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Kim vuole più missili. Cosa mostrano le immagini satellitari

Un’analisi satellitare ha rivelato l’ampliamento di un importante complesso missilistico nordcoreano. Sollevando preoccupazioni sul suo ruolo nel rifornire Mosca. Ma non solo

Un’analisi basata su immagini satellitari ha rivelato che la Corea del Nord sta ampliando un importante complesso per la produzione di missili che, in base alle fonti disponibili, sono stati inviati da Pyongyang a Mosca per essere utilizzati all’interno del conflitto ucraino.

A dimostrarlo sono alcune immagini satellitari risalenti ad inizio ottobre, catturate dai dispositivi dell’azienda Planet Labs, che raffigurano il complesso Ryongsong (che si trova nei pressi della città di Hamhung, la seconda più grande del paese), e in particolare la componente del complesso come nota “Fabbrica 11 Febbraio”. Dalle immagini satellitari, analizzate dagli esperti del James Martin Center for Nonproliferation Studies (Cns) del Middlebury Institute of International Studies e della società sudcoreana SI Analytics, si evince la costruzione di un nuovo edificio per l’assemblaggio di missili e di una struttura abitativa per i lavoratori del complesso. Inoltre, pare che siano stati migliorati gli accessi ad alcune strutture sotterranee, con la rimozione di una gru a ponte che ne bloccava l’ingresso. Sviluppi indicano un significativo aumento della capacità produttiva del sito.

Secondo gli esperti del Cns, il complesso Ryongsong è l’unico in tutta la Corea del Nord capace di produrre i missili a combustibile solido della classe Hwasong-11, identificati in Occidente come KN-23. Questo sistema missilistico, testato per la prima volta nel maggio 2019, è progettato per eludere le difese missilistiche volando su una traiettoria più bassa (“depressa”, in termini tecnici). Rendendoli così particolarmente adatti per le forze armate russe, che cercano modi per penetrare le difese aeree dell’Ucraina. E proprio fonti ucraine affermano che l’impiego di questa tipologia di missile sia stata verificata sul campo di battaglia. Non è dunque impensabile che il regime nordcoreano stia espandendo il sito di produzione dei missili con l’obiettivo di aumentare i rifornimenti forniti al Paese partner. Questa spiegazione sarebbe coerente con l’aumento costante del supporto fornito da Pyongyang a Mosca, supporto che ha raggiunto il culmine con l’invio di una vera e propria forza di spedizione.

Ma forse ci sono altre motivazioni. Reuters riporta la posizione di Joseph Dempsey, analista militare dell’International Institute for Strategic Studies di Londra, il quale ha affermato che l’espansione delle strutture missilistiche balistiche a corto raggio da parte della Corea del Nord sarebbe probabilmente motivata principalmente dal desiderio di potenziare l’arsenale del Paese, sottolineando come non sia chiaro fino a che punto Pyongyang possa aver ampliato la capacità produttiva per soddisfare le richieste di Mosca.

Di sicuro non si può pensare che l’impatto di queste armi sia limitato alla sola guerra in Ucraina. Anzi, gli attacchi condotti con missili nordcoreani rappresentano soltanto una frazione di quelli totali lanciati dalla Russia a partire dallo scoppio del conflitto. Tuttavia, il loro presunto uso ha suscitato allarme a Seul e a Washington perché suggerisce la fine di un consenso quasi decennale tra i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’Onu per impedire a Pyongyang di espandere i suoi programmi di missili balistici. Un timore rafforzato anche dalla vicenda delle petroliere nordcoreane che si riforniscono di greggio dai porti russi, in aperta violazione delle sanzioni dell’Onu.



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