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Prospettiva 2050. Ecco il nuovo piano di Pechino per lo sviluppo spaziale

L’ultimo piano spaziale di ampio respiro lanciato dalla Cina stabilisce una strategia ambiziosa per consolidare il ruolo di Pechino nello spazio. Puntando a scoperte scientifiche e allo sviluppo di capacità strategiche con implicazioni sia civili che militari

Cinque temi scientifici e diciassette aree prioritarie di ricerca su argomenti complessi che spaziano dalla connessione Sole-Terra al rilevamento delle onde gravitazionali nello spazio, e ancora dalla scienza della microgravità all’osservazione del tempo spaziale, programmate all’interno di una tabella di marcia suddivisa in tre fasi sulla base degli obiettivi che si ambisce di raggiungere. Con il documento “Mid-to-Long Term Plan for Space Science Development (2024-2050)” coedito dall’Accademia Cinese delle scienze, dalla China National Space Administration e dalla China Manned Space Agency, la Repubblica Popolare Cinese si dota per la prima volta di un piano nazionale a lungo termine sulle sue ambizioni spaziali.

Il documento attinge dai quinquennali libri bianchi cinesi relativi al programma spaziale, illustrando i progressi compiuti fino ad oggi e definendo i tre grandi obiettivi, uno per ciascuna fase: entro il 2027, Pechino mira a raggiungere influenti scoperte scientifiche attraverso l’esplorazione lunare e planetaria; entro il 2035, prevede di istituire una stazione di ricerca lunare e di progredire nell’osservazione spaziale ad alta precisione; infine, entro il 2050, intende divenire un leader a livello globale con scoperte scientifiche rivoluzionarie, missioni spaziali profonde e affermandosi come centro globale per la scienza spaziale.

Grazie alla pianificazione centrale l’industria aerospaziale cinese ha potuto disporre delle risorse organizzative e finanziarie necessarie a svilupparsi ad un ritmo che sarebbe riduttivo definire sostenuto, soprattutto nel periodo che si estende dagli anni 2000 ad oggi. E sottolineare che questo sviluppo abbia delle implicazioni di carattere militare potrebbe risultare superfluo.

Osservando il ruolo giocato dal dominio spaziale degli Stati Uniti nei conflitti che risalgono alla prima Guerra del Golfo del 1990-1991, osserva l’analista Jie Gao in uno dei China Brief Notes pubblicati dalla Jamestown Foundation, Zhongnanhai ha riconosciuto il ruolo critico delle risorse spaziali e ha iniziato a integrare la tecnologia dell’informazione nella sua strategia militare, proprio negli stessi anni in cui il corrispettivo ramo industriale in Cina ha iniziato il suo percorso d’ascesa.

E i più recenti eventi geopolitici hanno rimarcato l’importanza di simili asset: l’utilizzo dei satelliti Starlink di SpaceX nel conflitto in Ucraina, ad esempio, ha spinto ad un ulteriore intensificarsi della ricerca cinese sui satelliti commerciali dal carattere dual-use. Il progetto “Mille Vele” e altre iniziative simili sono in parte una risposta diretta a questo fenomeno. Osservando la profonda integrazione dei mezzi spaziali commerciali nella guerra moderna, che forniscono capacità rapide, economiche e altamente mirate, gli strateghi militari di Pechino vedono ora le capacità commerciali legate allo spazio come una forza strategica essenziale per i conflitti futuri.

E anche il nuovo piano di sviluppo spaziale, pur essendo principalmente incentrato sull’esplorazione scientifica, avrà senza dubbio delle implicazioni sul piano militare, facilitando la ricerca su alcune tecnologie dual-use come il monitoraggio del meteo spaziale, che ha una rilevanza militare diretta a causa del suo potenziale di disturbo delle comunicazioni satellitari e della precisione del sistema Gps, entrambi fondamentali per una navigazione e un coordinamento sicuri. Migliorando la capacità di monitorare e prevedere il meteo spaziale, la Repubblica Popolare può salvaguardare meglio i suoi asset satellitari e garantire la continuità delle comunicazioni e delle capacità di navigazione durante contesti di conflitto.

Tendenzialmente, gli Stati Uniti mantengono ancora il vantaggio tecnologico relativo alla dimensione spaziale. Il “Mid-to-Long Term Plan” rappresenta uno strumento della sfida che Pechino sta ponendo a Washington in questo settore. E in questa fase caratterizzata da un’accelerazione della ricerca, dello sviluppo e del dispiegamento di asset nello spazio commerciale, asserisce Gao, i due governi dovranno necessariamente lavorare ad un sistema di comunicazione che eviti incidenti o misinterpretazioni in uno spazio commerciale sempre più conteso. Con tutti i rischi di escalation che un simile contesto può comportare.



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