Vietando l’arrivo del Lng russo nel suo terminale, la Germania rafforza la propria posizione diplomatica in vista dell’evolversi delle relazioni transatlantiche. Dove questo bene potrà giocare un ruolo fondamentale
Con una lettera ufficiale, datata 6 novembre, il ministero dell’Economia di Berlino ha proibito a Deutsche Energy Terminal di “accettare qualsiasi consegna di Liquified Natural Gas (Lng) proveniente dalla russia”. A causare la stesura e l’invio formale della lettera, visionata dal Financial Times, è stata la notifica da parte della società di un imminente arrivo di un carico di Lng presso l’impianto di importazione di Brunsbüttel. Il ministero ha dichiarato che la suddetta lettera è stata inviata per proteggere i “principali interessi pubblici” del Paese, invitando l’operatore “a rifiutare le consegne di Lng dalla Russia fino a nuovo avviso”.
Fino a prima dello scoppio del conflitto in Ucraina, la Germania era il principale importatore europeo di gas russo, che arrivava nel Paese mitteleuropeo passando attraverso i gasdotti. In seguito agli eventi del febbraio 2022, Putin ha però deciso di tagliare i rifornimenti di gas attraverso queste infrastrutture sia alla Germania che ad altri Paesi europei, spingendo Berlino a cercare nuove alternative. Una di queste è stata la costruzione di una serie di terminali costieri per la ricezione di carichi di Lng spediti via mare. Nella lettera del ministero tedesco viene sottolineato come l’eventuale autorizzazione alla ricezione del carico di Lng russo da parte del terminale di Brunsbüttel andrebbe a sfidare la ragione stessa della sua creazione, ovvero quello di rendere la Germania, e l’Unione Europea, nel suo complesso “indipendenti dal gas russo”. Ma la situazione è più complessa.
Mentre gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno effettivamente vietato l’importazione del Lng russo, secondo la società di dati sulle materie prime Kpler l’Unione Europea ha continuato a importare dalla Russia il 20% delle riserve di Lng. La maggior parte di esso arriva in Francia, Spagna e Belgio, in base a contratti a lungo termine da cui le aziende coinvolte dicono di non poter uscire a meno che non venga imposto un divieto su larga scala. La Germania non ha importato direttamente Lng russo dopo l’invasione di Mosca e l’ordine del ministero “garantisce che questo continui ad essere il caso”. Tuttavia, il gruppo energetico statale tedesco Sefe è vincolato da un contratto a lungo termine per l’importazione di Lng estratto dall’impianto artico di Yamal, e sempre secondo Kpler ha reindirizzato quasi tutte le forniture incluse in questi contratti verso un impianto di importazione in Francia, dove il Lng viene rigassificato e poi immesso nel sistema integrato dei gasdotti europei. Non a caso, la Germania ha iniziato a ricevere gas dalla Francia nell’ottobre 2022.
Gli ultimi sviluppi della politica internazionale hanno riportato queste tematiche al centro della discussione. La grana del carico russo arriva in un momento in cui il Lng è destinato a diventare una merce di scambio nel rapporto tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti guidati da Donald Trump, con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che la scorsa settimana ha segnalato l’idea di sostituire il Lng russo con maggiori importazioni dagli Stati Uniti. E la lettera del ministero tedesco potrebbe essere interpretabile come un epifenomeno della tendenza che si sta affermando all’orizzonte.