Il futuro della digitalizzazione e della transizione energetica dipenderà dalla capacità di trovare un equilibrio tra sostenibilità e innovazione. Solo attraverso una combinazione di tecnologie rinnovabili, gas e nucleare sarà possibile sostenere la crescente domanda energetica e garantire una transizione digitale efficace e sostenibile. L’analisi di Gianclaudio Torlizzi, consigliere del ministro della Difesa e fondatore di T-Commodity
L’evoluzione delle tecnologie avanzate, come l’intelligenza artificiale e il quantum computing, ha posto sfide significative per le politiche energetiche globali, in particolare per il Green deal europeo. A distanza di sei anni dai primi segnali di crisi energetica in Europa, si è osservato come la decarbonizzazione, senza l’ausilio di gas e nucleare, abbia contribuito in modo significativo alla crisi stessa. Nonostante la guerra in Ucraina abbia fornito un facile alibi per spiegare l’aumento dei prezzi energetici, la realtà è che questi avevano già subito forti rialzi a causa della carenza di produzione eolica nel nord Europa. Ciò evidenzia quanto una decarbonizzazione spinta senza il supporto di gas e nucleare abbia creato un contesto di instabilità e volatilità nel mercato energetico.
La crescente digitalizzazione, necessaria per lo sviluppo di data center che supportano l’intelligenza artificiale, aggiunge ulteriore pressione sul sistema energetico. Tuttavia la consapevolezza delle risorse necessarie per alimentare queste tecnologie rimane limitata. Questo scenario rischia di portare a nuovi shock energetici, con conseguenti aumenti strutturali dei prezzi e una progressiva deindustrializzazione. Uno degli aspetti-chiave per conciliare la crescente domanda energetica legata alla digitalizzazione con la sostenibilità è il ruolo del nucleare. Si tratta infatti dell’unica tecnologia in grado di garantire energia a basso costo e a basse emissioni di CO2.
Tuttavia, in Europa, e in particolare in Italia, manca ancora una politica energetica che sostenga questa tecnologia. Le rinnovabili, da sole, non bastano a coprire il fabbisogno energetico richiesto dai data center e dalle industrie pesanti. Google, Microsoft e Oracle stanno già esplorando l’idea di mini-reattori nucleari per alimentare i propri data center, un segnale che potrebbe rompere gli ultimi tabù legati all’uso dell’energia nucleare. Se l’Europa non riuscirà a dotarsi di infrastrutture nucleari, rischia di essere lasciata indietro nel processo di digitalizzazione globale. Questo contribuirebbe ulteriormente alla sua deindustrializzazione. Le politiche energetiche di Usa ed Europa seguono approcci radicalmente diversi.
L’Inflation reduction act americano punta a incentivare l’elettrificazione attraverso forti sussidi alle imprese, lasciando però al mercato la scelta delle tecnologie da adottare. In Europa, al contrario, la Commissione ha imposto dall’alto alcune specifiche tecnologie, come l’auto elettrica, portando a crisi industriali, specialmente nel settore automobilistico. Questa impostazione dirigistica europea rischia di penalizzare la competitività dell’industria rispetto a quelle cinesi e americane, favorendo un’economia basata sui sussidi piuttosto che sulle logiche di mercato. Ciò mette in discussione la capacità dell’Europa di mantenere la propria competitività nella corsa alla supremazia digitale, mentre Cina e Stati Uniti avanzano con politiche più flessibili e mirate.
L’idea che le energie rinnovabili possano sostenere da sole il crescente fabbisogno energetico è irrealistica. Pannelli solari e turbine eoliche, pur avendo il potenziale di abbassare i costi dell’elettricità, non sono in grado di garantire una fornitura costante di energia, necessaria per alimentare le infrastrutture tecnologiche avanzate come i data center. Solo adottando una tecnologia “base load”, come il nucleare o il gas, sarà possibile creare una rete energetica sostenibile e affidabile. In Italia, ad esempio, estrarre gas dall’Adriatico potrebbe garantire un approvvigionamento stabile e ridurre la dipendenza dalle importazioni. Bisogna guardare a un percorso che sia davvero sostenibile, non si può pensare di imporre una tecnologia perché fa comodo per i sussidi enormi che questa genera.
Il futuro della digitalizzazione e della transizione energetica dipenderà dalla capacità di trovare un equilibrio tra sostenibilità e innovazione. Mentre l’Europa continua a spingere per una decarbonizzazione rapida, senza un adeguato supporto infrastrutturale e tecnologico rischia di compromettere la sua competitività globale. Solo attraverso una combinazione di tecnologie rinnovabili, gas e nucleare si potrà sostenere la crescente domanda energetica e garantire una transizione digitale efficace e sostenibile.
Formiche 207