricomprese entro il perimetro pubblico, ci si è riferiti ad altri soggetti di settore in possesso di dati specifici (ad es. D-Flight) o agli operatori di telefonia mobile per l’acquisizione dei dati geo-referenziati e storicizzati di popolazione. Un sistema di contextual data quality agisce su ciascuna valutazione fornendo all’utente della piattaforma informazioni sui principali parametri di qualità del dato utilizzato per elaborare il punteggio sintetico.

Quali sono i programmi di sviluppo futuri previsti da Enac per continuare a migliorare la gestione dello spazio aereo e integrare nuove tecnologie?

La gestione dello spazio aereo diventa sempre più complessa a causa dell’aumento del volume dei trasporti e l’integrazione sicura di nuovi mezzi tra i quali gli aeromobili senza pilota a bordo.  L’innovazione e il progresso sono le risposte del mondo aeronautico alla sfida del futuro di permettere un accesso equo, sostenibile e sicuro a tutti gli utenti dello spazio aereo. Disegnare e costruire modelli di servizi aerei innovativi per dare risposte alle molteplici e crescenti esigenze della comunità è certamente un impegno strategico dell’Ente. Per questo motivo stiamo stipulando accordi di collaborazione con le principali regioni e città, istituzioni e organizzazioni con finalità pubblica, con l’obiettivo di supportare le operazioni con droni per la salvaguardia e la sicurezza del territorio, la ricerca e il soccorso, il trasporto di merci e medicali, etc. 

Ad esempio?

Uno dei nostri obiettivi a breve termine è istituire un primo U-Space per garantire la possibilità di erogare a operatori autorizzati l’insieme di servizi volti a regolare l’accesso sicuro ed efficiente dei droni nello spazio aereo. Enac è in prima linea per la realizzazione dello U-Space in Italia, l’elemento chiave per l’impiego in sicurezza dei droni in ogni contesto e per tutti i tipi di missioni e prevediamo che la prima istituzione possa avvenire dopo la certificazione del Common information service provider italiano prevista per la fine dell’anno. All’interno di questo spazio aereo sono diverse le categorie di droni autorizzati al volo, suddivisi in base a specifiche tecniche. Obiettivo dello U-Space è garantire proprio l’integrazione tra il traffico aereo tradizionale e quello dei mezzi senza pilota a bordo.



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