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Come si muoverà la politica energetica e ambientale di Trump secondo Backer (Acc)

Dal futuro delle rinnovabili e delle auto elettriche alle relazioni con gli altri attori internazionali, amici o meno, fino al peso del cambiamento climatico. L’approccio della presidenza Trump all’energia secondo Benji Backer, fondatore e presidente esecutivo dell’American Conservation Coalition

Il trionfo di Donald Trump alle elezioni presidenziali dello scorso 5 novembre ha segnato un momento di svolta per la politica statunitense (ma anche di quella globale, data l’importanza che il Paese ha sul piano internazionale). Quando, il prossimo gennaio, il presidente eletto entrerà effettivamente in carica, il gigante nordamericano rivedrà la sua posizione su diverse tematiche. E tra queste è difficile pensare che non rientri quella energetica, declinata sia a livello interno che come componente della più ampia e sfaccettata politica estera di Washington. Ovviamente non è possibile fare previsioni accurate sulle scelte che saranno prese dall’amministrazione in entrata, ma è possibile farsi un’idea sulla strategia generale. E Formiche.net ha provato a farlo dialogando con Benji Backer, fondatore e presidente esecutivo dell’American Conservation Coalition (Acc) e autore del libro “The Conservative Environmentalist”, all’interno di un incontro organizzato da Wec-World Energy Council Italia. Backer si trova in Italia per gli Stati generali dell’Ambiente e dell’Energia organizzati a Sabaudia da Fratelli d’Italia e da Ecr. A suggerire un possibile ruolo dell’Italia nella dinamiche di politica energetica intra-europea, ma anche tra le due sponde dell’Atlantico.

In occasione dell’incontro, Backer ha prospettato una forte attenzione della Presidenza Trump allo sviluppo energetico nel suo complesso, focalizzandosi nel breve termine sull’aumento dell’estrazione del petrolio e del gas, ma anche puntando sulla geotermia, investendo molto nel nucleare, e mantenendo gli altri investimenti nell’energia pulita realizzati dall’amministrazione Biden, che si sono dimostrati nettamente benefici. Il cambiamento climatico è infatti diventato un tema rilevante anche all’interno della fazione repubblicana: “Quando abbiamo creato la nostra organizzazione, non c’erano molti repubblicani che parlassero di cambiamento climatico. Adesso ci sono. E anche se Trump non ne parla molto, il suo team lo fa. Nelle sue recenti nomine ci sono tre segretari di gabinetto che si occuperanno di clima e ambiente, dell’aspetto energetico nazionale e dell’agenzia per la protezione dell’ambiente”, ci dice Backer. “Tutte e tre queste persone credono nel cambiamento climatico e pensano che sia una cosa seria. Quindi c’è differenza evidente rispetto al primo mandato, che da questo punto di vista è stato più problematico”. Tuttavia, sul piano della cooperazione multilaterale il fondatore dell’Acc prevede che Trump impiegherà un approccio meno collaborativo. Dando per scontato, ad esempio, un nuovo ritiro di Washington dagli accordi di Parigi.

Nel complesso, Trump si opporrà alle politiche verdi di carattere oltranzista. Backer porta l’esempio della California, dove i regolamenti sul clima adottati in passato hanno portato ad un costo energetico medio doppio rispetto agli standard nazionali con annesso un aumento delle emissioni (dovuto all’uso di combustibili fossili importati da altri Paesi), o dello stato di Washington, dove era stata ponderata l’idea di vietare l’uso dell’energia idroelettrica (da cui proviene il 95% dell’energia prodotta in quello Stato) per facilitare lo sviluppo delle energie rinnovabili. L’Acc, spiega il fondatore, sostiene un approccio complementare, in cui convivono da una parte sostenere l’aspetto “comunitario”, in cui le popolazioni locali sfruttano la loro conoscenza del territorio per cercare di sviluppare le risorse energetiche, e dall’altra i programmi centralizzati del governo che forniscono una fonte energetica alternativa, soprattutto in caso d’emergenze

Quello delle disponibilità energetiche è un tema sempre più importante in questa fase storica, considerando come ai fattori più “canonici” si aggiunga anche lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale e la questione dei data center, che hanno un consumo energetico elevatissimo. E per soddisfare il fabbisogno crescente, è necessario puntare su capacità efficienti. “Se dovessi scommettere, punterei su geotermia, nucleare, fusione e fissione, e gas naturale”, dice Backer, affermando anche che l’energia solare e quella eolica siano destinate ad eclissarsi negli Stati Uniti nel lungo termine, poiché “sia i Repubblicani che i Democratici hanno capito che non sono la risposta giusta”.

E quali saranno sul piano internazionale le priorità di Trump in questo ambito? Secondo l’autore di “The Conservative Environmentalist” la prossima amministrazione mirerà ad aumentare l’esportazione di energia, soprattutto verso i Paesi alleati. “Questo sarà molto positivo dal punto di vista della sicurezza nazionale, perché la Russia e la Cina non avranno più la stessa influenza sui suddetti Paesi”. Secondo Backer è in particolare Pechino che andrà a perdere importanti strumenti di influenza. Non solo per il già menzionato declino dell’energia solare e di quella eolica, ma anche per quanto riguarda le auto elettriche, la cui domanda è in netto calo. “Insomma, credo che la Cina stia perdendo molta influenza sull’energia. Il che probabilmente è una buona cosa”. Ma anche sulla Russia, il fondatore dell’Acc è ottimista nei confronti della prossima amministrazione: “In generale Trump non ha idee positive sulla Russia, ma dal punto di vista energetico penso che il suo impatto sarà positivo. Vedremo”.


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