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Rabat vuole diventare un hub della difesa. Le mosse per attrarre investitori esteri

Il Marocco ha annunciato l’esenzione dalle tasse per le aziende dell’industria della difesa, incrementando il budget per il comparto e sviluppando infrastrutture industriali. L’obiettivo è attrarre investitori stranieri, trasferire know-how tecnologico e posizionarsi come hub di riferimento per la produzione e l’export militare nell’area mediterranea e oltre

Esentare le aziende del settore della difesa dalle tasse per incrementare la produzione militare e incoraggiare le società straniere a investire nel Paese. È la proposta che arriva dal governo del Marocco, che ha di recente approvato una proposta di bilancio per il 2025 al cui interno è prevista l’esenzione per il comparto militare. Come riferito dal portavoce del governo Mustapha Baitas: “Questa bozza di decreto mira a consentire ai produttori di attrezzature per la difesa e la sicurezza, armi e munizioni di ottenere un’esenzione temporanea dall’imposta sulle società”. In generale, la proposta di bilancio presentata da Rabat prevede anche di aumentare il budget per la difesa da 124 miliardi di dirham (circa dodici miliardi e mezzo di euro) nel 2024 a 133 miliardi (poco più di tredici miliardi di euro) nel 2025.

In realtà non è la prima volta che le imprese del settore della difesa marocchine ottengono uno sgravo fiscale. L’esenzione sull’imposta sul reddito segue di pochi mesi un’esenzione totale dall’Iva per un determinato numero di anni per lo stesso settore. L’obiettivo per la nazione nordafricane e rafforzare la sua reputazione di incubatore di industrie militari. A sua volta, la strategia di Rabat è quella di creare un valore aggiunto e un beneficio relativamente alle relazioni e ai partenariati internazionali del Marocco, presentando il regno quale piattaforma interessante per gli investimenti, anche orientanti all’esportazione. Il settore della difesa, del resto, non è neanche l’unico ad aver goduto di simili privilegi, dato che simili concessioni sono state fatte anche ad altre industrie civili, come quella dell’automotive. L’esenzione, dunque, servirebbe ad aumentare l’attrattività del settore anche a investitori stranieri, rafforzando nel complesso l’economia del regno.

Accanto a queste misure fiscali, Rabat sta anche spingendo per la realizzazione di nuove zone industriali per ospitare nuove installazioni industriali per la difesa. In alcuni casi è già iniziata la costruzione di nuove fabbriche. Oltre all’attenzione per investitori stranieri, infatti, il Marocco punta anche a potenziare la propria industria nazionale, incrementando la produzione a attirando nuovi clienti per l’export. L’arrivo potenziale di realtà straniere, inoltre, potrebbe anche portare a un maggiore trasferimento di know how e conoscenze tecnologiche che permetteranno di aumentare la qualità dei prodotti marocchini, a tutto vantaggio anche dei clienti internazionali interessati a commerciare con Rabat.

Nonostante la base industriale della difesa marocchina sia ancora in fase di sviluppo, come quella della maggior parte degli Stati mediterranei dell’Africa, in alcuni settori il comparto sta crescendo. Un esempio è dato dal settore dei droni militari, sebbene sia ancora nella fase di ricerca e sviluppo scientifico. In questo campo lo scopo di Rabat è creare un settore capace di soddisfare le esigenze nazionali, così come quelle dei Paesi amici e alleati e dei potenziali clienti internazionali.

In altri settori invece il Marocco ha unito le forze con società straniere per potenziare le proprie capacità industriali in settori specifici. È il caso della partnership con la statunitense Lockheed Martin e le aziende belghe Sabca e Sabena per la manutenzione e il supporto degli aerei F-16 e C-130 Hercules a livello locale.



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