La legge 130/2023 ha introdotto un programma pilota di screening per diabete di tipo 1 e celiachia. I risultati, presentati in occasione della Giornata mondiale del diabete a Montecitorio, mostrano l’efficacia del programma nel ridurre la chetoacidosi diabetica e salvare vite. Il progetto, accolto con favore da istituzioni, clinici e mondo associativo, prevede un’espansione nazionale nel 2025
“Con questa norma abbiamo illuminato la legge italiana”. Il riferimento di Giorgio Mulé, vicepresidente della Camera dei deputati, è alla legge 130/23 con cui l’Italia ha introdotto un programma pilota di screening per diabete di tipo 1 e celiachia su quattro regioni, per poi estenderlo a livello nazionale. “A un anno dalla sua emanazione siamo in grado di presentare i dati dello screening sulle quattro regioni pilota. E siamo in grado di dire: meno male che abbiamo fatto questa legge”, ha aggiunto Mulé in apertura della Giornata mondiale del diabete a Montecitorio.
LO STATO DEL DIABETE NEL MONDO…
Il diabete ha un crescente peso globale per pazienti, famiglie, Paesi e sistemi sanitari. Il Diabetes atlas dell’International diabetes federation (Idf) riporta che, a livello mondiale, il 10,5% della popolazione adulta soffre di diabete. Ma il dato forse più allarmante è che quasi la metà non sa di convivere con la malattia. Entro il 2040 si stima che 783 milioni di persone soffriranno di diabete, quasi un adulto su otto.
… E IN ITALIA
In Italia circa il 5% della popolazione adulta ha riferito di avere ricevuto una diagnosi di diabete. La prevalenza di diabetici cresce con l’età: se tra gli under 50 si attesta al 2%, questo dato sfiora il 9% nella fascia d’età compresa fra i cinquanta e i settant’anni. La patologia è più frequente nella popolazione maschile e ha una maggiore incidenza nelle fasce di popolazione socio-economicamente più svantaggiate. Il diabete di tipo 1, con esordio in età pediatrica, è più insidioso. La diagnosi, troppo spesso, viene effettuata solo dopo l’insorgenza della chetoacidosi diabetica (Cad), una condizione grave che rappresenta un’emergenza medica. Nel nostro Paese, le persone con diabete di tipo 1 sono circa 300mila, con una prevalenza dello 0,5% sull’intera popolazione italiana e un’incidenza in costante aumento.
UNA LEGGE BIPARTISAN
“Siamo riusciti ad ottenere dei risultati importanti, non solo per il testo di legge in sé, ma per come l’abbiamo approvato. La sanità è una priorità”, ha affermato Annarita Patriarca, deputata e segretaria di presidenza. Anche Ugo Cappellacci, presidente della XII commissione Affari sociali, ha sottolineato la rilevanza di questa norma: “Quando si riesce a unirsi in modo bipartisan per la soluzione dei problemi si scrivono le pagine della politica”.
SCREENING: CE N’ERA BISOGNO
Con la legge 130/23 l’Italia ha introdotto un programma pilota di screening per diabete di tipo 1 e celiachia su quattro regioni, per poi estenderlo a livello nazionale. L’introduzione di una legge sullo screening ha reso il nostro Paese un apripista in materia. “Il risultato che è emerso dal progetto pilota è che di questo screening ce n’era bisogno. I numeri ci dicono che lo screening sta permettendo di salvare vite e di intercettare un numero di bambini elevatissimo prima dell’esordio della chetoacidosi diabetica” ha affermato Marco Silano, direttore del dipartimento Malattie cardiovascolari, endocrino-metaboliche ed invecchiamento dell’Istituto superiore di sanità. “Chi cerca trova”, ha esordito Antonio D’Avino, presidente della Federazione italiana medici pediatri (Fimp). “Avere dati certi è molto importante per fare programmazione sanitaria. Siamo stati i beta tester, quelli che hanno sperimentato le criticità sul campo. E trovare le istituzioni pronte ad ascoltarci è stato importante. Presenteremo al resto dell’Italia un progetto già ottimo in partenza che ha limato le criticità” ha aggiunto. “Siamo pronti a partire nel 2025 con lo screening a livello nazionale” ha annunciato Mulé.
PER LA PREVENZIONE
“Il primo obiettivo della legge è quello di portare a zero la diagnosi di chetoacidosi, che spesso e volentieri è un momento drammatico per i bambini e le famiglie” ha sottolineato Raffaella Buzzetti, presidente della Società italiana diabetologia. “Grazie alla legge 130 abbiamo la possibilità di prevenire la comparsa della chetoacidosi attraverso una diagnosi precoce, questo ci permette di usare nuove terapie per ritardare la diagnosi” ha aggiunto Valentino Cherubini, presidente della Società italiana di endocrinologia e diabetologia pediatria, intervenuto a distanza. “Gli screening effettuati livello mondiale hanno dimostrato di ridurre la Cad dal 31% al 3%. Nel resto del mondo non hanno, tuttavia, una legge come quella italiana. Sono certa che in Italia porteremo la Cad a 0”, ha commentato Enza Mozzillo, ricercatrice di pediatria generale e specialistica presso la Federico II di Napoli. Ma la prevenzione non si ferma alla diagnosi, infatti, “va avanti e passa per la prevenzione delle complicanze e di eventuali discriminazioni, il diabete è anche una malattia sociale” ha aggiunto Stefano Nervo, presidente di Diabete Italia onlus. Maria Elena Lionetti, direttrice della Struttura organizzativa dipartimentale Clinica pediatrica a indirizzo genetico-metabolico e gastro-nefrologico presso l’Azienda ospedaliera universitaria delle Marche ha affermato: “Per chi è abituato a fare progetti di ricerca sappiamo quanto è difficile mettere su in poco tempo un progetto, e questo screening è stato condotto in maniera egregia, ringrazio per questo l’Istituto superiore di sanità, i pediatri di famiglia e i centri di riferimento”.
PER LA RICERCA
Il progetto di screening promette dei risvolti positivi anche per il mondo della ricerca. “Abbiamo tre obiettivi – ha affermato Nicola Zeni, presidente della Fondazione italiana diabete – le terapie, l’individuazione della causa e, come macro-obiettivo, di una cura definitiva. Lo screening ci da la possibilità di individuare quei soggetti adatti alla somministrazione delle nuove terapie e di eseguire nuove ricerche per individuare la causa”. “Oggi un mondo senza diabete di tipo 1 è possibile”, ha concluso. “Le associazioni di pazienti – ci ha tenuto a sottolineare Rossella Valmarana, presidente dell’Associazione italiana celiachia – hanno un ruolo importante, non solo di rappresentanza, ma sostanziale”.
E PER IL FUTURO
Ad intervenire, anche Stefano Cianfarani, responsabile Unità operativa complessa di Endocrinologia e diabetologia presso l’ospedale pediatrico Bambino Gesù, che ha annunciato l’avvio di “uno screening all’interno dell’ospedale che prevede l’arruolamento cinquemila bambini all’anno per i prossimi due anni”. Sull’importanza della 130/23, D’Avino ha concluso: “Questa legge probabilmente verrà presa in futuro a modello per costruire qualcosa di analogo anche per altre malattie”.