Dopo anni di progressivo disimpegno, ora Mosca torna a investire sui titoli statunitensi. Forse anche perché conscia dei non pochi problemi strutturali della propria economia
Qualcuno a Mosca comincia a non fidarsi più della propria ombra. O meglio, del proprio debito. Sì perché mentre l’economia russa appare agli osservatori, i più attenti almeno, sempre più come un qualcosa di farraginoso e vulnerabile, il Cremlino ha deciso di investire e scommettere su di un’altra economia, quella americana. Potrà sembrare un paradosso, ma la finanza e i mercati spesso seguono logiche geopolitiche proprie. Secondo il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, nelle scorse settimane la Russia ha infatti aumentato gli investimenti nel debito pubblico federale.
Nel dettaglio, i titoli del Tesoro a lungo termine, i treasury, hanno rappresentato 22 milioni di dollari di investimenti russi, mentre i titoli del Tesoro a breve termine si sono attestati a 3 milioni. Un’inversione di tendenza se si considera il trend dei mesi addietro. Se nella prima parte dell’anno, infatti, lo stock di debito statunitense detenuto dalle banche statali russe era in costante discesa, negli ultimi giorni si è registrata una retromarcia, con un ritorno degli acquisti su larga scala. Segno che la Russia ha bisogno di investire in qualcosa di più sicuro e consistente della sua stessa economia.
La Russia ha iniziato a ridurre i propri investimenti nel debito sovrano degli Stati Uniti nella primavera del 2018. Una contrazione proseguita anche nel 2024: all’inizio dell’anno, gli importi erano ammontati a 24 milioni di dollari a luglio, 44 milioni di dollari a giugno, 45 milioni di dollari a maggio, 46 milioni di dollari ad aprile, 47 milioni di dollari a febbraio e 43 milioni di dollari a gennaio. Ma ora, tutto si è capovolto. Perché?
Le cose nell’ex Federazione non vanno per niente bene. L’impennata della domanda di armamenti, ha innescato una spirale inflazionistica mai vista prima, costringendo la Bank of Russia a portare i tassi al 21%, forse anche più in alto, entro il mese di dicembre. Risultato? Le imprese non riescono più a rimborsare i prestiti concessi dalle banche, andando incontro a bancarotta sicura. E lo stesso vale per gli istituti, che assisteranno molto presto a un’esplosione delle sofferenze. In poche parole, il Pil russo è solo un abbaglio, l’economia dal di dentro si sta dissolvendo.
E ancora. Perché la Russia ha tagliato di due terzi gli indennizzi per i suoi feriti in Ucraina? Fino a poco tempo fa ciascuno di loro aveva diritto a tre milioni di rubli (28 mila euro), ora quella cifra spetta solo ai casi più gravi. Un’altra spia. E che però ora qualcosa stia cambiando non lo dicono più gli osservatori occidentali, ma la stessa Banca di Russia, che per l’anno prossimo prevede una crescita rivista al ribasso fra 0,5% e 1,5%.